Il suo giocattolo

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Gli occhi di Husk erano ancora serrati quando udì un cigolio. La porta della sua stanza venne chiusa con delicatezza ma, quel rumore, lo svegliò comunque, lasciandolo stranito per qualche secondo.

Stiracchiò il braccio sulla parte destra del letto accorgendosi, alla fine, della mancanza di Angel al suo fianco. Al suo posto ci trovò un bigliettino scritto a penna nera, in corsivo: Mi preparo e vado a lavoro, ci vediamo dopo

Fissò per chissà quanto tempo quel foglio, leggendolo e rileggendolo, come se dovesse sbucare per magia qualche altra parola. Eppure, non successe niente. Non si sentiva triste, ma dopo tanto tempo, la sua solitudine iniziò a dargli fastidio. Neanche si era alzato del letto che non vedeva l'ora che arrivasse quel "dopo", di rivederlo.

E prima di iniziare per davvero la giornata, chiuse gli occhi e si portò quel dannato foglietto sulle labbra, quasi per sentire se anche quello, oltre alle lenzuola, avesse il profumo del suo amato ragnetto.


I giorni passarono e divennero settimane. Nell'hotel regnava la pace, o quasi! Bisognava solo tralasciare i vari battibecchi tra Alastor e Lucifero, Niffty con i suoi burattini-scarafaggio o la principessa, ancora più determinata nel rendere l'Hazbin Hotel un posto migliore con tutte le sue attività di gruppo.

Sembrava andare tutto liscio, per una volta. Quando Angel non era costretto ad andare a lavoro era sempre lì, al bar, a far compagnia al suo barista filosofo. Ma questo loro modo di fare, ai loro sguardi, sussurri, sorrisi, non sfuggì al resto degli abitanti dell'hotel.

Ma per fortuna, non erano sempre lì ad osservarli. Molto spesso, era la sera il loro momento più bello. Quando nell'hotel regnava il silenzio e tutti erano nelle proprie stanze. Anche quando Angel tornava tardi da quel maledetto lavoro, con la luna che illuminava le strade. Quando tornava da quel fardello, con il buio negli occhi, Husk era sempre lì, ad aspettarlo nella hall, pronto ad accoglierlo.

Il solo loro incontro rendeva luce anche la più buia delle stanze, finché non arrivò quella maledetta sera, dove, anche la stella più brillante non riuscì ad illuminare la notte più tenebrosa.


Era un semplice venerdì pomeriggio e finalmente, dopo diversi giorni, Angel e Husk riuscirono ad avere un pò di tempo libero per stare insieme, senza lavoro, senza impegni e nessuno che gli ronzava intorno.

A "Adoro questa vista!" Per non avere addosso occhi indiscreti, avevano optato di vedersi nel punto più alto dell'hotel, dove la vista era da togliere il fiato. Si poteva osservare l'intera città che iniziava ad accendere ogni luce, per l'arrivo della notte. L'aria era fresca e il sole iniziava a nascondersi dietro grandi montagne.

Husk si girò per osservare il suo compagno. Aveva gli occhi fissi all'orizzonte, stanchi dalla dura giornata che aveva affrontato. I suoi capelli bianchi che con dolcezza si muovevano al fruscio del vento e che brillavano sotto gli ultimi raggi di sole. Si teneva con le braccia inferiori le ginocchia, come per sentirsi al sicuro e con una mano, giocherellava con la catenella della sua collana, ormai amici inseparabili.

H "Si è davvero bella..." Rispose con un filo di voce, non togliendo lo sguardo da lui.

Nel profondo silenzio del tramonto, il ragnetto si rigò verso la sua destra per guardare Husk che era lì a fissarlo da un pò. A quel contatto visivo il gattino si trovò leggermente in difficoltà, distogliendo lo sguardo, impacciato.

A "C'è qualcosa che non va?" Gli chiese inclinando la testa d'un lato. "Sei più silenzioso del solito."

H "Ma no che dici... beh, anche tu sei più silenzioso del solito." Guardò dritto e Angel fece lo stesso, sbuffando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 18 ⏰

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𝑨𝒔𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝑪𝒖𝒐𝒓𝒊 ♥️ (Huskerdust)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora