7. Passato

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Il giorno dopo, Jack decide di andare a cercare dell'acqua con Locke, e io, non volendo perdermi l’ennesima avventura spericolata di mio fratello, decido di seguirli.

Entriamo nella giungla, ma non appena i cespugli ci inghiottono, Locke si dilegua come un ninja dei boschi, lasciandomi sola con Jack.

Camminiamo in silenzio per un po', immersi nei nostri pensieri.

Il che è sorprendentemente rilassante, fino a quando non inizio a notare quanto sia veramente inquietante la giungla.

Ogni ramo spezzato potrebbe essere un mostro, ogni ombra un predatore.

Mi avvicino a Jack, sentendo il bisogno di parlare con lui.

“Ho trovato un quaderno tra i detriti,” dico, mostrandogli il taccuino. “Sto annotando tutto quello che succede.”

Lui sorride leggermente “Buona idea. Potrebbe essere utile.”

“C'è un'altra cosa. Non riesco ancora a dormire.”

Jack sospira “Neanche io. Mi sembra di star impazzendo.”

“Anche a me” ammetto “Ma dobbiamo tenerci forte. Loro contano su di noi.”

"Contano su di te..." lo correggo.

Sospira e mi guarda.

"Qualcuno ti ha detto qualcosa?"

"No" bofonchio.

"Anche se in questi giorni non hai fatto praticamente nulla" mi spintona con il gomito "Sei più utile e intelligente di me T/n, lo sei sempre stata..."

"Papà non la pensava così"

"Almeno per te c'era"

“Non era mai stato presente per me come per te” dico, rompendo il silenzio “Sempre impegnato, sempre da qualche parte che non fosse a casa.”

Jack annuisce, la sua espressione un misto di comprensione e rassegnazione “Era un uomo difficile. Ma ha fatto del suo meglio, credo.”

Improvvisamente, sentiamo il rumore dell'acqua.

Non è un miraggio, giusto?

Seguiamo il suono fino a trovare una grotta con una sorgente.

All'interno della grotta, c'è anche una bara.

Perfetto, proprio quello che ci serviva per migliorare la giornata.

“È la bara di...?” dico, con un nodo alla gola.

L'ironia è che, dopo tutta questa ricerca, ciò che troviamo è un simbolo di tutto quello che non abbiamo mai risolto con lui.

Jack si avvicina e, con quella sua espressione da eroe tragico, la apre.

Scopriamo che è vuota.

Ci guardiamo, increduli, un misto di confusione e angoscia.

Ma perché ci sorprende?

Niente qui è normale.

Poi ci concentriamo sulla sorgente, perché se c’è qualcosa di concreto a cui aggrapparsi in mezzo a questa follia, è l’acqua.

“Questa potrebbe essere la nostra salvezza,” dice Jack, esaminando l'acqua come se fosse il Graal.

“Sì” annuisco, cercando di pensare positivamente “E questo posto sembra abitabile. Potremmo trasferirci qui.”

Passiamo ancora un po' di tempo esplorando la grotta, parlando di nostro padre e cercando di capire cosa fare.

La conversazione oscilla tra il nostalgico e il patetico, con Jack che cerca di trovare un senso a tutto e io che tento di non farmi travolgere dalle emozioni.

“Ti ricordi quella volta che papà mi portò al lavoro e mi dimenticò lì per sei ore?” domando con un sorriso amaro.

Jack ridacchia “Sì, tornò a casa e ti cercò in ogni stanza prima di realizzare che eri ancora al pronto soccorso.”

“Beh, almeno qualcuno ha avuto delle cure mediche eccellenti quel giorno.”

Jack scuote la testa, ma sorride “Era fatto così. Sempre preso dal lavoro. Ma credo che ci volesse bene, a modo suo.”

Alla fine, decidiamo di tornare alla spiaggia e informare gli altri della nostra scoperta.

Mentre ci incamminiamo, non posso fare a meno di pensare a quanto tutto questo sia surreale.

Eppure, è la nostra realtà ora.

E dobbiamo affrontarla insieme.

Di ritorno alla spiaggia, non appena la vista dell'oceano si apre davanti a noi, sentiamo un trambusto provenire da uno degli accampamenti.

Accelero il passo, curiosa e preoccupata allo stesso tempo.

Raggiungiamo il campo proprio in tempo per vedere Sawyer e Sayid impegnati in una lotta.

Si stanno rotolando nella sabbia, scambiandosi pugni e insulti.

Mi fermo, incredula.

“Dici che è colpa del caldo o sono solo idioti?” mormoro a Jack.

“Direi entrambe le cose,” risponde lui, strofinandosi la fronte con un’espressione esasperata.

“Sawyer!” grida Jack, cercando di separarli “Basta!”

Ma Sawyer non ascolta, e Sayid sembra deciso a non mollare.

Finalmente, con l'aiuto di Boone e Hurley, riescono a dividerli.

Sawyer si allontana, soffiando furiosamente e lanciando occhiate minacciose a Sayid.

“Che diavolo è successo?” chiede Jack, visibilmente irritato.

Sayid, cercando di riavere il fiato, risponde: “È stato lui a sabotare le scorte di acqua.”

“Non è vero!” ribatte Sawyer. “È tutta una dannata bugia! Di nuovo”

"Va bene" sorrido "Lo sappiamo" dico guardandolo e sorridendo come un'ebete.

"Cos'è quell'espressione?" domanda Sawyer incrociando il mil sguardo.

I suoi occhi mi mandano in confusione e inizio a balbettare.

Jack alza gli occhi al cielo (spero creda sia solo dovuto alla stanchezza).

"Abbiamo trovato la soluzione per l'acqua"

Lost - Sawyer × Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora