LiamDue occhi blu. Blu come l'oceano.
Era l'unica cosa che vedevo dopo aver alzato lo sguardo sulla persona contro cui mi ero accidentalmente scontrato.
Avevo lo sguardo fisso su quelle iridi dalla bellezza comparabile con l'impetuosità di un mare in tempesta. Ne distinguevo ogni minima sfumatura, dal blu intenso del contorno, al verde acqua che sfumava intorno alla pupilla in un dorato talmente lucente, che abbagliava come oro.
Mi allontanai leggermente e lì la potei osservare meglio.
Rossi capelli mossi le ricadevano morbidi sulle spalle. Un viso candido con minuscole puntine sul naso, contornato da un'espressione attenta e sorpresa.
Nessuno dei due osava parlare, rimanemmo in silenzio, occhi negli occhi.
<<Oh stai attenta, rossina>> fui io a rompere il silenzio con la prima cosa che mi venne in mente. Lei mi scrutò attentamente e solo dopo qualche secondo trasformò il suo sguardo in uno omicida. Mi guardò lanciandomi fulmini dagli occhi.
Si era parecchio innervosita la ragazzina.
Fu quando appresi che il mio cellulare si era spiaccicato a terra insieme a tutti i suoi libri, che mi innervosì a mia volta. Si era rotto, non si accendeva. Per poco non mi veniva da ridere. Tutto perché quella davanti a me, non aveva guardato dove andava.
La cosa che però mi fece imbestialire di più, fu il suo sguardo di sfida.
Quegli occhi dai quali prima ero rimasto un po' spiazzato, adesso erano fissi sui miei e mi squadravano senza pietà.
Era piena di sé, lo capii dal suo sguardo fermo e sicuro.
Non gliene fregava niente che si trovasse in un corridoio, davanti la maggior parte dell'Università.
La sua attenzione era concentrata tutta su di me, ero io il suo obiettivo. E lei il mio.
Ci scambiammo qualche parola, anzi più che parola direi qualche insulto, dove la mia pazienza fu messa a dura prova.
Chi si credeva per rivolgersi a me in quel modo?
Era evidente non mi conoscesse affatto.
Non l'avevo mai vista prima d'ora, e appresi fosse del primo anno. Conoscevo tutti gli studenti di Harvard, ed un faccino incazzato non sfuggiva certo alla mia attenzione.
La rabbia ed il nervosismo mi ribollivano nelle vene. Non solo mi era andata a sbattere contro, ma voleva anche ragione e si era permessa di insultarmi. Non che mi importasse cosa pensasse lei, ma doveva sapere che nessuno e proprio nessuno si era mai permesso di contraddirmi. E nessuno lo avrebbe più fatto.
Forse fu proprio per questo che, guardandomi intorno, le facce di tutti erano un misto tra lo stupore e l'indignazione proprio verso la rossa che mi aveva appena lasciato in mezzo al corridoio. Cosa peggiore, sembrava l'unica a non conoscermi. Come se non sapesse chi fossi, e peggio ancora, non gli importasse.
Beh, aveva tempo per capire contro chi si era messa contro.
Non per vantarmi, ma ero un ragazzo che sicuramente non passava inosservato alle ragazze. Tutte quelle di Harvard avrebbero pagato oro per anche solo potermi rivolgere la parola e ricevere un minimo di attenzione. Questa cosa non posso negare mi piacesse, ma spesso era pesante. Non c'era volta in cui io facessi due passi, e migliaia di iridi non mi si puntassero addosso. Io lo sapevo, e ormai non ci facevo più caso.
La conferma la ebbi quando continuai per la mia strada imboccando il corridoio opposto al quale ero già passato. Il suono delle suole rimbombò tra le pareti quando calò il silenzio. Andai avanti verso l'aula di economia e sentii ogni sguardo posarsi su di me.
![](https://img.wattpad.com/cover/373208518-288-k532055.jpg)
STAI LEGGENDO
Until the end
Romance<<Per me esisteva solo quel ghiaccio, e per lui solo quell'oceano. Io potevo rabbrividire al freddo, e lui poteva riscaldarsi al calore. In un andamento per antitesi di cui scintille si percepivano persino a distanza>> Made...