Il progetto

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I gemelli, insieme alle due ragazze, si erano già preparati per il viaggio. Tenevano i loro zaini e le loro valigie nella camera di Makisae, la più vicina alla porta di ingresso, pronti per la nuova avventura che li aspettava. Da vicino, Lavinia sorrideva nel vedere quei visi giovani e spensierati, ricordando ancora la sua storia dell’infanzia. A lei non serviva alcuna valigia, le bastava indossare una collana con una conchiglia che fungeva da ciondolo, l’unico oggetto rimasto da allora.
Dalle scale, riconosceva i passi di Zeke, un po’ barcollante, perché teneva una valigia piena di vestiti e uno zaino colmo di oggetti che solo un uomo bizzarro come lui poteva collezionare. Però Lavinia sorrise anche nel vedere quel poveretto trascinare la sua passione ovunque lui andasse, era solita osservare l’atteggiamento degli altri, come se volesse imparare qualcosa da loro, ma questa volta non c’entrava questo, era solo felice di partire per cercare la sua vera essenza, fidandosi di coloro che la fiancheggiavano da qualche settimana.
E poi scese dal piano superiore Alexander, con una sola valigia, la solita di sempre, con il suo solito look.
Sembrava tutto a posto, tutto tranne la sua espressione in volto, tutti si sono accorti che qualcosa non andava per lo stregone.
“Beh, siamo pronti?” Chiese lui ai suoi compagni, superandoli per aprire la porta di casa.
“Partiamo subito?” Rispose con una domanda Zheng.
“Sì, subito.” Non solo Zephyr sembrava triste, ma era più freddo del solito.
Le facce dei compagni si voltarono verso Zeke, ma lui scosse la testa, accennando ai suoi amici di non insistere per non farlo turbare ancor di più.
Ormai varcata la porta della casa di Freya, i ragazzi continuavano a camminare verso il limite della barriera della foresta magica, e Zephyr cominciò a cercare nella sua valigetta magica il suo tappeto volante. Frugava ancora e ancora, prima di agguantare il grosso pezzo di stoffa e, con tutta la sua forza, cercò di tirarlo fuori. Un telo avvolse la figura dello stregone, sparpagliando nell’aria il cumulo di polvere che si era posato sulle fibre del tappeto, per poi appoggiarlo sul suolo per comprendere quanto fosse necessario allargare il pezzo di stoffa.
“C’è un problema!” Esclamò Zephyr, con una faccia preoccupata.
“Ho una brutta notizia per noi. Il nostro tappeto non può volare.” Annunciò con tono cupo lo stregone, rivolgendosi al resto del gruppo.
“In che senso?” Chiese Ryota, avvicinandosi con preoccupazione.
“Il motore è scarico, e non funziona come gli altri mezzi che conosciamo. Non serve la benzina.” Spiegò Zephyr, cercando di essere il più chiaro possibile.
“Che cosa serve?” Domandò Zheng, che seguiva suo fratello.
“È complicato da spiegare,e trovare il componente mancante è altrettanto difficile.” Rispose Zephyr co nun’aria di rassegnazione.
“Quindi non possiamo partire adesso?” Chiese Zeke, sperando in una soluzione immediata.
La risposta secca e negativa dello stregone demoralizzò il gruppo, ma uno di loro si estraniò dalla situazione per riflettere su un’idea che potesse fornire un’opzione per partire per il Mercato Stregato. In quel momento, un vecchio corvo attraversò l'orizzonte catturando l'attenzione di Ryota e, colto dall’improvvisa ispirazione, gridò “Costruiamo un piccolo aereo.”
Le facce sorprese dei compagni erano visibili a distanza. Come potevano dei ragazzi così giovani costruire un aereo, anche se di piccole dimensioni? Come sarebbe stato possibile con i loro poteri?
Il gruppo però aveva delle risorse molto importanti. Dalla loro parte avevano la forza sovrumana di Zheng per trasportare carichi pesanti in breve tempo, una mente brillante capace di risolvere enormi problemi, una ninfa che controllava l’acqua, una dea che manipolava gli eventi atmosferici, uno stregone di rango superiore, un erborista che collezionava oggetti apparentemente inutili e una spadaccina in grado di tagliare qualsiasi materiale con la sua lama, Ed è così che il giovane Ryota ebbe un piano,  
Subito dopo, a prendere in mano la situazione fu proprio il giovane Ryota, assegnando ai componenti del gruppo dei ruoli fondamentali per il completamento del suo progetto.
A partire da Makisae, che abbatté gli alberi nei dintorni con la sua Gravis Balisarda, mentre Lavinia e Astrid trasportavano attivamente i materiali recuperati a Zheng, che li sollevava come se fossero piume e li portava a chi doveva costruire lo scheletro dell’aereo. Nel mentre, Ryota controllava e dirigeva i passi di questa folle impresa.
Nella mente del giovane c’era una mappa mentale del progetto geniale per rendere l’aereo funzionante e capace di volare per lunghe distanze.
Con l’abilità di trasmutare materiali grazie alla magia di Alexander, il legno fornito da Makisae diventava metallo con un solo tocco. Zeke saldava il tutto con una piccola fiamma prodotta da una conchiglia di strombo. L’aereo prendeva forma lentamente ma con sicurezza.
L’intesa che il gruppo stava instaurando in quel momento di duro lavoro stava creando qualcosa di leggendario, un'impresa che nessuno avrebbe potuto raccontare, poiché nessuno li aveva visti all'opera. Tuttavia, qualcuno li osservava dall'alto, forse incuriosito dal loro impegno.
Si fece sera e il tramonto colorò di rosa il terreno della foresta, avvolgendo i corpi dei ragazzi con un alone arancione. Gocce di sudore cadevano al suolo, segno della loro stanchezza, ma davanti a loro c'era un aereo pronto a decollare per la Svizzera.Si sdraiarono sul terreno, i sorrisi che colmavano la fatica, ripetendosi internamente che ce l'avevano fatta in un solo giorno.
"Io, ringrazio tutti voi per l'impegno che avete messo in questo incredibile e folle progetto. Vi voglio bene, ragazzi," concluse Ryota, mandando i suoi compagni a riposare per una notte in più del previsto.

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