Lettera dal futuro

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Il giovedì Tasso aveva lezione la mattina. Si svegliò prima di Isaiah, e nella quieta della mattina si preparò per andare a lezione. Aveva "teoria della letteratura" alle 9:00, lui alle 8:45 era già in aula, prima fila, ad aspettare.

Sulla lavagna, scritto in caratteri ciclopici, si manifestava una delle più influenti opere della letteratura francese: Madame Bovary.

La lezione si aprì con un estratto dell'opera di Henry James, "The minor French Novelists": - Flaubert [...] si limita a raccontare i fatti, in tutto il loro elaborato orrore. L'accumulazione dei dettagli è così immensa, il carattere vivido della rappresentazione delle persone, delle cose, dei luoghi, dei tempi e delle ore, è talmente intensa e convincente, che si viene trascinati nella piena corrente e nel tessuto della storia. Al lettore sembra di aver vissuto tutto ciò, di averci vissuto dentro più che in qualunque altro romanzo che io ricordi. Alla fine la forza dell'illusione diventa orribile; il lettore chiude il libro sopraffatto dal disgusto e dalla pietà. -

Tasso aveva già letto quel romanzo, come si faceva a non farlo almeno una volta nella vita, ma non ricordava di essersi particolarmente affezionato a esso. Ne ricordava le sfumature superficiali, i temi trattati quali l'adulterio che porterà l'autore in un processo per offesa alla pubblica morale e alla religione; l'insopportabile realismo estremo, quasi opprimente, di Flaubert e l'infinita noia che costernava le giornate di Emma, quasi se nulla mai accadesse. Non rientrava nei suoi preferiti, questo era certo, ma lo riteneva comunque un'opera a cui bisognava dedicare tempo, non leggere solamente nei tempi morti, o per necessità, ma qualcosa da sviscerare, da cui imparare, perché, per la sua più modesta opinione, riusciva a mettere il lettore di fronte a uno specchio, mostrando tramite Emma i capricci dell'essere umano.

La professoressa, minuta e dai capelli sottili, tagliati in un caschetto che richiedeva una rivisitazione, proiettà sulla lavaglia spezzone del saggio "Mimesis, Il realismo nella letteratura occidentale" di Erich Auerbach. Tasso dovette cercare su google come si scriveva il cognome del secondo, tanto nuovo appariva alle sue orecchie.

"Emma è in uno stato di completa disperazione, ma questa non è cagionata da una qualche determinata catastrofe: non ha perduto nulla di concreto, non desidera nulla di concreto. In verità ella prova molti desideri, ma del tutto vaghi: eleganza, amore, una vita con novità e imprevisti; una disperazione così vaga può ben sempre esservi stata, ma nessuno per l'addietro aveva pensato di prenderla sul serio in un'opera letteraria. Un tragico così privo di forma, se pur tragico può chiamarsi, era diventato concepibile solo col romanticismo. Flaubert per primo dovette vederlo in esseri di formazione spirituale deteriore e di condizione sociale inferiore, e comunque egli è il primo che afferra immediatamente l'atmosfera statica di questa condizione psichica. Non accade nulla, ma il nulla è diventato qualche cosa di pesante, di oscuro, di minaccioso. [...] Del resto [...] solo di di rado racconta fatti che spingano avanti rapidamente l'azione; per mezzo di semplici quadri, che al nulla della monotonia quotidiana danno la pesante staticità dell'insofferenza, del vuoto, delle speranze false, delle delusioni paralizzanti e delle angosce tormentose, un destino grigio e comune si trascina lentamente al suo termine. "

Questo era quello che la lavagna proiettava, talmente in piccolo per farlo rientrare in una sola slide da portare Tasso a essere grato di essersi seduto in prima fila. Si prestò a scrivere qualche appunto, trovandosi in seria difficoltà a seguire il discorso dell'insegnante e a scrivere in un inglese dignitoso quello che per lui risultava importante.

La professoressa ne lesse un estratto, poi si soffermò su alcuni aspetti importanti quali l'adulterio, citando Tony Tanner, che con l'affermazione "il romanzo più importante e lungimirante sull'adulterio della letteratura occidentale", non lasciò spazio a eventuali dubbi alla sua importanza. Sempre citando Tanner, sottolineò come l'adulterio fosse la rottura di un contratto e una trasgressione contro la famiglia in quanto sistema e struttura che organizzava la vita sociale; violazione della legge patriarcale che si fondava sul controllo della sessualità femminile.

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