RickySvegliati...
Svegliati...
Svegliati...Una voce che non conosco continua a rimbombare nella mia mente, costringendomi a spalancare gli occhi. Mi guardo intorno, piuttosto confuso e disorientato. Tutto il mio corpo è indolenzito e ho diverse ferite coperte da garze. Ad ogni minimo movimento che cerco di compiere dalle mie labbra esce fuori un verso poco etero. Mi trovo in una stanza d'ospedale, il mio corpo è attaccato ad alcuni macchinari che monitorano il mio battito cardiaco.
Perché sono qui?
Cerco di tirarmi su e provare a mettermi in piedi ma appena affido alle mie gambe l'arduo compito di sorreggere tutto il mio magnifico e marmoreo corpo cedono.
Mi appoggio al bordo del letto per non cadere e ci riprovo, di nuovo invano. La terza volta è quella buona. Riesco a fare brevi e lenti passi che mi provocano delle fitte di dolore e altri gemiti poco virili e mi dirigo verso un mobile bianco su cui trovo vari documenti e uno zainetto azzurro, sporco di terra e scucito in alcuni punti. Leggo sulla tasca davanti, scritto con un pennarello indelebile, "Ricky Picky".
Deve averlo scritto un bambino ritardato, seriamente questa è la mia scrittura? Rifletto, restando schifato dalle lettere che tendono ad essere storte e più grosse delle altre.
È questo il mio nome quindi? Ricky?
Mi sembra di essere appena nato. La mia mente è vuota, non possiedo ricordi di alcun tipo. Sui documenti non c'è scritto niente di utile, pure i medici non hanno idea di chi io sia. Probabilmente, quando mi hanno portato in ospedale, non avevo niente che potesse dar loro modo di conoscere la mia identità.
Noto che dentro lo zaino c'è un pettinino tutto nero, un pacchetto di caramelle gommose e una maglietta di Hozier.
Suppongo io ne fossi un grande fan.
Per il resto lo zaino è vuoto, oltre a foglie secche, terra e preservativi usati non c'ènient'altro.
«Finalmente hai ripreso conoscenza...» sento una voce maschile alle mie spalle. Mi volto lentamente e sulla soglia della stanza compare un uomo sulla quarantina che mi osserva, quasi incantato, oserei dire.
«Oh... ehm» balbetto in imbarazzo.
«È normale che tu ora ti senta confuso» si avvicina, guardandomi negli occhi e procurandomi una scarica di brividi lungo tutta la schiena. I suoi occhi azzurri sono penetranti, così come la sua minch... No Ricky, questo no.
È indubbiamente un uomo bellissimo.
«Sai quanti anni hai? Noi non siamo riusciti a recuperare nessun tipo di dato su di te...» continua il dottore.
«Non ricordo nulla, davvero» ripeto, in tono triste. Anche perché sennò avresti subito il mio numero in rubrica, caro dottore.
«Beh, da quanto abbiamo capito, qualcuno ti ha fatto del male. Sei stato aggredito e hai perso conoscenza. Sei stato in coma per un mese... ogni mattina venivo a controllarti, sperando di poter rivedere i tuoi occhioni brillare» dice, sorridendo dolcemente.
Non faccio a meno di arrossire ma poi mi rendo conto di ciò che ha detto. «Aggredito? E da chi?!»
«Tu non ricordi proprio? C'è qualcuno che potrebbe volerti far del male?» cerca di indagare il medico.
Mi sforzo con tutto me stesso di ricordare qualcosa, ma è tutto inutile, lo sforzo mi provoca solo una puzzetta e il medico storce il naso appena sente l'odore di uovo marcio.🩸🩸🩸
Matthew
La caccia è il mio momento preferito della giornata. Solitamente vado sempre con le mie sorelle, Lilian e Sophie, ma stasera sono solo, hanno preferito guardare uno stupido programma di modelle che fanno a gara tra chi c'è l'ha più sfondata, patetiche.
I nostri genitori ci hanno cresciuti come vampiri animalisti, invece di cacciare umani, cacciamo animali. Scelte di vite.
Corro libero e felice per il bosco, il buio non mi fa paura, è nell'oscurità che ritrovo me stesso e la mia natura. Ad un tratto, un odore di animale molto forte si fa strada nelle mie narici, il pancino inizia a brontolare e corro sempre più veloce verso quel profumo.
Sono ore che non ingoio nulla a parte... beh... il capitano della squadra di football sa cosa...
La fame cresce sempre di più e, quando l'odore si fa ancora più forte, non sto più nella pelle. I miei canini si allugano e mi preparo per saltare addosso alla mia preda quando, dietro al cespuglio, invece che nascondersi un cervo, trovo un pelato coi baffi. Un bel pelato coi baffi.
«Oh!» urla, spaventato. «Che diamine fai!»
«Scusami... non ti avevo visto» mi giustifico.
«Cosa stavi facendo?» mi domanda, in maniera confusa. È un umano, ne percepisco l'odore. Anche se ha un qualcosa di magico dentro di sé, non riesco bene a capire cosa. Forse nemmeno lui ne è a conoscenza.
Ovviamente non posso dirgli che sono un vampiro mega ultra figo.
«Stavo giocando... io e le mie sorelle ci divertiamo a giocare ad acchiapparella» taglio corto.
«Ah...» risponde sorpreso. «Posso giocare pure io?»
Lo guardo, analizzando ogni parte del suo corpo. È alto quanto me, gli occhi sono molto particolari e per ironia della sorte pure lui ha l'eterocromia. Un occhio verde e uno dorato.
Ammetto che la mia è più figa, viola e nero😎, però anche la sua non scherza.
È rasato a zero e, sotto al nasino dritto si erge un'incredibile paio di baffi biondi.
Due bei baffoni da cowboy sexy.
Mi mordo il labbro, sperando che non si noti troppo. Per non parlare del suo lato b, ha due chiappone succulenti.
Non capisco da dove arrivi e che cosa ci faccia in questo bosco tutto solo. Mi domando perché indossi una camicia da notte bianca.
«Senti, invece che giocare... vorresti farti una doccia calda e rilassante? Casa mia è qui vicino. Puoi dormire con me, nel mio letto, se vuoi... » propongo cercando di risultare allettante.
Lui resta qualche secondo in silenzio. «Guarda che io non sono un pernacchione»
«Cosa?» sono confuso.
«Non succhio cazzi... cioè, ogni tanto, ma non sono gay eh» alza le mani in segno di protesta.
Etero curioso, i miei preferiti.
«Certo, seguimi, casa mia è da quella parte» faccio strada.
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Let me bleed
VampirMatthew Benjamin George Zeckins all'apparenza potrebbe sembrare un comune figlio di papà: ricco, bello, spocchioso e popolare a scuola. La verità è che nasconde un terribile segreto. Matthew appartiene ad una antichissima famiglia di vampiri che ne...