11. "Non ora"

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Il mattino arriva più in fretta di quanto avrei voluto, e il sole penetra attraverso le tende come una sveglia che non posso ignorare.

Sento ancora la tensione della notte precedente, ma mi alzo dal letto con determinazione.

Devo parlare con Spencer, devo chiarire le cose.

Mi preparo con cura, scegliendo abiti che mi facciano sentire sicura.

So che sarà una conversazione difficile, ma sono determinata.

Morgan mi ha dato la forza necessaria per affrontare questa situazione.

Arrivo all'ufficio prima del solito.

La squadra è già al lavoro, ognuno immerso nei propri compiti.

Spencer è lì, al suo posto, con lo sguardo concentrato su qualche fascicolo.

Non posso fare a meno di notare come la luce del mattino illumini i suoi capelli, donandogli un aspetto quasi angelico.

Ironico, considerando la situazione.

Mi avvicino a Spencer con un passo che cerca di mascherare la mia ansia crescente.

"Spencer, possiamo parlare?" chiedo, sperando che la mia voce suoni più sicura di quanto io mi senta.

Lui alza lo sguardo dai fascicoli, il volto serio come sempre.

"Non ora, T/n. Non è il momento" La sua risposta è così brusca che mi sembra di aver appena ricevuto una doccia gelata in pieno inverno.

"Va bene" rispondo, cercando di mantenere la dignità mentre mi giro per andarmene.

Fantastico, T/n.

Davvero un'ottima partenza.

Faccio qualche passo verso la sala riunioni, pronta a tuffarmi nel lavoro e a dimenticare questo fallimentare tentativo di chiarimento.

Ma sento dei passi rapidi dietro di me e una mano mi sfiora il braccio.

Spencer.

"T/n, aspetta" dice con una voce più gentile, che fa vacillare la mia determinazione a ignorarlo.

Mi volto verso di lui, cercando di non sembrare troppo speranzosa.

"Cosa c'è?" chiedo, con un tono che spera di sembrare casuale ma suona più come un disperato bisogno di conferme.

Spencer sembra esitare per un momento, poi prende un respiro profondo come se stesse per tuffarsi in un mare di squali "Stasera... vuoi uscire a mangiare qualcosa con me? Possiamo parlare con calma, lontano dall'ufficio."

Rimango sorpresa per un attimo, cercando di non saltargli addosso per l'euforia "Va bene, mi sembra una buona idea."

Spencer sembra sollevato, come se avesse appena evitato una catastrofe "Perfetto, allora ci vediamo stasera."

Entro nella sala riunioni, cercando di ignorare gli sguardi curiosi della squadra.

Morgan mi lancia uno sguardo interrogativo, a cui rispondo con un lieve cenno del capo.

Lui annuisce, il suo sguardo che dice chiaramente: "Sapevo che ce l'avresti fatta."

Hotch entra nella sala con la solita espressione da "non rompete, sono concentrato."

"Abbiamo un nuovo caso" annuncia, catturando immediatamente l'attenzione di tutti "Due corpi sono stati trovati in un magazzino abbandonato nella periferia della città. Le vittime sembrano essere state torturate prima di essere uccise. Abbiamo bisogno di risolvere questo rapidamente."

Prendo appunti mentre Hotch spiega i dettagli raccapriccianti del caso.

Due vittime, un uomo e una donna, entrambi sui trent'anni, sono stati legati e seviziati prima di essere uccisi.

La scena del crimine è un caos di indizi confusi, come se l'assassino avesse voluto farci impazzire.

Reid inizia a fare collegamenti che nessuno di noi avrebbe mai pensato "Potrebbe essere un serial killer che sta tentando di emulare altri famosi assassini, come Zodiac o Bundy," suggerisce, gli occhi brillanti di entusiasmo intellettuale.

Morgan interviene "Dobbiamo concentrarci sui dettagli unici. Qualcosa che l'assassino potrebbe aver lasciato dietro di sé senza rendersene conto."

"Giusto" aggiungo, cercando di contribuire con qualcosa di utile "E dobbiamo parlare con chiunque possa aver visto o sentito qualcosa. Magazzini abbandonati spesso attirano curiosi o senzatetto."

Prentiss annuisce con decisione "Iniziamo con un sopralluogo dettagliato della scena del crimine. Forse ci sono tracce di DNA o altri indizi nascosti."

Il magazzino è esattamente come te lo immagini: oscuro, sporco e inquietante.

Se non fosse per il nastro della polizia e i corpi assenti, potrebbe essere la perfetta ambientazione per un film horror di serie B.

La polizia locale ha già recintato l'area e rimosso i corpi, ma le macchie di sangue e i segni di lotta sono ancora evidenti, rendendo la scena un macabro puzzle da risolvere.

Mi metto al lavoro con il team, analizzando ogni dettaglio come se fossi in una versione molto meno glamour di CSI.

Spencer si avvicina a una parete su cui sono stati incisi strani simboli.

"Questi sembrano avere un significato rituale" dice, scrutando attentamente le incisioni "Potrebbe essere un indizio sul profilo psicologico del killer."

JJ parla con alcuni testimoni che vivono nei dintorni "Alcuni hanno visto un uomo aggirarsi nei pressi del magazzino negli ultimi giorni. Descrizioni vaghe, ma potrebbe darci un punto di partenza."

Morgan trova una traccia di tessuto intrappolata in una delle assi del pavimento "Potrebbe essere del killer. La mandiamo subito al laboratorio per l'analisi."

Dopo ore di indagini e analisi, iniziamo a collegare i pezzi come in un complicato gioco di Sudoku.

Reid scopre che i simboli incisi sulla parete sono collegati a un vecchio culto che praticava riti di purificazione attraverso la sofferenza.

La connessione ci porta a un ex membro del culto che è stato recentemente rilasciato dal carcere.

Perché ovviamente, ogni cultista degno di questo nome torna sempre a fare i suoi bei riti una volta fuori.

Hotch organizza una squadra per arrestare il sospetto, e l'operazione si conclude senza intoppi.

Durante l'interrogatorio, l'uomo confessa, ammettendo di aver tentato di "purificare" le sue vittime secondo i rituali del culto.

Bravo, ottimo piano.

Davvero originale.

Save Me - Spencer Reid × ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora