Lo troverò un modo

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Husk era davanti al bar già da un quarto d'ora. Sapeva di essere sceso presto e non si aspettava di certo di trovare il ragnetto già pronto ad aspettarlo.

Nell'attesa si era preparato un drink dove, con la cannuccia, continuava a girarlo. Osservava il suo riflesso sullo specchio di fronte a sé, che rivestiva il fondale della credenza, piena di bottiglie. Controllava il suo aspetto impeccabile, domandandosi se non avesse esagerato. Era regale, praticamente irriconoscibile.

Non riusciva più a riconoscersi in queste sembianze. Da quanti anni non era cosi...affascinante? Sapeva bene da quanto. Eppure, da arci demone era sempre così elegante e pieno del suo... valore.

H "Che strana sensazione..." Disse tirandosi il colletto, troppo stretto, della cravatta giallastra.

Questo piccolo dettaglio era fatto apposta per riprendere il colore dei suoi brillanti occhi. Stesso dei due gemelli sui polsini della camicia bianca. Luccicavano, a forma di dadini. I suoi preferiti. Sopra, indossava un gilet nero cenere, tinto uguale il lungo pantalone. 

Ma la cosa più sbalorditiva del suo aspetto era il suo pelo tornato pulito e lindo. E i suoi capelli, pettinati e tirati all'indietro, mostrando qualche ciuffetto bianco. Finalmente non più nascosti da quello stupido cilindro. Sperava che nessun altro lo vedesse così. Per quanto bello, non si sentiva del tutto a suo agio. Gli ricordava troppo il suo passato

I brutti pensieri vennero interrotti dal suono in lontananza di tacchi, camminare a passo affrettato. Avvicinarsi sempre di più a lui, mostrando alla fine la figura di Angel all'inizio della scalinata.

A "Scusa il ritardo" Disse mentre percorse gli ultimi gradini.

Il ragazzo non si era minimamente accorto dello sguardo che gli dedicò Husk. Era ammaliato, in piedi a fissarlo dalla cima dei suoi capelli bianchi fino alla punta dei suoi stivali nere. Indossava questo lungo abito nero che metteva a vista una coscia grazie a uno spacco laterale. A collo alto e senza maniche. Rendeva la sua silhouette impeccabile. Per finire l'outfit in bellezza aveva coperto le due braccia inferiori con lunghi guanti neri, mentre per le braccia superiori aveva optato per dei braccialetti d'orati, uguale alla collana che indossava. Un dettaglio ben curato.

Sorrise, impacciato, dopo quella specie di corsa. Finché finalmente i loro sguardi si incrociarono. Per poi perdersi nella bellezza dell'altro.

Il gattino si ricompose, facendo due colpi di tosse per ritrovare il controllo della sua voce.

H "Stai...stai benissimo." Quasi non riusciva a guardarlo negli occhi.

A "Anche tu non sei per niente male!" Cercò di avere il massimo autocontrollo. Dentro di lui sentiva le farfalle agitarsi. Lo trovava sexy, da togliere il fiato. Mai visto in questo modo.

H "Non farci l'abitudine. Andiamo?" Gli dedicò un sorrisetto, mentre gli offrì la sua mano.

Il solo dedicargli questi piccoli gesti mandava il ragnetto alla follia. Si esponeva a lui chiedendogli sempre il permesso. Lo rispettava, cosa che da tempo nessuno faceva. Un leggero brivido percosse la sua schiena.

A "...si." Appoggiò la sua minuta mano sopra quella del micetto, sfiorando il cuscinetto, a forma di cuore, sul suo palmo. Per poi uscire dall'hotel insieme, mano nella mano.


Quella sera proseguì senza intoppi. Husk lo portò in un lussuoso ristorante. Angel fu davvero incuriosito dalla sua scelta. Non immaginava di certo che un barista ubriacone potesse conoscere un posto simile.

Venne a scoprire, dalle sue stesse parole, che lo frequentava spesso prima che la sua anima cadesse nelle grinfie di Alastor. E questo lo rese ancora più curioso.

Mentre oramai erano alla fine della cena, aspettando solo l'arrivo del dessert, gli venne spontaneo fargli qualche domanda a riguardo.

A "E dimmi, Husky, com eri da Overlord?" Glielo chiese prendendolo alla sprovvista.

Il micio titubò, mentre le orecchie si abbassarono, facendo intuire di aver aperto una ferita dolorosa. Domanda al quanto scomoda.

A "Scusa, io... ero semplicemente curioso..."

H "No, no...figurati." Lo zigomo si alzò, leggermente, accennando un sorriso. Pensieroso, osservava il vuoto, vagando nel passato.

H "Bè, allora, da dove iniziare...Ero proprietario di un gradissimo casinò, era... praticamente la mia casa. Vincevo sempre... tzh, quasi sempre. Amavo quel potere... ma, non mi consideravo come gli altri. Quasi tutte le mie anime era miei dipendenti al casinò. Stipendio regolare con classici orari lavorativi. Non era da me trattarli da zerbini. Mi rispettavano per questo."

Il compagno dagli occhi violacei era ad ascoltarlo a bocca aperta. Ammaliato dal suo racconto. Immaginava a come sarebbe stato bello se fosse stato lui il padrone della sua anima. Ma perché poi fantasticare su una cosa del genere? Era scosso dal pensiero di cosa ne pensasse l'ex overlord.

A "Chissà..." Disse con un filo di voce, attirando a sé l'attenzione di Husk, richiamandolo alla realtà. 

A "Chissà come sarebbe stato bello... se fossi stato tu il possessore della mia anima... e no quello schifoso di Valentino!" Il solo pronunciare il suo nome lo mandò su tutti i nervi. Lo disprezzava con tutto se stesso.

Il viso del demone alato diventò serio, assorto silenziosamente nei suoi pensieri. Mise i gomiti sul tavolo per incrociare le mani davanti al volto, in modo da nascondere parzialmente la bocca.

H "Saresti stato tutt'altra star. Ti avrei fatto esibire come cantante. Hai una voce stupende e avresti ammaliato chiunque." Gli uscì una risatina. "Mi avresti fatto fare dei bei soldini... sempre se tu lo desideravi."

A questa ultima frase gli occhi di Angel gli si illuminarono, celando un piccolo spiraglio nel suo cuore. Desiderare. Solo se lui lo desiderava. Sarebbe stato un sogno. Infatti era solo un sogno. Sospirò, cercando di non illudersi con queste stupide fantasie.

A "Bè, avresti puntato sul cavallo vincente!" Gli disse con un sorrisetto compiaciuto e Husk credeva davvero alle sue parole.

H "Lo troverò un modo..." La sua mano scivolo sul tavolo per avvicinarsi a quella del ragnetto.

A "Cosa?!" Gli chiese confuso. Husk divenne cupo, guardandolo fisso, con occhi pieni di coraggio e speranza.

H "Troverò un modo per liberarti!" Lo voleva davvero. Ma per un istante perse il contatto visivo.

H "Certo... sarebbe stato più facile con ancora la mia anima e tutti i miei poteri ma... lo troverò un modo, FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO!"

L'ultima frase gli uscì dalla bocca graffiante e con rabbia verso tutta la merda che gli circondava. Angel si trovò spiazzato e sentiva i suoi occhi lucidi. Era grato di tutte quelle parole. Gli scese solo una piccola lacrima, accarezzandogli tutta la lunghezza della sua guancia. Solo una, perché Husk impedì le altre di scendere, sfiorandogli la parte inferiore della palpebra.

H "Non fare così, altrimenti penseranno che ti stia trattando male." La sua dolcezza fece ricomporre il ragnetto, mostrando nuovamente il suo miglior sorriso.

A "Pff,  in quel caso avrei iniziato ad urlare!" L'aria si fece giocosa. Il micetto inclinò la testa, appoggiandola sulla mano, e alzò un sopracciglio.

H "Come fai di solito nei tuoi film?" Ridacchiò. La situazione stava cambiando sapore e l'atmosfera iniziò a scaldarsi. Il pornoattore si imbarazzò, non si aspettava una risposta del genere. Dio, se lo trovava sexy quando faceva così.

A "Ti piacerebbe!" Il suo volto si tinse di rosso, mentre incrociò le braccia. Voleva resistergli.

H "Non mi sfidare, baby!" Non perse di vista le movenze del ragnetto, che si morse il labbro inferiore, timidamente.

La testa di Angel ronzava di stupidi discorsi. Non sapeva come, ma riusciva ad avere un gran potere sulle sue emozioni. Forse la cosa gli disturbava o forse no?

Se la loro serata fosse stata una partita di poker, Husk avrebbe vinto, calando una scala reale, mentre Angel, per un soffio, una scala colori, di soli cuori rossi. Cotto a puntino!

𝑨𝒔𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝑪𝒖𝒐𝒓𝒊 ♥️ (Huskerdust)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora