1. Il mio inizio

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Era una notte buia e tempestosa. Le stelle erano coperte da uno spesso velo di nuvole nere e la pioggia cadeva a goccioloni. Il vento smuoveva la superficie del mare, creando onde talmente alte da poter inghiottire una barca di grandi dimensioni.

I pesci e le creature dell'acqua si agitavano furiosamente alla ricerca di un riparo, mentre le urla strazianti di una donna riempivano il fondo marino. 

<<Signor Kai, signore! Deve prendere una scelta il prima possibile. Non c'è tempo!>> esortava un uomo che indossava un camice macchiato e dei guanti.

Kai camminava freneticamente avanti e indietro per il corridoio poco illuminato, tenendosi la testa fra le mani.

<<Dottore, mi dia un attimo! Non ero pronto per una situazione del genere. Che faccio? Non lo so, non lo so.>> avanzò senza fermarsi.

<<Mi dispiace ma non posso farlo. Il tempo sta per scadere e se non si decide sarà la fine per entrambe.>> rispose il dottore rincorrendo l'uomo.

<<E va bene. Mi giura che una delle due sopravvivrà?>> chiese Kai teso. Le rughe incorniciavano la sua fronte.

<<Glielo prometto. Ne va del mio onore.>> rispose il dottore piegando leggermente la testa in segno di rispetto.

<<Allora salvi la bambina. Salvi a tutti i costi mia figlia.>> declamò l'uomo.

<<Vi prego! Fate presto!>> la supplica della moglie partoriente spezzò il cuore di Kai, che la raggiunse immediatamente, seguito dal medico.

Fu un parto piuttosto rapido e subito dopo aver dato alla luce la bambina la donna si spense. L'emorragia che aveva in corso non le risparmiò la vita, ma permise all'uomo di diventare padre.

Mentre cullava la figlia tra le braccia, pianse tutte le lacrime che poteva contenere un corpo. Una vita in cambio di una. Questo era il destino riservato a lui.

<<Signore, la bambina è assolutamente in salute. Mi accerterò che il colore violaceo della pelle non sia dovuto a qualche strana malattia.>> disse il dottore avvicinandosi a lui.

La penombra della stanza avvolgeva la sua figura mentre si alzò per posare la piccola nella sua culla. Un grande fiocco bianco adornava la parte anteriore e una targhetta aspettava di essere riempita.

Kai si fermò un attimo prima di prendere in mano la penna e scrivere a caratteri cubitali il nome "Shana".

<<Ecco! Si chiamerà così>> disse l'uomo con voce sicura sorridendo con occhi lucidi in direzione della piccola.

E così inizio la mia storia. La storia della figlia "strana" di Kai. Fui soprannominata così per via del colore della mia pelle, decisamente diverso dal blu di tutti gli altri.

Vissi per la maggior parte della mia infanzia nella solitudine, avendo sempre la sensazione che qualcuno mi stesse guardando storto, finché un giorno incontrai Maia.

Per la prima volta in vita mia qualcuno mi aveva visto per quello che fossi e non per quello che sembravo. Mi si avvicinò con un sorriso e mi chiese di seguirla. Da quel momento in poi diventammo inseparabili. Ancora adesso rimane una delle poche persone di cui mi fido di più.

Fra pochi giorni io e il gruppo di ragazzi della mia età andremo alla nostra prima caccia. E' un passaggio obbligatorio per tutti per entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Mio padre mi ha già fatto tutte le raccomandazioni del caso: mi ha intimato di non allontanarmi mai troppo da Maia, non spingermi troppo a riva e ascoltare sempre ciò che ci dice il Maestro.

Mi tremano le pinne all'idea di andare in mare aperto. Fino ad adesso non ci è stato permesso di nuotare oltre la barriera corallina, quindi non so esattamente cosa mi aspetterà. Ci sono storie che raccontano di uomini che catturano il nostro popolo per poi mangiarlo, altre che dicono che i nostri corpi vengano messi in esposizione. Per questo motivo sono vietati tutti i contatti con la civiltà che vive al di fuori dell'acqua.

<<Shana, mi stai ascoltando?>> Maia sventolava davanti a me la sua mano palmata.

<<Oh, sono qui davanti ai tuoi occhi.>> continuò.

<<Ah sì scusami, mi ero persa tra le diverse ipotesi di come potremmo fallire dopodomani.>> risposi io tornando a guardarla in faccia.

I suoi grandi occhi scuri mi scrutarono con aria perplessa.

<<Ma intendi alla caccia? Ma dai! Dopo tutte le cose che abbiamo imparato fin ora. Cosa mai potrà andare male? E poi ci sono io con te.>> rispose lei dandomi uno schiaffetto sulla spalla, in gesto scherzoso.

<<Cosa potrebbe andare male chiedi? Tipo tutto?>> dissi io a mia volta.

<<Non pensarci troppo, sennò quel tuo piccolo cervellino andrà in fumi prima del fatidico giorno. Ora rilassati. Guarda invece che bel bocconcino sta passando davanti a noi adesso>> disse lei volgendo lo sguardo e sbattendo le lunghe ciglia ad un gruppo di ragazzi che camminava a poca distanza da noi.

<<Ancora in fissa con Nathan tu? Ma non vedi che non ti fila di striscio?>> le dissi pizzicandole il braccio e sorridendo.

<<Ma che dici?! L'altro giorno mi ha guardata un paio di volte mentre il Maestro ci insegnava come usare la fionda.>>

<<Probabilmente avevi una caccola nel naso>> scherzai io.
Maia mi spinse talmente forte che quasi andai a sbattere contro la parete di una casa, tutto questo mentre lei si buttava in mezzo a quel gruppetto.

Sbuffai prima di raggiungerla.

<<Ehilà Maia, come va la vita?>> Chiese uno dei ragazzi.

<<Non ci lamentiamo dai! Che fate di bello oggi?>> Rispose Maia rivolgendo uno sguardo provocante verso Nathan che fece altrettanto.

Nathan è uno di quei bellocci arroganti che fanno impazzire la maggior parte delle donne, il classico macho che pensa più ai muscoli che al cervello.
Non capirò mai come mai Maia (che ritengo molto intelligente) ne sia così attratta.

<<Shana, come mai non sei chiusa in casa come al tuo solito oggi?>> mi scherzò un altro ragazzo con una folta chioma scura e degli inquietanti occhi ambra. Penso si chiamasse Zaire.

<<Ah-ah-ah simpatico. No, si da il caso che ho una vita sociale.>> lo stuzzicai tirandogli un'occhiataccia.

<<Comunque noi andiamo a fare un giro al confine, venite con noi?>> chiese Nathan, guardando prima Maia e poi me.

Non mi ero mai spinta così in là, neanche con Maia. L'idea un po' mi stuzzicava ma dall'altra parte mi spaventava molto. Che fare?

Guardai Maia in cerca di una risposta e lei mi annuì prendendomi per mano. Saremmo andate ancora insieme, all'avventura.


Shana - La Maledizione del CiondoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora