3. La prova di coraggio

32 8 5
                                    

Ed ecco che il giorno che più temevo arrivò. Passai una notte infernale, girandomi e rigirandomi nel letto sperando che la sensazione di ansia mi passasse. Non appena chiudevo gli occhi l'enorme muso dello squalo si palesava facendomi sobbalzare.

Mi alzai con la testa che mi girava e mi incamminai sbandando verso l'armadio. Aprii l'anta e osservai il mio riflesso dallo specchio che vi era fissato sopra. I capelli spettinati, le enormi occhiaie scure che incorniciavano i miei occhi e i vestiti trasandati davano sicuramente l'idea di come avessi passato la notte.

Presi l'abbigliamento che utilizzavamo durante le lezioni all'istituto e lo indossai. Il corpetto aderiva perfettamente al mio busto e la cintura era ben ancorata ai miei fianchi.

Mi diressi verso il comodino e dopo aver trovato la spazzola iniziai a sistemare quella ribelle chioma. Optai per una lunga treccia che mi ricadeva su tutta la schiena.

Mi osservai per l'ultima volta e dopo essermi assicurata che fosse tutto in ordine varcai la soglia della mia camera. Attraversai il corridoio arrivando in cucina. Lì, seduto al tavolo, trovai ad aspettarmi mio padre che sembrava esausto quanto me.

<<Shana, sei pronta ad entrare nel mondo degli adulti?>> mi chiese lui appena i nostri sguardi si incrociarono.

<<Beh, sì...diciamo.>> dissi io, mentre presi una tazza dalla credenza. Feci scaldare un po' di acqua sul fuoco e quando bollì la versai. Presi il filtro e ci misi all'interno un po' di alghe per fare un infuso.

<<Ormai sei grande. Sembrava solo ieri quando ti prendevo fra le mie braccia e ti cullavo per farti addormentare. Tua madre sarebbe fiera di te, di come sei cresciuta.>> disse lui con sguardo trasognato.

<<Su papà, non mi sembra il momento per sentimentalismi. Non cambierà niente. Tornata a casa sarò ancora la tua piccola bimba>> risposi io prontamente sorridendogli.
Il cristallo che era situato proprio sulle nostre teste (ogni casa ne possedeva uno) brillava, rendendo possibile la trasformazione della coda in gambe.

Bevvi avidamente l'intruglio e subito dopo aver salutato mio padre uscii di casa in direzione dell'istituto. Non appena varcai la soglia le mie gambe magre diedero posto alla coda. L'intera classe era sistemata in tre file ordinate e tutti avevano lo sguardo rivolto verso il Maestro Alistar. L'uomo parlava con voce sicura rivolgendosi ai ragazzi. Corsi a sistemarmi al mio posto prima che si accorgesse che fossi in ritardo.

<<Oggi è arrivato il momento della verità. Si scoprirà chi di voi sarà degno di essere chiamato uomo o donna.>> disse lui volgendo lo sguardo a tutti noi.

<<Adesso chiamerò in ordine una fila alla volta che verrà a prendere gli arpioni e gli strumenti per la caccia e poi tornerà al posto. Chiaro?>> chiese alla folla.

<<Chiaro!>> urlammo in coro noi.

<<Perfetto.Che venga la prima fila.>>

Iniziò la marcia per l'armamento e quando avemmo finito tutti ci spostammo lungo la linea di partenza.

L'arpione mi pesava sulla schiena mentre la cintura piena di armi tintinnava insistentemente. Rividi nella mente i movimenti che l'altro giorno avevo visto fare a Nathan mentre nuotava e cercai di imprimerli nella memoria. Avrei dovuto usare tutte le capacità a mia disposizione per poter superare quella difficile prova.

<<Bene ragazzi, adesso che siamo tutti sistemati inizierà la caccia. Giurate di non esservi mai allontanati da qui, se non in mia presenza?>> Fece la domanda di rito.

I suoi occhi sorvolarono la folla fin quando vide una mano sollevarsi.

<<Mi dica signorina Eliett.>>

Shana - La Maledizione del CiondoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora