prologo

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Ripongo le mie paure in un barattolo e lo appoggio, lo tengo sul comò da quando son piccola. Aspettavo di trovargli un'utilità e ora che finalmente l'ho trovata mi rendo conto di quanto io abbia deluso la me bambina che si aspettava di riempirlo con i primi amori o i migliori baci.
Ogni bigliettino è piegato con cura, nonostante contenga i miei timori più grandi, è scritto con una discreta grafia e racconta ciò che più temo e ciò che allo stesso tempo mi affascina attraverso gli occhi di qualcun altro.
Quando mi è venuta l'idea ho deciso che li avrei aperti dopo i momenti e le giornate no perché è grazie alle mie crepe che entra la luce.
Questa non è la storia di una semplice adolescente, è la storia di chi fa tesoro delle proprie paure, le abbraccia e le ringrazia perché le ricordano di esistere e di star vivendo.


La lancetta ha completato il giro, un'ora è passata e il mio piatto è ancora davanti a me. Lo fisso e lui mi schiaccia, si mi schiaccia, di nuovo. Sotto il tavolo agito velocemente la gamba sapendo che una volta divorato il piatto sarà lui a divorare me, di nuovo, senza pietà, per l'ennesima volta in una settimana. Noi stiamo discutendo se riempirci o lasciar lo stomaco vuoto, indovina chi ha la meglio? Vado per l'ultima e sono di nuovo la me malata ma sono vuota. Vuota capito?
Scattano le 16.00 e io sono stesa a rimuginare, lo stomaco si inizia ad appesantire spingendomi a fondo. Entro in un loop infinito e lo stomaco si riempie di ansia, paure e paranoie, ancora e ancora. Non c'è più un noi, sono solo io, la ragazza malata ma vuota, e forse nemmeno più così vuota.
Le 17.00 e poi le 18.00, tra poco dovrò tornare a tavola, nonostante io debba ancora superare il pranzo, nonostante io non ne abbia la minima voglia. Ma è così che funziona, siediti, prendi le posate, metti in bocca, deglutisci sorridendo e poi...e poi ci risiamo. Dal bagno alla camera, dalla camera al bagno, musica a tutto volume, acqua aperta e ancora, ancora e ancora.
Sono vuota, ma piena di pensieri autolesionisti e autodistruttivi che tagliano come schegge di vetro affilate, che pungono come un riccio chiuso in sé.
Mi pulisco la bocca, sorrido e dico ai miei che presto uscirò,come una comune adolescente, che in realtà è fuorché uguale ai suoi coetanei.
"sei speciale Eloise, ti vogliono tutti così bene"
Peccato che Eloise non veda nulla di speciale ma vede una ragazza che merita la sofferenza, merita di consumarsi lentamente in modo straziante e feroce, perché sono questo una ragazza che vive immeritatamente la vita di qualcun altro.

"Inizi con lo sporgerti per vedere di cosa si tratta e finisci col cadere nel tunnel.
Prevede due strade. Sta a te prendere la risalita o non ti aspetta altro che la morte."
Parole stupide, insignificanti, la morte è affascinante e pure meritata. Fin dove arrivo? Quanto ancora mi sporgo?
Inizia così la mia storia, o forse dovrei dire il mio crollo. Qualunque cosa sia, inizia con una paura gigante, la solitudine, carta e penna ed un barattolo.

Mi controllo allo specchio, ho trovato un nuovo difetto, ho cosce che fanno paura e la pancia non è piatta, non ci siamo, così non va bene. I kili persi non bastano, mi serve altro , mi serve di più.
Il mio stomaco brontola, ho fame, prendo il gelato. La vaschetta finisce in pochi minuti e la corsa in bagno inizia. Mi sento sporca, non dovevo, me lo ero promessa, da domani filo dritta.
Tante le promesse, tante le volte in cui non le mantenevo e avanzavo. Avanzavo verso la morte ma io credevo soltanto di avvicinarmi al sentirmi a mio agio.

˚˖a𓍢ִ໋🌷͙֒✧˚.🎀༘⋆⁺‧₊˚ ཐི⋆♱⋆ཋྀ ˚₊‧⁺ᡣ
spazio autrice: ciao a tutti, questo è solo l'inizio.. non siete pronti.
lasciate tanti commenti e stelline.

alla prossima!!⏳

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