Prologo

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Un anno prima

Alison

'Basta'
È ciò che la mia mente continua a dirmi da tanto, troppo tempo.

Sono passati 3 anni dalla sua morte, ma è come se fosse ieri.
Ricordo a memoria i volti rigati di lacrime dei miei parenti, di mia madre e persino di zio Marcus, che non piange mai.
In quel momento eravamo tutti più vulnerabili e scossi del
previsto.

Si dice che ognuno ha un proprio modo di reagire al dolore, che sia fisico o mentale.
Bene, se tutti avevano i volti rigati di lacrime, io non ne versai neanche una. Perché?

Perché da sempre il mio modo di affrontare il dolore è fingendo di essere indifferente ad esso.

Tutte le persone presenti al funerale mi guardavano pensando
"Che ingrata, il padre le è morto e lei non ha versato neanche una lacrima"
"Spero di non aver cresciuto mia figlia come lei"

A me personalmente non è mai fregato nulla del giudizio della gente.
Molto spesso le parole si usano per creare altro dolore, non per curarlo.

Se solo sapessero che da allora, da quel cazzo di 26 settmbre, nel mio cuore è rimasta una voragine enorme, che inghiottisce tutte le emozioni che provo.

Se sapessero che, invece di mostrarmi vulnerabile davanti a tutti, preferisco piangere di nascosto perché ho paura di annoiare le persone col mio dolore.

Se sapessero quanti pensieri mi passano per la testa ogni giorno, che la mia mente non smette mai di farsi ansie e paranoie.

Se solo sapessero.

Ma quando ho capito che non sapranno mai, ho imparato semplicemente a fregarmene.

Certo, alcuni commenti fanno ancora male, ci sono alcune ferite da ricucire, ma nulla che non si possa risolvere.

A tutto c'è rimedio, tranne alla morte

È ciò che papà mi ripeteva sempre, sin da quando ero in fasce.

Da quando non c'è più, è diventato il mio mantra.

Quando mi hanno detto per cosa è morto, tumore al cervello, mi sono rivolta a chiunque stesse scrivedo la mia storia

"Perché proprio lui? Siamo 8 miliardi di persone, cazzo. E tra tutti, proprio lui?"

Da lì è iniziata la depressione di mamma, i continui lavori sperano di arrivare a fine mese, le bollette arretrate, la spesa da fare.

E in tutto ciò volete sapere chi, anche solo per curiosità, ha provato a rivolgermi la parola? Nessuno.

Ho dovuto portare sulle mie esili spalle tutto il peso della nostra, ormai distrutta, famiglia.

Perciò, dopo due anni, dico finalmente basta.

Basta pensare a tutto

Prendo la valigia con i soldi e un paio di vestiti lavati da qulche giorno.
Mi dispiace dover lasciare mamma, ma io ho il bisogno di andarmene da qui

Voglio vivere la vita di un'adolescente normale.

Voglio poter instaurare forti amicizie.

Voglio poter innamorarmi.

Voglio poter andare in discoteca senza avere la costante paura che mamma tenti di togliersi la vita.

Voglio fare sesso per la prima volta.

Voglio poter andare a fare shopping con le mie coetanee senza aver paura di spendere troppo.

Lascio le chiavi di casa sul tavolo e prendo il biglietto di sola andata tra le mie mani.

New York University, sto arrivando.

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