Haunt me.

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Tyler

I miei occhi sono incollati all'orologio appeso alla parete che adesso segna le cinque del mattino.

Esalo un sospiro stanco e stringo Scarlett a me, la sua testa riposa beatamente sul mio petto, il suo braccio avvolto intorno il mio busto.

I miei occhi indugiano sui suoi lineamenti rilassati, sul suo petto che si alza e si abbassa a ritmo regolare, sulle sue ciocche castane che ricadono sulle sue spalle.

Ricordo ancora l'ultima volta che ho dormito così vicino a qualcuno, un ricordo ancora vivido nella mia mente seppur fin troppo lontano.

Ricordo ancora l'ultima volta che io mi sia preoccupato cosi tanto del benessere di una persona.

Stanotte non ho chiuso occhio, non perché non fossi stanco, ma la paura che potesse accaderci..che potesse accaderle qualcosa durante il sonno mi ha perseguitato.

I sensi di colpa iniziano ad insinuarsi dentro di me e mi maledico silenziosamente per essere stato così egoista da iniettarmi quattro dosi di Medixor in una sola notte.

Lo stomaco mi si chiude al pensiero che nella nostra ultima paralisi ci avremmo potuto rimettere la pelle.

..ma lo stomaco mi si chiude ancora di più quando mi rendo conto che ormai le paralisi non riguardano più mostri immaginari puramente creati dalla nostra mente.

Loro. Possono entrare nella nostra testa.

Serro la mascella e cerco di zittire i milioni di pensieri che mi tormentano da ormai tutta la notte.
Più tardi nel pomeriggio ne parlerò con Aleksander.

Faccio ricadere di nuovo il mio sguardo sul volto di Scarlett, ormai incapace di guardare altro se non la curva delle sue labbra, il suo naso dritto e le ciglia lunghe.

Potrebbe essere l'unico momento della giornata in cui non ti trovo fastidiosa.

Penso tra me e me.

Continuo a domandarmi cosa mi sia preso ieri, perché io abbia deciso di farla dormire nel mio letto, così vicina.

Riconosco che le mie azioni siano confuse tanto quanto i miei pensieri, confuse quanto i miei sentimenti riguardo la ragazza che dorme beatamente tra le mie braccia.

È un sentimento lacerante che avvelena il cuore ed i pensieri.

È un qualcosa vicino all'odio ma troppo lontano per essere definito tale.

C'è qualcosa in quel tuo modo di fare che non fa altro che darmi su tutte le furie, c'è qualcosa in quel tuo modo di guardarmi che non riesco a sopportare.

Forse è anche paura, paura di essere messo da parte ed essere privato del mio incarico da Leader del movimento a causa della tua futile parentela con Melville.

Melville ha scelto me. Lo ha sempre fatto.

È la figura paterna che non ho mai avuto, è il professore severo che mi ha disciplinato durante il passare degli anni, è il fratello maggiore che ho sempre sognato di avere, è l'archetipo di amico.

Confidente, compagno di avventure, protettore.

Forse è rabbia, rabbia per la tua bravura nel cercare risposte da sola quando non ti viene detta la verità.

Ti ho vista addormentata tra le decine di libri che riempivano il tuo letto, e ti ho odiata per questo.

Ma sono stato furbo da nascondere ogni cosa che potrebbe darti anche il più piccolo accenno di verità.

Alcune cose vanno tenute segrete.

Gelosia a causa di quanto a te importi delle persone, di quanto tu ti prenda cura di loro, di quanto loro si prendano cura di te.

Vedere come tu cerchi sempre di aiutare il prossimo mi rende cieco dalla rabbia.

Perché a volte vorrei che anche a me importi degli altri, proprio come fai tu.

Ma non ci riesco.

Vedere quanto tu sia collegata a tutto questo, quanto tu ci sia dentro più di me senza neanche tu lo sappia mi fa ribollire il sangue nelle vene.

Eppure, nonostante ciò, c'è un qualcosa che mi spinge a preoccuparmi per te.

Preoccuparmi di iniettarti il Medixor durante il sonno per prevenire la tua morte, preoccuparmi che tu non conosca la verità perché potrebbe distruggerti.

Il modo in cui mi guardi, il modo in cui dormi sul mio petto e mi tieni stretto a te mi fa tremare di rabbia.

Perché nel tuo tocco scorgo il suo.

La stessa gentilezza e disperazione con cui ti aggrappi a me come se fossi la tua unica ancora di salvezza.

Perché nei tuoi occhi vedo i suoi.

Vedo la stessa determinazione, vedo la stessa curiosità, la stessa voglia di scoprire.

E mi distrugge, mi perseguita, si propaga dentro di me come veleno.

Mi segue e non so come liberarmene.

È per questo che ti odio, Scarlett.

Perché tu mi ricordi lei.


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