1. There's a fire starting in my heart

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Madeline

<<Però è strana>>.                                              

<<Che cosa?>> chiese la voce di mia madre alle mie spalle. 

 Uno specchio aranciato, foglie leggere cullate dal vento di fine agosto. È ciò che continuavo ad osservare interrottamente dalla grande finestra del salotto al piano di sopra.

La luce abbandonava pian piano le strade delle periferie di Boston, per lasciare spazio alla notte, che con la sua oscurità, si preparava a sostituirla. 

 <<Quella villa, non lo so, le storie che girano su di essa mi sembrano solo menzogne>> risposi incantata dal panorama. 

 <<Oh Madeline, ancora con questa storia? Ne sembri veramente troppo ossessionata>> mi richiamò con tono scocciato e sicuramente lanciandomi un'occhiataccia. 

 Sospirai e mi staccai dal davanzale della finestra a cui ero appoggiata e raggiunsi mia madre seduta sul divano, intenta sorseggiare una tazzina di caffè.

 <<E' vero, potrei sembrarlo, ma ho i miei motivi>> continuai e mi sedetti accanto a lei. Mia madre mi fece un cenno con il capo verso la tazzina ed io annuii. Me la porse ed io iniziai a sorseggiare piano la bevanda fumante.

 <<E quali sarebbero?>> mi chiese con tono leggermente scocciato.                 

<<Partiamo dalla scomparsa. Credi possibile che non si siano ritrovati dopo quasi vent'anni?>> i miei pensieri mi frullavano in testa alla velocità della luce.

 Tante domande, nessuna risposta. 

 <<Beh non è detto siano scomparsi. Girano diverse storie sul loro conto. Non credi che siano soltanto fantasie? Una leggenda per spaventare gli abitanti e non lasciarli avvicinare>> sostenne con convinzione. Io corrucciai la fronte. Quella era l'ultima cosa a cui credevo.

 <<No, ne sono certa. C'è qualcosa di più grande sotto e...>> non riuscii a continuare perché all'udire queste mie parole, sul volto di mia madre si stampò un'espressione seria. 

Troppo seria.

 <<Non c'è nulla di particolare. Ed anche se fosse non è un problema nostro. Non metterti nei guai Madeline, per favore>> mi redarguì turbata.   

Non capivo cosa l'avesse portata a sviare subito l'argomento. Ci riflettei su, ma il flusso dei miei pensieri venne interrotto dal suono della porta d'ingresso che sbatteva. 

 <<Sarà tuo padre, scendi?>> chiese, aspettando una mia risposta. 

 <<No, me ne vado in camera>> le voltai le spalle e mi diressi per il lungo corridoio della zona notte. 

 Il suo atteggiamento mi aveva innervosita e purtroppo - purtroppo perché era un mio grande problema – avevo sempre avuto difficoltà nel gestire la rabbia e le emozioni, come dire, turbolente.

Ero sempre stata una persona che si innervosiva facilmente per qualsiasi cosa, ma specialmente quando le cose non andavano per il verso giusto, ovvero secondo i miei piani. 

 Un argomento che rientrava in quella categoria, era proprio la "villa misteriosa". Ogni volta che provavo ad aprire l'argomento, ai miei veniva letteralmente il voltastomaco. Le loro espressioni si trasformavano, erano come attraversate da qualcosa di oscuro, ed il terrore si impossessava di loro.

 Ah, che paura!  

Non ero pazza ad essere così convinta a scoprirne di più, avevo le mie ferme ragioni. Le storie su di essa erano infinite, ognuna raccontava versioni diverse di come erano realmente andati i fatti. Perché beh si, dietro si nascondevano cose che non volevano rivelare.

Until the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora