Siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa

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Sono le 12 del mattino di un giugno leggermente assolato e Manuel si trova davanti al gate 3 dell'aeroporto di Berlin Brandenburg, con destinazione Bari.

I suoi due migliori amici, Chicca e Matteo, convolano finalmente a nozze e hanno avuto la brillante idea di sposarsi a kilometri da casa sua, da Roma, perchè innamorati della Puglia da anni, da quando hanno trascorso, nei pressi di Monopoli, una vacanza anni prima. Ed è proprio lì che si sposeranno, sulla spiaggia, con un funzionario del Comune a celebrare.

Casa, Roma. Manuel in realtà non è più tanto certo di quale sia la sua dimora.

A vent'anni avrebbe risposto la Capitale, senza ombra di dubbio, innamorato perso della città e dei suoi segreti, delle persone che la popolano. Di una persona nello specifico, anche se lo ha capito troppo tardi.

Non sa bene dove siano le sue radici, forse a Roma, sì, perchè c'è sua madre, perchè c'è Dante, anche se i due non stanno più insieme lui è riuscito a mantenere un legame in tutto quel tempo con il suo ex professore, l'unico che lo ha sempre motivato e salvato; perchè c'è sua sorella Viola, con cui dopo aver scoperto di avere un padre in comune, ha stretto un rapporto talmente forte e bello, da far credere di essere cresciuti insieme in simbiosi. O perchè ci sono quei due cretini dei suoi amici. Oppure casa sua è Berlino dove si è trasferito a 24 anni, alla ricerca di un po' di felicità, di un lavoro stabile, di stimoli diversi.

Ora di anni ne ha 31, è un uomo formato con la testa sulle spalle - o almeno si augura- è un barista, è un appassionato di filosofia e ogni tanto, di nascosto, si reca nelle aule dell'università berlinese per seguire qualche corso, pur non essendo iscritto. Lo fa più per non scoraggiarsi, per non gettare alle ortiche il suo sogno di tornare a studiare e magari un giorno, chissà, insegnare. Ciò di cui è certo è che è fiero di sè e di quello che è diventato. Gli sono voluti anni per accettarsi, per guardarsi dentro e capire che non c'era nulla che non andasse nel provare attrazione anche verso gli uomini. Gli ci sono voluti anni e un amore perduto. Un amore che non ha curato, che forse a tratti ha prima maltrattato, poi protetto ma mai fino in fondo. E si sa che, anche il più buono e paziente, prima o poi si stanca di aspettare di non essere visto, percepito e amato. Finisce per appassire come un fiore, se non va via, altrove.

E Simone così ha fatto. Se ne è andato da Roma, in un lontano novembre piovoso di ormai 11 anni prima, in un pomeriggio uguale a tutti gli altri, informando solo suo padre e sua nonna e lasciando un biglietto a Manuel che riposava nella camera da letto di Villa Balestra. Quella stessa camera che li ha visti tante volte dormire insieme, raccontarsi, studiare, litigare, soffrire. Creare dei ricordi indelebili. Manuel da quel momento odia la pioggia e odia la Scozia, che se l'è portato via.

Avevano trascorso anni uno al fianco dell'altro, erano passati dal menarsi in palestra e tra quei corridoi del liceo Da Vinci che aveva assistito a tutte le loro metamorfosi, al baciarsi sotto un cantiere in una fresca sera di fine marzo, durante la festa di compleanno del minore.

Era stata come un'esplosione di colori nelle iridi agitate, poi nella collisione delle loro bocche fameliche che non facevano altro che scontrarsi quasi aggressive, quasi disperate con i denti a cozzare e le lingue a cercarsi inesperte. E poi avevano fatto l'amore contro un muro qualsiasi, che forse così anonimo non era. Si erano mischiati la pelle, i profumi e le paure.

Manuel aveva provato un forte timore, ma poi forse, rapito dallo sguardo dell'altro, dalle sue labbra piene, dalla frase che gli aveva urlato contro con rabbia e con amore "non ti lascio perchè ti voglio bene", lo aveva afferrato dalla nuca e baciato con urgenza.

Era stata la prima volta per entrambi con qualcuno di così simile a sé, con l'inesperienza dell'età e la frenesia di ottenere tutto subito, la fretta di non farsi scoprire e l'eccitazione del momento. Per entrambi era stato bellissimo e inaspettato, ma meraviglioso, però solo uno dei due aveva avuto il coraggio di ammetterlo. In fondo, Simone era sempre stato il più coraggioso, nonostante tutto. Si era sempre battuto per lui, affrontando professori come Lombardi, che quasi si divertiva ogni volta ad umiliare il ragazzo. Il minore non lo aveva mai giudicato per nessun motivo, che fosse la bocciatura o il suo non esser una cima nelle materie scientifiche.

Amore che vieni, amore che vaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora