Capitolo 4

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Il pomeriggio con Lucrezia è volato.
Abbiamo chiacchierato molto riguardo scuola, gusti musicali, abitudini, passioni.
Mi ha chiesto perché avessi cambiato città, non le ho detto proprio la pura verità, sarebbe stato un discorso troppo lungo e forse è ancora presto. Le ho detto solo che avevamo deciso di cambiare aria.
Il resto del tempo l'ho passato a seguire con lo sguardo il cameriere mentre si aggirava per i tavolini della caffetteria.

Quando mi ha riaccompagnata a casa c'era solo mamma, seduta davanti la televisione.
le ho chiesto: «dov'è Enea?»
«A lavoro.»
«Come a lavoro!?» Non glielo ha detto?
«In che senso "come"? È da tutta l'estate che lavora in quel locale.»
Avrà voluto nasconderglielo per non farla preoccupare, però adesso che sta facendo..
Vado in camera, mi metto qualcosa di comodo e sento il citofono suonare.
Quando torno in sala, mamma ha in mano delle pizze.
«Guarda che ho ordinato!» mi mostra orgogliosa.
Sorrido e ci sediamo a tavola.

Sono le 23:56. Ho iniziato una serie: Shameless, ho guardato i primi 5 episodi.
Il letto accanto al mio è vuoto, Enea non è ancora tornato.
Gli scrivo «Ma dove sei? Perché hai detto a mamma che sei a lavoro?»
Aspetto che mi risponda.
Vado in bagno, mi sciacquo la faccia.
E vado in cucina, mi verso un bicchiere d'acqua. Controllo il telefono, non ha risposto.
Decido di aspettarlo.
Da lavoro di solito torna intorno all'una di notte.
Quindi mi siedo sul divano, al buio. Accendo la tv e continuo su Netflix la serie.
È l'01:17, non è rientrato.
Controllo la chat, nessuna risposta.
Faccio partire l'episodio successivo.
Mi sta venendo sonno.
Dopo qualche lotta, vince lui e mi addormento sul divano.

~ Lunedì 18 Settembre, ore 6:34

«Perché hai dormito sul divano?» mi smuove mamma per svegliarmi.
«Mh?» controllo il telefono, non si accende, si sarà scaricato durante la notte.
«Stai bene?» mi chiede.
«Si si, mi sono addormentata guardando la tv.»
Mi alzo, dolori alla schiena, non è molto comodo dormire sul divano.
Vado in camera, metto il telefono sotto carica.
Mi giro verso il letto di Enea, lui dorme. È scoperto, ancora vestito di fuori, il telefono per terra.
Prendo una coperta e gliela metto di sopra. Raccolgo il telefono, anche il suo è scarico, lo metto sul comodino e lo attacco al caricabatterie.
Sarà tornato tardi.
Prendo dall'armadio dei vestiti, vado in bagno e mi infilo in doccia.

È appena suonata la campanella.
I corridoi si sono riempiti di masse brufolose e puzzolenti che corrono ognuna verso la propria classe.
Io cammino con calma.
Mi raggiunge Lucrezia, mi mette un braccio intorno al collo.
«Eeeehi!» mi saluta «Che faccia! Hai dormito stanotte?» ridacchia.
«Eh.. diciamo.» le sorrido.
«Hai una cera..»

A ricreazione scendo, come sempre, nel cortile. Solita panchina.
Poco dopo mi raggiunge Lucrezia, è con un'altra ragazza. Beatrice, se non mi sbaglio, la sua compagna di banco.
«Ne hai una anche per me?» indica la mezza sigaretta che ho tra le dita.
Prendo il pacchetto dalla tasca dei cargo, glielo tendo aperto «Favorisci.»
«Sei la migliore.» sorride.
«Lei è Bea, non so se avete mai parlato.» indica la ragazza a dietro di lei.
«Non credo ci siamo ancora presentate..» le tendo la mano «Antea.»
La stringe «Piacere.» sorride.
«Hai sentito quello che ha detto la Moreno oggi?» riprende parola Lucrezia «Lunedì prossimo dobbiamo consegnare una lavoro di gruppo sul Rinascimento per, a detta sua, “vedere se ci ricordiamo qualcosa”. Quanto mi secca..» sbuffa.
«Ma lo dobbiamo fare in storia o in italiano?» chiedo.
«Ah boh»
«Credo entrambi.» interviene Beatrice.
«Lo facciamo insieme? Noi tre?» chiedo.
«Si si. Assolutamente.» Fa un tiro di sigaretta Lucrezia.
«A me va bene.» dice Beatrice.

Appena varcato l'ingresso ho urlato «Sono a casaa!» ma non ha risposto nessuno.
Mi sporgo verso la cucina, mamma non c'era.
Non era neanche in camera sua.
«Mammaaa??»
Entro in camera e poso lo zaino a terra.
«È uscita.»
Alzo lo sguardo, Enea è disteso nel letto e mi parla da dietro il telefono.
«Dove cazzo eri ieri sera?» mi avvicino a lui.
«Fuori.» si strofina la fronte «Smettila di urlare, mi fa male la testa.»
«Eri ubriaco?»
«Ma quando? Di che parli?» chiede confuso.
«Ieri sera. Ti ho aspettato fino a tarda notte sveglia, non sei rientrato. Ti ho trovato stamattina buttato sul letto ancora con i vestiti di fuori indosso.»
«Ero stanco.»
«E ora ti fa male la testa perché eri stanco?»
Non mi risponde.
«Perché non hai detto a mamma che non lavoravi?»
«Poi si preoccupava.»
«Meglio così allora, vero?» alzo gli occhi in aria.
«Oh ma che vuoi!?» si infastidisce e si alza. Mi passa accanto, mi schiva con una spallata.
Gli tiro il braccio «Almeno mi dici che hai fatto?»
«Ero con un collega.» si libera dalla mia presa ed esce dalla stanza.

~ Venerdì 22 Settembre, ore 14:59

Il resto della settimana è stato molto monotono, i pomeriggi sono rimasta a casa per studiare e collegare i pezzi di puzzle tra gli argomenti che mi ha spiegato Lucrezia e quelli nuovi introdotti dai professori.
In questo momento sono con Lucrezia e Beatrice, appena uscite da scuola siamo venute qui, a casa mia, e adesso stiamo iniziando a recuperare tutto ciò che ci serve per il lavoro di gruppo.
In questi giorni abbiamo comprato un cartellone, fatto stampare delle foto e preparato fogli di appunti con tanto di approfondimenti e ricerche di google.
Io sto scrivendo il titolo in alto: il Seicento.
Beatrice sta evidenziando e riscrivendo le informazioni più importanti sintetizzando al minimo le frasi.
Lucrezia nel frattempo si è appisolata sul mio divano.
«Certo che solo lei poteva riuscire ad addormentarsi in due secondi.» commento ridendo.
«È Lucrezia!» ribatte Bea.
Dopo aver concluso il titolo, Beatrice mi ha dettato una ad una tutte le didascalie da trascrivere, e così ho fatto, tenendo conto dello spazio necessario per incollare le immagini.
A quel punto abbiamo svegliato Lucrezia.
«Tieni.» ho detto con in mano le forbici e la colla «Ora tocca a te. Ritaglia bene tutte le foto e poi incollale, mi raccomando dritte!»
E mentre lei finiva il lavoro, io e Bea ci siamo buttate sul divano e riso sui video che facevamo vedere l'una all'altra.
E dopo 3 complessive ore di lavoro, comprese pause e chiacchiere inutili, alle 17:25 il cartellone era pronto per essere consegnato.
A quel punto ci siamo dedicate ad un'attività più interessante: abbiamo sparlato le nostre compagne ed il loro atteggiamento da "dive teste di cazzo", così da noi definite.

~ Sabato 23 Settembre, ore 16:19

Ieri sera, prima che le ragazze se ne tornassero a casa, abbiamo fatto un po' di programmi.
Questo sera sarà tutta per noi! maschere, gossip, vino bianco e comodi pigiami.
Ecco perché in questo momento sto preparando un borsone. Ho già messo dentro un cambio, i trucchi e qualche maschera.
Adesso è il turno della doccia, i capelli sono in pessime condizioni, è necessaria.
Ne approfitto anche per depilarmi, tutta, dalla testa ai piedi.

Arrivata a casa di Lucrezia era già tutto pronto.
In salotto c'erano ciotole colme di patatine e pop corn, coca-cola, fanta e caramelle. E, una volta sedute tutte e tre sul divano, ha tirato fuori lei.. una splendida bottiglia di vino bianco ancora sigillata.
«Ora si che ragioniamo!» ha commentato Bea.
Siamo scoppiate a ridere tutte.
Dopo circa 3 maschere è arrivata la pizza, abbiamo messo su un film: Il diavolo veste Prada.
Inutile dire che nel giro di poche ore eravamo già belle che ubriache.

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