«Guarda» Aurora indicò il cielo terso, «Tu che sei di Grildes, sai che cos'è successo al tuo mondo e a Mareas? Stamattina si sono fusi i due portali.»
Korus schermò la luce del sole con le mani e strizzò gli occhi. Una piccola sfera luminosa solcava il cielo alla destra della stella pilastro; era nitida e sembrava brillare di luce propria. La fata sospirò.
«Appena sono arrivati i razzisti a distruggere le nostre case, io e la mia famiglia siamo andati su Shora. Abbiamo preso una casa in affittò là.» Korus abbassò lo sguardo. Strappò un filo d'erba e lo prese tra le labbra.
Aurora annuì. Volse lo sguardo verso il cielo, poi fissò gli occhi color carminio del suo amico.
«Senti... in quanti siete su Shora?»
«Siamo io, i miei, mia sorella, poi ci sono i miei zii, i miei nonni... insomma, tutta la famiglia riunita. Abbiamo affittato una casa molto grande.» sbiascicò. Sfilò il filo d'erba, «Non potevamo lasciare su Grildes nessuno dei nostri, sarebbe stato troppo pericoloso.»
«Eh, sì, anch'io non avrei lasciato nessuno su Grildes. Ti capisco, è la cosa più sensata da fare.» confermò Aurora, «Se non foste così tanti vi ospiterei volentieri io, ma mi sa che nemmeno ristrutturando il vecchio fienile ci sarebbero abbastanza letti per tutti.»
Korus alzò un angolo della bocca, «Non ti preoccupare. Su Shora fa un caldo tremendo ma sembra sia un posto sicuro... almeno per ora.» La fata staccò un altro filo d'erba e lo mise fra i denti.
Aurora annuì e volse lo sguardo all'orizzonte. Strinse gli occhi per la luce del sole, poi appoggiò la testa sul tronco dell'albero e chiuse gli occhi.
Korus si voltò a guardarla e un sorriso sincero gli colorò le guance. Fece scorrere le pupille sui capelli e sul viso della sua amica, lentamente, come per imprimere nella sua mente ogni minimo particolare: dai riflessi dorati alle ciglia ricurve, dai lineamenti dolci al naso appuntito. La fata inspirò l'aria frizzante di montagna.
«Ti va di fare qualcosa?»
Aurora aprì un occhio: «Va bene. Qua non c'è molto da fare, ma se vuoi possiamo andare al fiume oppure fare un volo.»
«Non ti preoccupare, entrambe le proposte vanno benissimo. Lo sai che non sono un tipo da festa.»
«Nemmeno io.» Aurora sorrise.
I due si alzarono e decisero infine di incamminarsi verso il torrente; passarono la giornata a chiacchierare lungo le sponde del corso d'acqua scoprendo piscine naturali e piccole cascate. Sotto ogni masso sembrava si celasse un segreto: dai nidi di formiche indaffarate nell'umidità del terreno a ossa più o meno frantumate di animali. Sul pelo dell'acqua remavano le notonette, mentre poco più in profondità nuotavano le trote. Con un po' di fortuna e aguzzando la vista, i due adocchiarono anche un gambero di fiume in un anfratto.
La sera arrivò presto e i due quasi non se ne accorsero. Il sole era ancora abbastanza alto all'orizzonte nonostante fossero ormai le sette di sera.
«Korus, c'ho fame!»
Korus si voltò verso Aurora e rise.
«E con ciò?»
«Ti sto invitando a cena, pasticcio... uh!» La fata d'aria scivolò su un sasso mentre stava attraversando la sponda e atterrò con l'avambraccio nell'acqua. Scoppiò a ridere.
Korus la guardò e scosse la testa.
«Mi sa tanto che qua il pasticcio sei tu.» Raggiunse Aurora e la prese in braccio.
«Nah, sono ancora tutta intera.» La fata d'aria osservò l'amico, «Senti, ho capito che vuoi mostrare i tuoi bicipiti come un umano palestrato, però anche meno, eh.»
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I DISCENDENTI E I SIGILLI DEL PORTALE
Random⚠️ [ IN CORSO ] ⚠️ Cosa accadrebbe se alcune fate si alleassero per distruggere la Terra e, con essa, la specie che odiano più di ogni altra cosa? È una domanda che i Saggi del Consiglio Superiore della Magia non si erano mai posti perché non avrebb...