1. L'Isola

74 13 10
                                    

So tonight you better stop and rebuild all your ruins, because peace and trust can win the day despite of all your losing.
-Led Zeppelin

[T/n sta per tuo nome]

Mi sveglio con la testa che rimbomba e il sapore del sale sulle labbra.

La prima cosa che vedo è il cielo blu, interrotto da un volto familiare che mi fissa con preoccupazione.

“T/n, mi senti? Sei sveglia?”

La voce di Jack mi riporta bruscamente alla realtà.

Mio fratello ha quel tono autoritario che usa quando qualcosa va veramente male.

Lo vedo solo vagamente, come se il mondo fosse leggermente sfocato.

Cerco di alzarmi, ma un dolore acuto alla gamba mi fa gemere.

“Stai ferma, hai una ferita alla gamba” dice con quella calma che riesce a mantenere anche quando tutto va a rotoli.

Mi accorgo che sta tentando di fasciarmi con un pezzo della sua camicia, trasformata in una benda improvvisata.

“Jack, cosa... cosa è successo?” La mia voce è roca, come se avessi urlato per ore.

“L’aereo si è schiantato” risponde, il suo sguardo si fa più intenso “Siamo su un’isola. Non so dove, ma dobbiamo stare calmi. Io sono qui, ok?”

Annuisco, cercando di ignorare il dolore.

Jack finisce di bendarmi e mi aiuta a sedermi.

La spiaggia intorno a noi è un caos di detriti e persone in preda al panico.

Una donna urla mentre cerca qualcuno, un uomo tenta di tirare fuori un bagaglio da sotto un’ala dell’aereo.

“Devo andare a vedere se ci sono altri feriti” dice, guardandomi negli occhi “Puoi muoverti?”

“Penso di sì” rispondo, anche se ogni movimento mi sembra un’impresa titanica.

Jack si alza e mi aiuta a stare in piedi “Vieni con me. Stai vicina, ok?”

Cammino zoppicando accanto a lui, cercando di non farmi sopraffare dal caos.

Ogni tanto Jack si ferma per aiutare qualcuno o dare ordini a chi sembra ancora in grado di ascoltare.

Lo vedo correre da una parte all’altra, senza mai perdere la calma.

Ci imbattiamo in una donna incinta, distesa sulla sabbia e in evidente difficoltà.

Jack si inginocchia accanto a lei e le parla con calma “Come ti senti? Dove ti fa male?”

“Non lo so, ho... ho contrazioni” risponde lei, la voce tremante.

Jack fa un cenno a un giovane ragazzo che passa vicino “Tu, vieni qui. Aiutami a portarla all’ombra.”

Il ragazzo obbedisce senza esitazione, e insieme sollevano la donna e la trasportano sotto un’ala dell’aereo che offre un minimo di riparo dal sole cocente.

Io seguo da vicino, cercando di non essere d’intralcio.

“Siamo Jack e T/n” dice mio fratello mentre si prende cura della donna “Come ti chiami?”

“Claire” risponde lei, con un debole sorriso di gratitudine.

“Claire, stai tranquilla. Stai facendo un ottimo lavoro” la rassicura mentre le tiene la mano.

Mi sento inutile, come se non sapessi cosa fare.

Cerco di ricordare qualche nozione di primo soccorso che Jack mi ha insegnato anni fa, ma la mia mente è un miscuglio di immagini e suoni confusi.

Decido di cercare dell’acqua, anche solo per sentirmi utile.

“Jack, vado a cercare dell’acqua” gli dico, anche se ho paura di allontanarmi.

Lui annuisce, distratto per un momento dai suoi pensieri “Stai attenta. E torna subito qui.”

Mi avvio lungo la spiaggia, zoppicando tra i rottami e i corpi dei sopravvissuti.

Ogni tanto vedo qualcuno che ha trovato una bottiglia o un bagaglio che contiene qualcosa di utile.

Mi sento come in un incubo, dove ogni passo sembra più difficile del precedente.

Dopo quello che sembra un’eternità, trovo un trolley mezzo sepolto nella sabbia.

Lo apro e trovo alcune bottiglie d’acqua.

Una piccola vittoria, penso, mentre afferro le bottiglie e mi giro per tornare da Jack.

Quando arrivo, vedo che sta ancora assistendo Claire.

Gli porgo una bottiglia e lui mi sorride con gratitudine “Grazie, T/n. Sei fantastica.”

“Non esagerare” rispondo “È solo acqua.”

Passano le ore e mi rendo conto che, nonostante tutto, siamo sopravvissuti.

E questo, in qualche modo, è già un miracolo.

Jack continua a darsi da fare, aiutando chiunque incontri.

Lo guardo e non posso fare a meno di sentirmi orgogliosa di lui, anche se so che non glielo dirò mai.

Siamo su un’isola deserta, lontani da tutto e tutti.

Spero almeno che i soccorsi arrivino presto.

Lost - Sawyer × Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora