Johnny's pov
<<E invece se ti agiti per le domande su tuo padre, evidentemente la sua coscienza non è poi così pulita...>>, le chiedo, pur sapendo che avrei suscitato in lei una forte reazione.
Sono stato molto diretto, ma a volte, quando i pazienti sono chiusi in un mondo tutto loro, mostrargli la realtà in modo secco e deciso è l'unico mezzo per scatenare una reazione. La maggior parte delle volte è negativa, soprattutto quando alcuni riescono a cogliere completamente ciò da me detto.Vedere Emily entrare in quello stato di panico mi ha fatto sentire un po' in colpa.
Così quando è corsa nella sua camera, decido di seguirla nel tentativo di calmarla.
" Devo lasciarla andare. Lei è tra i sospettati proprio come suo padre".
Non ci riesco.
Ho sbagliato non avrei dovuto farlo.
E infatti l'esito di questa mia azione è risultato negativo.<<NON TOCCARMI>>
Le sue parole mi risuonano in testa.
La mia compassione si spegne e la testa inizia a farmi molto male.
Decido di lasciarla sola.
"Devo sedermi".
"Cosa mi prende?".
All'improvviso l'immagine del taglio alla gola della signora Cooper mi ritorna in mente. Come se fosse un flashback. "Forse il mio subconscio ha notato qualcosa, o forse non riesco a soffocare la pietà che provo per la piccola Emily".
"Perché mi succede questo?".
In ogni caso io devo solo fare il mio lavoro.
"Com'è difficile".Prendo fiato e tra me e me mi dico:
<<Ripercorriamo la storia>>
Una donna trovata morta verso l'una di notte dalla figlia.
Causa morte: arma da taglio.
Tracce del killer: zero.
L'arma non è stata trovata e non ci sono impronte sul corpo della donna...tranne quelle della figlia e del marito.
Cosa stavano facendo i due?
Il marito era ubriaco e la figlia giocava con il suo animale domestico.
Perché erano svegli a quell'ora?
Litigio
"Aspetta c'è qualcosa che non torna".
Emily mi ha detto che i suoi genitori avevano litigato quella sera.
Il signor Cooper invece mi ha detto che era ubriaco quella sera.
Ora c'è da capire quando hanno litigato i due.
Mentre il signor Cooper era ubriaco o prima?
E se hanno veramente litigato, suo marito l'avrà fatta veramente uscire di casa in tarda notte?
Dagli interrogatori svolti è apparsa una persona molto possessiva e gelosa, sarebbe contraddittorio.*Drin drin*
La porta.
Ero così immerso nei miei ragionamenti che ho perso la cognizione del tempo.
Apro la porta e mi ritrovo l'agente Leo e il Signor Cooper con tutti i documenti necessari.
<<Già di ritorno!>>, esclamo sorridente cercando di nascondere il fastidio per ciò che è successo prima.
Non me la sento di raccontare tutto al mio collega.
<<Si si, vediamo di sbrigarci>>, sbraita il signor Cooper.
Dopo essere entrati Leo si guarda intorno e dice: <<Dov'è Emily?>>
<<Era stanca quindi è andata in camera sua a farsi un pisolino>>
Mi sorprende come il padre invece, non se ne sia minimamente accorto.
<<Va bene allora andrò a svegliarla>>, dice Leo.
<<Io, se non vi dispiace, mi fumo una sigaretta>>
<<Fa quello che ti pare>>, mi dice il signor Cooper.
"Spero soltanto che Emily non dica nulla di ciò che è successo".Dopo qualche minuto la vedo entrare, sempre con la testa china.
Decido di fare finta di nulla.
" Lei è solo un paziente come gli altri".
Sento il battito accelerare.
Guardo fuori la finestra per cercare di distrarmi.
<<Allora Emily, ora che l'interrogatorio di tuo padre è finito e abbiamo tutti i documenti, tocca a te. Accomodati>>, dice l'agente Leo.
<<Dunque, quest'anno devi iniziare la terza media giusto?>>, prosegue il mio collega.
Emily non risponde.
"Cosa ha intenzione di fare?".Una strana sensazione mi pervade e un brivido mi sale lungo la schiena.
Sentivo i suoi occhi fissi su di me.
<<Emily?>>
Leo cerca di attirare la sua attenzione.
<<Preferisci che sia l'agente Johnny a parlarti?>>, continua.
Mi giro verso Leo spegnendo la sigaretta.
Non ho guardato Emily, ma girando la testa, con la coda dell'occhio ne ho avuto la conferma: mi stava fissando.
<<Se non le va di parlare ci proveremo domani>>, dico al mio collega.
<<Eh va bene, allora noi leviamo il disturbo e ci vediamo domani mattina al solito orario.>>, si arrende Leo.Appena varchiamo la porta dell'appartamento Leo mi guarda con aria sospetta e mi dice: <<È successo qualcosa mentre eravamo fuori? Mi hai detto che avevi notato uno schiaffo sul volto di Emily e che le volevi parlare a proposito questo, le hai chiesto qualcosa? Sono andato a prendere "i documenti mancanti" apposta>>
<<Scusami hai ragione, ma non so davvero cosa le prende, neanche a me prima rivolgeva la parola.>>
Non so perché gli sto mentendo. Forse per proteggere Emily, o per proteggere me dal mio errore, questa situazione è così stressante.Usciti dal palazzo ci avviciniamo alla macchina.
<<Aiah>>, dico.
Il forte mal di testa torna insieme a dei crampi.
<<Tutto bene?>>, mi chiede Leo.
<<Si, non ti preoccupare. Devo andare a prendere qualcosa da mangiare, sta mattina non ho fatto colazione>>
<<Molto male Johnny, è il pasto più importante del giorno e inoltre, a persone che fanno un lavoro come il nostro servono molte energie per affrontare la giornata. Sai cosa intendo>>, dice Leo aggiustandosi i corti capelli biondi.
<<Si Leo ho capito ho capito>>
<<Comunque tu inizia pure ad andare, io mi fermo al supermercato qua vicino. Tornerò a piedi>>, gli dico.
<<Va bene, allora ci si becca domani>>
<<A domani>>, concludo.Mi dirigo verso il supermercato ancora con la testa indolenzita.
"Forse è davvero solo fame, oppure un buon frullato di stanchezza e stress. Così sembra quasi invitante".Arrivato al supermercato decido di comprarmi una ciambella alla fragola.
"Tipico cibo da poliziotto".
Mi avvio verso le casse.
"Oh no"
Poco prima della cassa vedo Emily che sta prendendo delle lattine di birra.
<<Mi sa che queste tu non puoi berle Emily >>, le dico mentre mi avvicino.
Lei si gira di scatto, quasi spaventata.
<< Johnny io devo parlarti>>, mi dice guardandomi negli occhi.
"Che confidenza, ora non mi saluta e mi chiama per nome".
<<Se hai qualcosa da dire avrai tutto il tempo per farlo domani>>
<<No io devo e adesso, ti prego>>
"Cosa vorrà ora".
<<Se proprio non puoi aspettare mi tratterò un po' a casa tua>>
<<No, a casa no. Per favore>>
"Cosa? E cosa vorrebbe fare?".
<<E dove vorresti parlare, per strada?>>
<<Scusami>>, mi dice correndo verso di me e abbracciandomi.
"Ma cosa diavolo le prende?"
Mi allontano.
<<Emily che succede?>>, le dico con tono placato e freddo.
<<Tu mi puoi aiutare>>
Non dovrei accettare senza il permesso della polizia, ma magari mi darà informazioni utili per chiudere questo caso.
<<Va bene Emily allora adesso posiamo la spesa a casa tua e poi verrai da me>>
<<Grazie>>
Nei suoi occhi intravedo una luce di speranza.Una volta usciti dal supermercato ci siamo diretti a casa del signor Cooper.
<<Dove vorresti portare mia figlia?>>, sbraita.
<<Nell'ufficio di polizia per accertarci dell'attendibilità dei documenti>>
Mento ovviamente.
Spero solo che non esca nulla di tutto ciò davanti a Leo.
<<Accidenti a voi e a questi documenti, eh va bene andate. Ma aspettate un attimo, Emily hai fatto la spesa?>>
Non capisco se ha tanta fiducia in noi agenti, o non gliene freghi nulla della figlia.
<<Si, ecco papà>>, dice mentre gli passa il sacchetto.
<<Allora potete anche sparire>>, dice chiudendoci la porta in faccia.<<Un simpaticone tuo padre eh>>, dico con tono scherzoso an Emily.
Lei non risponde ma continua a guardarmi.
"È quasi inquietante"."E anche oggi prevedo una lunghissima giornata".
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The other side
Mystery / ThrillerEmily Cooper ha tredici anni, ma la vita le ha riservato già fin troppo odio e dolore. Una notte, è proprio lei a ritrovare il corpo di sua madre privo di vita, ed è allora che le cose cominceranno a cambiare. -The other side