Capitolo 5

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Emily's pov

"Vorrei solo essere amata...ma c'è qualcosa che non va".
Perché?
Sento un grosso nodo alla gola, ma questa volta la sensazione è diversa da quella che provo stando a casa. Fa più male. Vedo dentro di me una piccola fiaccola che sta per spegnersi. Mi sento delusa da me stessa e non capisco il perché.
Forse questa volta è diverso.
Forse questa volta voglio veramente aiutarmi.
Ma perché voglio farlo?
Ho  trovato una ragione per salvarmi?

C'era qualcosa in questa storia che mi faceva veramente sentire in colpa.
"Johnny".
Era arrabbiato con me?
Perché mi importa?
Lui è stato gentile con me e io l'ho respinto.
L'immagine del suo volto deluso mi ritorna in mente.
"Dopo avergli urlato contro non mi ha più rivolto la parola".

Ricordare quello che era successo poco fa era davvero doloroso, ma non riuscivo a farne a meno.

Mi riaffiorano  tutti i suoi comportamenti astiosi. I suoi occhi mi evitavano, faceva finta che non ci fossi e come se non bastasse, dopo la proposta reclamatami dall'agente Leo, senza nemmeno aspettare una mia risposta, ha chiuso l'interrogatorio.

"Ho deluso l'unica persona che era dalla mia parte, ed è tutta colpa mia".
Il nodo alla gola inizia a stringere sempre di più. Trattenere le lacrime diventa sempre più difficile, così tanto da farmene scivolare una.

"Effettivamente la tua impassibilità in questa faccenda risulta proprio bizzarra no? Non ti ho mai vista piangere per la morte di tua madre". 
Le sue parole mi riecheggiano in mente.
"L'ha detto solo per stuzzicarmi, d'altronde quello è il suo lavoro. Lui è sicuramente dalla mia parte".

Per quanto riguarda l'assassinio di mia madre non mi importa veramente scoprire il colpevole. Non ho mai voluto bene mia madre e  per quanto potesse farmi pena, non merita la giustizia. Eppure  se riuscissi a incastrare mio padre  per omicidio, o anche solo per tutti gli abusi subiti da lui, sarebbe magnifico e Johnny tornerebbe a volermi bene. Farei sicuramente la scelta giusta.

E una volta incarcerato mio padre io dove andrò a finire?

Johnny mi abbandonerà? Non voglio finire in un orfanotrofio.

Uno dei tanti motivi per cui non ho denunciato la mia situazione né a scuola né altrove è proprio questa: gli orfanotrofi. Mia madre viene da uno di quei posti. Mi ha sempre detto che se avessi raccontato di quello che succedeva in casa a qualcuno, sarei finita anche io lì, proprio come lei. Mi diceva anche che mi avrebbero trattata malissimo e che me lo sarei meritata, perché sono solo un peso. Inoltre mi raccontava spesso delle violenze subite lì, e ricordo che a volte, quando veniva picchiata da mio padre, lo chiamava con il nome della badante. Tutto ciò mi spaventa a morte, ma allo stesso tempo mi da un briciolo di speranza. Se attribuiva l'immagine di quella donna a mio padre significava che la situazione in quei luoghi non è molto diversa da quella in cui mi ritrovo ora, e poi non è sicuro che io finisca in uno di quei posti.

Ho ancora molta paura, eppure dentro di me sento ancora un briciolo di speranza.

Allora posso salvarmi?

<<Si Emily tu puoi salvarti>>, mi dico sottovoce.

Cerco di trattenere le lacrime, ma anche sta volta risulta impossibile non farne scendere una.

"È così difficile, ma posso farcela. Io devo credere in me, almeno questa volta".

<<Mi sa che queste tu non puoi berle Emily >>

Sento una voce familiare.

"Johnny".

Cosa ci fa qua? è venuto a cercarmi?

Vedo i suoi occhi cadere sulle lattine di birra che avevo in mano.
Ero così persa nei miei pensieri che mi ero dimenticata di essere in un supermercato.

Qualunque sia il motivo, lui ora è qui e io devo approfittarne prima che cambi di nuovo idea.
"Vai Emily puoi farcela io credo in te".
Un pizzico di adrenalina invade il mio corpo.

<<Johnny io devo parlarti>>

Finalmente ci sono riuscita.
Sento  il corpo leggero, una strana sensazione, il cuore inizia subito a scaldarsi. La fiaccola si stava riaccendendo.

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