Entro alla BAU e mi siedo alla mia scrivania, sistemo i fascicoli e tempero la matita.
Nessuno sospetta di me e Reid.
Per ora. Ci stiamo frequentando di nascosto da quasi due settimane e sembra che nessuno, o almeno così crediamo, si sia accorto di niente.
Forse Rossi, ma non lo dà a vedere.
Meglio così.
Sto cercando di concentrarmi sui rapporti del caso di ieri, immergendomi nelle descrizioni frettolose e negli appunti confusi, quando un bicchiere di caffè viene posato sul foglio che sto leggendo, proprio sul punto in cui sono arrivata.
Alzo lo sguardo di scatto "Derek, i fogli!" esclamo, afferrando la tazza e spostandola via dalle pagine, ma non prima che lasci un bel cerchio scuro proprio sul testo.
Sbuffo, infastidita.
Morgan si mette a ridere "Scusa, ragazzina, dovevo attirare la tua attenzione" Sorride beffardo e sorseggia dalla sua tazza, senza un briciolo di pentimento.
"Perché?" chiedo sospettosa, riponendo la tazza sul suo lato della scrivania "Non hai altro da fare che distruggere i miei rapporti?"
Morgan alza le mani in segno di resa "Calma, calma. Volevo solo sapere come va."
Mi lancia un'occhiata indagatrice, quel tipo di sguardo che ti fa venire voglia di coprirti per la vergogna, anche se non hai fatto nulla di male "Tu e Reid sembrate... piuttosto vicini ultimamente."
Il mio cuore perde un battito.
Cerco di mantenere la calma, evitando di incontrare il suo sguardo troppo a lungo.
"Non so di cosa tu stia parlando," rispondo, cercando di sembrare disinvolta mentre afferro un altro fascicolo.
Morgan ride di nuovo, questa volta più piano "Certo, certo. Ma se mai volessi parlare, sai dove trovarmi" Mi lancia un occhiolino e si allontana, lasciandomi lì con un nodo allo stomaco.
Cerco di riprendere la lettura, ma il mio cervello è un caos.
Penso a Reid, a come è dolce quando sorride e a quanto è diventato importante per me in così poco tempo.
Un colpo alla porta dell'ufficio di Hotch mi fa sobbalzare.
Alzo lo sguardo e vedo il capo che mi fa cenno di avvicinarmi.
Inarco un sopracciglio, cercando di capire il motivo della convocazione "Che c'è, Hotch?" chiedo, avvicinandomi con un'aria apparentemente rilassata.
"Entra" dice lui, e noto subito che c'è qualcun altro nella stanza.
Il cuore mi balza in gola quando riconosco Reid.
Cerca di non incrociare il mio sguardo, e la mia mente inizia a correre a mille.
Hotch chiude la porta e si siede, incrociando le braccia "Ho notato qualcosa tra di voi" inizia a dire con quella voce calma e autoritaria che mi fa sempre venire voglia di confessare tutto, anche cose che non ho fatto "E voglio sapere se c'è qualcosa di cui dovrei essere a conoscenza."
Mi sento come se fossi stata colta in flagrante "Non so di cosa stia parlando, capo," rispondo cercando di mantenere la voce ferma.
Accanto a me, Reid annuisce rapidamente, come se stesse dando ragione a me o forse a sé stesso.
Hotch ci guarda per un momento, poi un angolo della sua bocca si solleva in un sorriso quasi impercettibile.
"Ragazzi, non sono cieco. E nemmeno stupido."
Io e Spencer ci guardiamo finalmente negli occhi, e in quel momento so che è finita "Okay, va bene" dico con un sospiro "Ci stiamo frequentando."
Reid deglutisce, sembrando improvvisamente molto interessato alle sue scarpe "Non volevamo... insomma, non volevamo che diventasse un problema."
Hotch annuisce lentamente "Capisco. Ma sappiate che non potete tenerlo nascosto per sempre. Prima o poi la Strauss lo scoprirà, e preferirei che non fosse una sorpresa per lei."
Annuiamo entrambi, sapendo che ha ragione "Saremo più attenti" promette Reid con la sua solita calma da professore, e io sento un'ondata di affetto per lui.
Hotch si appoggia allo schienale della sedia "Va bene, potete andare."
Usciamo dall'ufficio cercando di mantenere un'espressione neutra, come se nulla fosse successo.
Ma so che Morgan, con il suo sesto senso, ha capito tutto.
E non appena rientriamo nell'open space, Hotch raduna tutti.
"Abbiamo un nuovo caso" annuncia, distribuendo i fascicoli a ciascuno di noi "Una serie di rapimenti a Seattle. Stesso modus operandi, stessa zona. Voglio che ci mettiamo al lavoro immediatamente."
Sul jet, Hotch ci divide in squadre.
Io lavoro con Reid, e cerco di mantenere la professionalità, anche se ogni tanto il mio sguardo si perde nel suo.
C'è una tensione strana nell'aria, non solo per il caso, ma anche perché ho la sensazione che qualcuno mi stia seguendo da qualche giorno.
Non l'ho detto a nessuno, non voglio sembrare paranoica, ma non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa.
Mentre indaghiamo e risolviamo il caso, il mio sospetto cresce.
Ogni ombra sembra più scura, ogni suono più minaccioso.
Ma cerco di ignorarlo, concentrandomi sul lavoro.
Alla fine della giornata, torno a casa esausta, con il desiderio di rilassarmi e magari sentire la voce di Spencer.
Sto per chiamarlo quando bussano alla porta.
Sorrido, pensando che potrebbe essere lui, e apro senza guardare dallo spioncino.
Ma non è Spencer.
È Harry.
Quello che ho lasciato perché dopo sette anni non andavamo più d'accordo.
Perché non poteva essere felice per me.
Il mio cuore si ferma un attimo, e poi accelera "Harry?" sussurro, incredula.
Lui mi guarda con un sorriso enigmatico "Ciao, T/n" dice, come se fosse la cosa più naturale del mondo "Possiamo parlare?"
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Save Me - Spencer Reid × Reader
RomanceOk, ammettiamolo: essere nuovi nella BAU è come essere l'ultimo arrivato a Hogwarts, ma senza la magia, i mantelli e con molti più psicopatici. Sono qui da soli tre mesi e ancora non ho capito come mai ogni singolo membro del team sembri possedere...