I don't want that story to repeat itself

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Nicholas

Lo avevo chiesto io a Monic.

Non perché io ne fossi davvero interessato, non come quei ragazzini in pubertà che vivono in un mondo di illusioni.

Lo avevo domandato perché già dalla prima volta che l'avevo vista avevo notato le sue nocche arrossate, ma ebbi una vera e propria conferma quando prima che uscissi, la sera che era appena arrivata, la sentii tossire in bagno e subito dopo tirare lo sciacquone.

Quindi si, lo avevo domandato per sapere se oltre saltare i pasti o ributtarli oralmente, faceva ulteriori sforzi fisici.

Non voglio che la storia si ripeta.

Non mi interessava di Ellen, ma del suo disturbo , e sarebbe stata mia responsabilità curarla.

Se la storia avrebbe dovuto ripetersi non me lo sarei mai perdonato.

Perché studiavo psicologia sennò?

Per aiutare.

Aiutando le altre persone riuscivo ad aiutare me stesso, mi sentivo utile.

Non inutile come mi sono sentito quando ho scoperto che mio padre uccise mia madre pur di non avermi.

Come sono sopravvissuto?

Beh era troppo tardi quando la uccise e sono sopravvissuto, semplice.

Una volta salito in macchina e acceso il carburante mi riaffiorò in mente che Ellen aveva la lezione di pole dance, ed ero sicuro che non avesse mangiato nulla.

<<Prima di accompagnarti andiamo a mangiare qualcosa.>> proposi, anche se noncurante della risposta presi la strada per il centro a Cambridge, pieno di bar, gelaterie e ristoranti.

<<Non mi sembra il caso tra poco ho danza.>>

Cominciò a grattarsi le unghie nervosa e appena si accorse che invece di guardare la strada guardavo proprio le sue mani, se le coprì in mezzo alle cosce.

Ti sembro coglione?

<<Tra poco intendi tra un'ora e mezza?>> dissi premendo l'acceleratore.

<<Si e va piano Gesù.>> gemette con un po' di spavento.

Chissà se al posto di Gesù avrebbe urlato il mio nome.

Eccitante si, ma niente di più.

<<Andiamo in caffetteria, non mangi dalla sera che sei arrivata.>>

<<E te che ti interessa, é il mio lo stomaco.>>

<<Non voglio avere la responsabilità se poi mi cadi per terra.>> ribattei serio, mentre lei sembrò pensarci.

Perlomeno non come c'è l'ho avuta con mia madre.

<<Un gelato al limone forse lo posso mangiare.>>

"Qualcuno vuole proprio fottermi" pensai guardando in alto, mettendo in evidenza il
pomo d'Adamo.

Lo prendevo sempre il venerdì con mia madre, prima che cominciasse a lavorare per quella maledetta azienda di moda e da lì non lo avevo più mangiato.

<<Ti sembro il tipo da gelato?>>

<<Ah, va bene allora non lo so.>> disse offesa, con un broncio stampato in viso.

<<Vuoi che ti prenda la coppetta o il cono?>>

Si qualcuno vuole proprio fottermi.

Ellen inclinò il viso verso la mia direzione e io annegai nei suoi occhi tondi, che la facevano sembrare Bambi.

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