31 Maggio '24

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L'ultimo fiore cascato dalla pianta
Un rintocco nel vuoto
L'orologio prosegue il suo corso
Misurato e perseverante
Una lancetta perpetua
Scandisce il vento e la pioggia.
Io cremisi al cielo:
una nuvola ossidata
da un sole allontanato.
Custodisco i tumulti della troposfera,
Li spargo centellinati
Così che profumino la terra
Di aromi e colori dimenticati.
Se alzo lo sguardo vedo la quiete dello spazio e degli astri
Se lo abbasso vedo volatili e campi,
montagne e mari,
Una musica binaurale tra biologia e astronomia.
Invidio le aquile per la loro fierezza,
gli aeroplani per la solidità;
Le mie molecole si disgregano,
la mia unità è un'illusione ottica
Non puoi afferrarmi né carezzarmi,
sarò già altrove quando stringerai la mano.
Eppure la mia volubilità è per molti ispirazione
Dalla tela del pittore malinconico,
All'immaginazione del bambino
affamato di zucchero filato.
Preferisco un dinamismo flemmatico
ad un'apoptotica compostezza.
Io fluttuo, danzo, mi annoio e mi getto
Con eleganza o furia
Tra le braccia del terreno
Scivolo a casa nei miei corsi d'acqua
finché una fantasia non mi solletica e scalda
e di nuovo mi arrampico tra i fili dell'aria
Per tornare a sognare il cosmo.

Chiaroscuri intrapsichiciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora