9. Sawyer

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Io vorrei, non vorrei ma, se vuoi
-Battisti

Mi fermo davanti alla sua tenda.

Non so perché, o forse si.

Jack lo ha medicato poi lo ha lasciato lì da solo, nella tenda.

Prendo un respiro profondo e infilo la testa dentro "Sawyer?" chiamo.

É sdraiato sul letto improvvisato, la faccia piena di lividi e tagli.

Nonostante tutto, trova ancora la forza di guardarmi con quegli occhi sfrontati e un sorriso di sfida sulle labbra.

"Gatsby! Venuta a goderti lo spettacolo?"

"Sto solo facendo il mio lavoro. Qualcuno deve prendersi cura di te, visto che sembri avere una predilezione per metterti nei guai"

Entro nella tenda e mi avvicino a lui.

Lo sguardo di Sawyer si fa più scuro, e posso sentire la tensione nell'aria.

Nonostante la sua arroganza, so che c'è qualcosa di più sotto quella superficie ruvida.

Ma cerco di non pensarci mentre inizio a pulire una ferita sulla sua guancia "Sei sempre in giro a ficcare il naso nei miei affari" borbotta, cercando di allontanarsi dalla mia mano.

"Sto solo cercando di evitare che ti autodistruggi. Dovresti ringraziarmi-

"Ringraziarti? Per cosa? Per essere la sorellina del dottorino perfetto? Non ne ho bisogno"

Le sue parole mi colpiscono, ma cerco di non farlo vedere.

"Stronzo"

Non vuole che gli stia intorno, lo so bene.

Ma non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.

È una specie di maledizione, credo.

"Sawyer, vuoi stare fermo? Sto cercando di aiutarti"

"Non ho bisogno"

"Beh, che tu lo voglia o no, lo avrai comunque" rispondo, decisa.

Continuo a medicargli le ferite, e per un attimo c'è solo il suono del mio respiro e il suo sguardo intenso su di me.

Poi, senza preavviso, afferra il mio polso, costringendomi a fermarmi.

"Perché ti importa così tanto?" chiede, la sua voce più morbida di quanto mi aspettassi.

Mi fermo, guardandolo negli occhi "Perché sotto tutta quella maschera da duro, so che c'è qualcuno che vale la pena salvare"

Lui ridacchia, ma c'è qualcosa di vulnerabile nei suoi occhi Sei proprio testarda, lo sai?"

"Lo prendo come un complimento"

Restiamo in silenzio per un momento, e poi, senza pensare, mi avvicino a lui.

Apro il panno e inizio a passarlo delicatamente sulle sue ferite.

La sua pelle è calda sotto le mie dita, un contrasto inquietante con il rosso vivo del sangue.

Mi fermo un attimo, osservando il suo viso.

Anche così, ferito e arrabbiato, riesce a essere affascinante.

"Posso gestirmela da solo" replica lui, stringendo i denti mentre la mia mano si avvicina alla ferita più profonda "Non sono un dannato bambino"

"Ho... Ho trovato questa" dico cercando nella tasca posteriore dei pantaloni e tirando fuori una lettera.

Non mi guarda "Oh, fantastico..." poi alza lo sguardo "Cazzo T/n, dammela" dice cercando di afferrarla.

Non c'è bisogno che ci metta tutta quella forza, gliela lascio ricadere tra le mani.

Lui la prende e se la ficca in tasca.

"L'hai letta?"

Annuisco meter sento le guance andarmi a fuoco.

"Ho... All'inizio credevo fossi un grande stronzo, poi l'ho riletta... Tre volte in realtà... E mi sono accorta dello stemma sulla busta, non potevi essere più che un bambino a quel tempo... Quindi..." mi schiarisco la gola, sento il suo sguardo bruciarmi addosso ma non lo guardo "... Quindi devo dedurre che l'abbia scritta tu e..."

" Non voglio la tua pietà, T/n"

"Non è pietà!"

Il panno si ferma sulla sua guancia.

Lo guardo negli occhi, cercando di far passare tutta la mia preoccupazione e il mio affetto attraverso quello sguardo È... È affetto. È preoccupazione. È... amore, maledizione! Sai cosa sono i sentimenti? O non ne hai tu?"

Ci fissiamo per un momento, il silenzio è rotto solo dai suoi respiri pesanti.

I suoi occhi azzurri, di solito così freddi e distanti, sembrano ora vulnerabili.

Finalmente, abbassa lo sguardo.

" Non voglio che tu ti preoccupi per me" mormora. La sua voce è meno dura, quasi un sussurro.

"Ma mi preoccupo" rispondo con dolcezza.

"Sei testarda come una dannata mula" ripete, ma il suo tono è quasi affettuoso.

Lui mi guarda di nuovo, e questa volta c'è qualcosa di diverso nei suoi occhi.

Qualcosa che non riesco a decifrare, ma che mi fa battere ancora più forte il cuore.

Lentamente, senza rendermene conto, mi avvicino a lui.

Le mie labbra sono a pochi centimetri dalle sue.

E poi, prima che possa pensarci troppo, le mie labbra sono sulle sue.

Il suo respiro è caldo contro la mia bocca, un tocco di ferro e fuoco che mi fa tremare.

Sento la sua mano, debole ma determinata, sollevarsi per toccare il mio viso.

Il bacio è dolce all'inizio, lento, come se entrambi stessimo cercando di imprimerci questo momento nella memoria.

Le sue labbra sono morbide e insistenti contro le mie, il sapore del sangue mischiato a qualcosa di indefinibile ma totalmente Sawyer.

Sento il suo respiro accelerare, e il mio cuore sembra voler uscire dal petto.

Le sue dita si intrecciano nei miei capelli, tirandomi più vicino, come se temesse che potessi sfuggirgli.

Ma io non ho intenzione di andare da nessuna parte.

Quando finalmente ci separiamo, lui mi guarda con una nuova luce negli occhi "T/n"

"Lo so" chiudo gli occhi "Sono un'idiota"

Lui scuote la testa, ma c'è un sorriso sulle sue labbra "Testarda fino alla fine, eh?"

Annuisco "...Quindi... Devo dedurre che il tuo nome non sia Sawyer... Allora, mi dici quale è?"

Chiude gli occhi e scuote la testa "No di certo"

"Perché? Cos'è? Un segreto?" domando ironica alzandomi, Jack tra un po' dovrebbe venire a portargli le medicine e non voglio che mi trovi qui.

Andrebbe su tutte le furie.

Sarebbe insopportabile.

Sawyer fa spallucce senza staccare i suoi occhi dai miei.

"Beh... Vorrà dire che lo scoprirò da sola"

"Un tentativo al giorno"

Allunga una mano.

"D'accordo" sbotto stringendogliela.

Lost - Sawyer × Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora