Capitolo 3

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Felix's POV

È arrivato lunedì, il giorno in cui mi accerterò dell'omicidio di quell'uomo debitore. Mi svegliai presto per prepararmi sia fisicamente che mentalmente, poi mi recai nel garage dove mi attendeva Christopher all'entrata della macchina.
<< Pronto capo? >>, mi chiese lui quasi per rassicurarmi.
Adoravo il modo paterno in cui parlava con gli altri, ma sopratutto con me. Mi faceva sentire al sicuro, nonostante tutto quello che ha passato anche a causa nostra con me ha quasi sempre avuto un atteggiamento da fratello maggiore. È in assoluto la miglior guardia che si possa avere.
<< Se ho te al tuo fianco lo sono sempre. >>, risposi sorridendo.
Salimmo entrambi in auto, Christopher al posto del guidatore iniziò a dirigersi verso la nostra destinazione.
Arrivammo alla tana del mal capitato. L'ansia iniziava a pervadere il mio corpo, ma no. Questa volta non devo combinare disastri. Freddo, come ti ha insegnato tuo padre.
Bussammo alla porta la prima volta. Nessuna risposta. Bussammo la seconda. Nessuna risposta. Alla terza con un colpo di pistola forammo un buco nella porta.
<< Se non apre immediatamente le pene saranno peggiori, la preghiamo di uscire. >> dissi urlando avvicinandomi alla porta.
Bene...non mi lasci altra scelta eh?
A malincuore tirai un lungo sospiro, chiusi gli occhi e quando li riaprii feci sennò a Christopher di sfondare la porta.
Mi dispiace.
Dopo svariati colpi di spalla per buttare giù il portone, entrammo dentro la dimora. Troppo ricca per un umile mercante. La casa era vuota, ma sapevamo che era nascosto da qualche parte. Iniziammo a cercarlo.
<< Esci fuori pezzo di merda. >> urlai fuori di senno. Volevo andarmene il prima possibile.
Vedi Christopher chiaramente a disagio ad assistere alla scena, d'altronde è la stessa che ha vissuto lui 20 anni fa.
Mi disgusto da solo.
Inizio a sparare proiettili per disperazione creando un rimbombo nella mia testa, quasi un fischio assordante.
<< Non c'è nessuno qua, andiamocene. >> dissi avvilito.
Chan annuì senza proferire parola e mi accompagnò all'uscita. Mentre ci dirigevamo senza alcun risultato verso l'auto, vidi Christopher girarsi di scatto e urlare il mio nome.
Non feci in tempo a girarmi che l'uomo uscito allo scoperto ci aveva teso un'imboscata. Con in mano una pistola, l'uomo sparò un proiettile che mi arrivò dritto nella spalla. Non fece in tempo a spararne un secondo che Christopher lo aveva già ucciso. Non riuscivo a vedere bene, la vista offuscata riusciva solo a mostrarmi l'enorme quantità di sangue che usciva dal mio corpo. Sentivo solo il fischio acuto dello sparo e in lontananza la voce in panicata di Chan. Percepii i suoi bicipiti afferrarmi al volo subito prima che svenni.
Anche questa volta avevo combinato un disastro...

Minho's POV

Vidi arrivare Christopher di corsa e capii che qualcosa era andato storto.
<< Si sbrighi la prego, Felix è stato colpito e sta perdendo molto sangue! >> disse con tono allarmato.
Mi precipitai di corsa verso la macchina e appena aprii lo sportello vidi Felix sdraiato sui sedili posteriori senza sensi. Dato la sua enorme leggerezza lo presi in braccio e lo portai dentro.
<< Infermiera! Infermiera! Dov'è l'infemiera?! >> dissi urlando per la reggia con in braccio il corpo inerme di Felix e Christopher dietro che mi seguiva.
Finalmente arrivai in infermeria ed è lì che lo lasciai nelle mani dei nostri medici giurati. Aveva un proiettile collocato al di sotto della spalla sinistra. Fortunatamente non ha colpito il cuore.
Il tempo di lasciare Felix su un lettino che arrivó nostro padre, non particolarmente di buon umore.
<< Cosa cazzo è successo a tuo fratello. >> disse con il suo solito tono freddo e privo di empatia.
<< È stato colpito alla spalla da un proiettile di alta velocità. >> risposi.
<< Allora te a cosa cazzo servi? Fai la guardia del corpo o stai lì a guardare? Tu dovevi essere colpito non lui. >> ribatté mio padre a Christopher, che si limitò ad abbassare la testa.
<< Tuo fratello è inutile per questa famiglia, non è capace nemmeno di uccidere un mercante, ma anzi si fa colpire lui alle spalle. Non merita questo privilegio. >> concluse mentre se ne andava lungo il corridoio buio.
Guardai Christopher negli occhi, era chiaramente a disagio. Non potevamo fare molto in quella situazione, l'unica cosa che però potevamo fare era aspettare Felix si risvegliasse.
<< Vai a riposarti Christopher, ti chiamo io appena si sveglia. >>, come gli dissi lui fece, lasciandomi solo davanti la porta dell'infermeria, immobile ad aspettare che qualcuno mi desse l'ordine di entrare.
Ordine. Ordine. Ordine.
Dobbiamo sempre ricevere ordini. Noi siamo nati per questo.
Restai a fissare la finestrella del piccolo reparto di rianimazione cercando il corpo di Felix ovunque. Erano passate si e o no due ore ed io ero ancora lì, ad aspettare che mio fratello desse segni di vita.
Quando avevo perso le speranze e stavo per andarmene, un'infermiera finalmente uscì e io mi precipitai a chiedere informazioni su come stesse Felix.
<< Scusi, sono Minho, sono qui per Felix. Può dirmi come sta? >> dissi di corsa bloccando l'infermiera lungo il reparto.
<< Oh salve, certo Felix al momento è sotto antidolorifici, abbiamo appena effettuato la rimozione del proiettile. Se vuole posso accompagnarla da lui. >> rispose lei in modo gentile, disponibile a rispondere ad ogni mio dubbio.
<< Certo. >> risposi.
Finalmente quella porta che avevo guardato per più di due ore si era aperta e potevo percepire il cambio di temperatura e l'odore invasivodi disinfettante. Girando il volto a destra e a sinistra riuscivo a scorgere decine di persone allettate, chi in gravi condizioni chi meno. Ed eccoci arrivati dal mio fratellino, con gli occhi chiusi, la bocca semi aperta che rilasciava un flebile respiro e flebo di sacche di sangue che gli ridavano ciò che era suo: la vita.
<< Vi lascio un po' soli. >> disse l'infermiera.
Io annuii e mi sedetti accanto al letto in cui giaceva Felix. Lo guardavo intensamente, pensavo a quanto eravamo diversi. Io sono sempre eccelso in tutto, la mia freddezza mi aiutava nei lavori macabri che dovevo compiere. A me non è mai importato realmente nulla delle vite che andavo a spezzare. Invece lui è sempre stato più sensibile, più rispettoso del dono che tutti noi abbiamo solo una volta, la possibilità di vivere. Forse sto davvero diventando come mio padre, forse ciò che sto facendo è sbagliato.
Chiusi gli occhi e appoggiai la fronte sulle mie mani poggiate sul letto. Felix è sempre riuscito ad esternare le sue emozioni, saper piangere o ridere. Io l'unica volta che piansi è quando morì mia madre. Da quel momento in poi ogni cosa non ha più un colore, per me la vita non ha un senso se vissuta così.
I miei pensieri iniziavano a farsi sempre più grigi fin quando non sento un movimento. Potrei essermelo immaginato, o forse no. Forse Felix si stava svegliando. Riaprii gli occhi e vidi la sua mano iniziare a muoversi. Piano piano aprì gli occhi e io lo guardai fisso finché non si sarebbe girato. Qualche secondo dopo scostò il capo dalla mia parte e sbattendo le palpebre più volte riuscì a riconoscermi, di fatti un enorme sorriso gli pervase il volto.
<< Ti sei svegliato finalmente. >>
<< G-già.. >> rispose lui sussurrando.
<< Scusami... >> disse scoppiando a piangere.
<< Non volevo mandare in aria la missione.. >> con fatica continuava a scusarsi, quando io gli presi una mano e da bravo fratello maggiore consolai il mio piccolo fratellino impaurito.
<< L'importante è che tu stia bene. >>.

My Charmer - Minsung || Hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora