capitolo 2

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Mi scruto dallo specchietto della macchina e osservo le mie guance arrossate dal pianto.
Mia madre mi chiede come mi sia procurata quelle cicatrici sotto agli occhi e io le rifilo la prima scusa che mi passa per la testa.
"É tutto okay mamma, è tutta colpa dei dischetti struccanti".
Scusa di merda Eloise, vinceresti un premio per l'impegno.
Mia madre però sembra crederci, così decido che sarà la scusa della giornata per eventuali prossime domande.
Venti minuti di Coldplay , venti minuti di macchina arrivo a scuola, che è come dire di essere arrivata al cancello dell'inferno.
Mi ritrovo con Grace davanti al bar e con gli occhi cerco Anderson. Lo vedo parlare con delle ragazze, sempre il solito playboy.
Arriva presto l'ora di lasciare Grace ed entrare in classe.
Le prime due ore passano lentamente, parlo poco, ho paura che i miei interventi siano sbagliati.
"Eloise sempre muta, non si esprime mai". Ignoro Mabelle, una ragazza poco più alta di me, molto magra, dai capelli castani e gli occhi color della pece. Non sa cosa c'è dietro il mio silenzio, non vale la pena ribattere.
Suona il primo intervallo. Mamma mi ha preparato un panino, ma io lo lascio lì, incartato. Ignoro il mio stomaco che brontola e mi convinco che starò meglio così.
Incontro Anderson alle macchinette e quando lo abbraccio per salutarlo colpisco il suo amico di fianco a lui.
"Attenta a chi colpisci Eloise" mi rimprovera con tono divertito.
"Come mi conosce?"
"Sei già sulla bocca di tutti, ti sbavano dietro come cagnolini ".
Per un attimo non sento più lo stomaco che brontola. Tutti i miei sforzi sono ripagati, mi sento apprezzata. Volevo essere notata e sono stata notata.
Dopo ricreazione entro in classe pronta a seguire altre due ore di lezione.
"Se ne esco viva pretendo una statua ".
Alle 13:40, poco prima del termine della lezione, i professori ci comunicano che domani avremo la giornata dello sport allo stadio vicino al college. Ci saranno anche gli altri primi. Le mani iniziano a sudare, non mi sento a mio agio in mezzo ai miei coetanei, il cuore prende a battere forte. Provo un senso di inadeguatezza ogni
volta.
Faccio un respiro profondo, esco dalla classe e mi dirigo verso l'uscita dove mi aspetta mio cugino Anderson.
Vicino a lui c'è il suo amico, sembra la sua ombra. Lo squadro meglio e noto i suoi occhi color verde, arrossisco per l' imbarazzo.
"É  un problema se viene anche Liam con noi?" chiede Anderson.
"Cosa dovrei dire? Sai che tua zia mi ha educata."
Tutti e tre ci incamminiamo verso il centro città dove avremmo mangiato, o meglio, dove mangeranno.
Ci sediamo in un bistrot dallo stile retrò.
Anderson e Liam prendono una pizza e io con la scusa di non essermi portata dietro abbastanza soldi per prenderne una, mi prendo un'insalata con del pane.
Non parlo per tutto il tempo, mi sento a disagio, vorrei andarmene, vorrei scomparire. Ascolto mio cugino e Liam parlare di ragazze e io non faccio altro che ascoltare piena di invidia. Sono diventata questo?
Per tutto il resto della giornata provo un senso di vergogna, cosa avranno pensato mentre mangiavo? Come ho mangiato? Le paranoie iniziano a rimbombarmi in testa. Tornata a casa decido di prendere un libro e iniziare a leggere.
La lettura, quiete della mia mente, pace della mia anima, prende il mio cuore per mano e lo accompagna nel silenzio più totale, dove le paranoie non arrivano , dove i sogni si avverano e la mente riposa.

˚˖𓍢ִ໋🌷͙֒✧˚.🎀༘⋆⁺‧₊˚ ཐི⋆♱⋆ཋྀ ˚₊‧⁺ᡣ
spazio autrice:
ecco il capitolo 2, scusate l'attesa spero vi piaccia!!
commentate e lasciate la stellina🌟

alla prossima..💜

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