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Se qualcuno avesse immortalato l'espressione che aveva l'uomo davanti a lui in quel momento, Lan XiChen avrebbe offerto il suo patrimonio per averla.
«Eh?» 
Era adorabile, decisamente adorabile.
Dal canto suo, Jiang Cheng aveva desiderato a lungo di trovare moglie. Lo aveva voluto talmente tanto e con tanto ardore da avervi rinunciato alla fine. 
«Vedete, Capo Clan Jiang, mi è capitato di recente di sentirmi... sopraffatto.» 
Le voci degli invitati alla festa si stavano espandendo verso di loro. Perché Lan XiChen gli stava dicendo quelle cose? Si stava... confidando? In tutti i suoi anni di vita, nessuno, neanche Wei WuXian, si era confidato con lui su qualcosa di tanto intimo. Non voleva che smettesse. 
Fece un passo in avanti, allontanandosi di poco dal posto in cui si trovava.
«Sopraffatto dall'accadere degli ultimi eventi?» chiese.
Lan XiChen scosse la testa, accennando un sorriso e avvicinandosi.
«Non lo nego.» lo sorpassò di qualche passo, prima di essere raggiunto e continuare a passeggiare  «Tuttavia, ciò che mi travolge al momento, non coinvolge la mia famiglia.»
Jiang Cheng sollevò un sopracciglio, «Vi ascolto.»
«Mi sento perso. La mia mente è annebbiata, perché tra i miei pensieri si è insinuata una persona in senso romantico, e vorrei dimostrare quanto più possibile i teneri affetti.»
 «ZeWu-Jun, è una bella notizia. Perché non lo rendete pubblico? Magari così potreste affrettare la procedura.»
Ah... l'ingenuità di Jiang WanYin... 
«Temo non sia possibile, Capo Clan Jiang.»
 «Per quale motivo? Siete il cultore più stimato tra tutti, per non parlare di aspetto fisico.»
Lan XiChen allargò di poco il sorriso che indossava. Se Jiang WanYin lo credeva bello, era un punto in più a suo favore, no?
«Non ha famiglia al mondo.» fece un paio di passi prima di  voltarsi verso il sentiero che si era lasciato alle spalle; avevano fatto un bel po' di strada. «Suo fratello ha lasciato la casa paterna dopo il matrimonio, e a parte un nipote, non posso chiedere la sua mano a nessuno, temo.»
Sul volto di Jiang Cheng si dipinse un'espressione particolare. Era come se stesse macchinando una risposta e allo stesso tempo, cercando di trovare una soluzione al suo problema.
«Avete detto che ha un nipote. Bene, avrà di sicuro anche un cognato o una cognata a cui rivolgersi allora.»
 «Se vi riferite ai probabili genitori del ragazzo, purtroppo sono deceduti.»
Calò il silenzio tra il crepitio delle foglie pestate. 
«Perché allora non chiedete al ragazzo stesso?»
La risposta arrivò qualche altra foglia pestata dopo.
«Temo sia poco cortese, vista la differenza di età.»
Jiang Cheng ci pensò; effettivamente, sarebbe stato molto poco indicato se qualcuno fosse andato a JinLinTai da suo nipote a chiedere la sua mano. Rise internamente, non sarebbe mai successo. 
«Quale pensate possa essere la soluzione, allora?»  chiese. 
Arrivati a quel punto era curioso anche più del dovuto. Lan XiChen sembrò divertito dalla punta di interesse che si riversava in quella voce baritonale, rendendola più acuta.
«Pensavo di procedere con il corteggiamento, sperando nella nascita di teneri sentimenti nel percorso.» 
Gli uccelli smisero di cantare, il vento si fermò ad ascoltare il loro discorso e persino i commensali in precedente avvicinamento, sembravano essersi dispersi. Solo le foglie continuavano a crepitare sotto le suole delle loro scarpe. 
Il Capo Clan Lan aveva pronunciato quella frase con una naturalezza disarmante, ma c'era dell'altro. Le parole illibate nascondevano sillabe sature di lussuria, e non solo. Di una cosa soltanto Jiang WanYin era assolutamente certo: in trentaquattro anni di vita, non aveva mai sentito una frase così pesante.
Si sentiva quasi in fermento per la futura padrona di casa; chissà quali trattamenti le avrebbero riservato i modi gentili del tanto riservato ZeWu-Jun-
«Capo Clan Jiang?» 
Ricordava a malapena una delle tante dottrine di sua madre a sua sorella, dopo un incontro particolarmente fruttuoso con Jin ZiXuan.


«A'Li,» le aveva detto prendendole le mani tra le proprie «i prossimi passi saranno fondamentali.» 

Lui passava di là, e temendo la stesse rimproverando per colpa di una propria mancanza, si era fermato a prendere le difese di sua sorella. Con il senno del poi, sarebbe corso a gambe levate senza voltarsi indietro. Dio, quelle sue povere orecchie...


«Jiang WanYin!»
La voce limpida di XiChen lo portò alla realtà. 
Spalancò gli occhi, provando nuovamente vergogna per i ricordi che il suo cervello conservava, arrossendo. Si fermarono, respirando la tensione che si era creata nell'aria. 
 «Mi scuso, non volevo mancarvi di rispetto.»
«Nessun problema, è così che mi chiamo, dopotutto.» 
Jiang Cheng non aveva mai fatto caso al colore degli occhi di Lan XiChen, ma in quella luce avevano una sfumatura ambrata che si intrecciava a delle venature mogano. 
«Lo trovo piuttosto poetico.» mormorò XiChen dopo qualche momento di silenzio. 
Era la prima volta che qualcuno faceva apprezzamenti su quel nome. A parte sé stesso, nella ricerca disperata di un significato che non lo rendesse più un mostro di quanto appariva al pubblico, e suo padre che aveva speso giusto due parole sull'eleganza del suo nome di cortesia, nessuno si era mai pronunciato a riguardo. Definirlo "poetico", poi... nessuno si era mai azzardato. 
«Il vostro è un nome poetico.» ribatté Jiang Cheng inarcando un sopracciglio e riprendendo la marcia. 
«E cosa avrebbe di poetico? A me sembra un comune nome di cortesia.»
«Tanto per cominciare, non presagisce notti solitarie.»
XiChen impallidì. Non voleva incupire il suo interlocutore con quella storia, a lui piaceva davvero il modo in cui suonava quel nome, il suo significato e l'uomo che lo portava.
  «Il mio nome dovrebbe significare Cancelliere del Primo Sole. Non deriva da niente, aveva solo una bella assonanza con il mio nome, immagino.»
 Jiang Cheng lo guardò, sorridendo appena internamente per il tentativo di tirargli su il morale.
«Io dico che vi dona.»
 «Io dico che il vostro è più bello del mio ed è ingiusto.»
«Per quale motivo?»
 «Diritto di anzianità, forse?»
Lan XiChen rimase di sasso nel vedere l'uomo davanti a lui ridere alle sue parole. Che visione celestiale che il mondo gli offriva a solo qualche giorno da quando si affacciava completamente al suo esterno per la seconda volta. Nonostante le sopracciglia sottili fossero tese nella solita espressione dura (o forse si era di poco ammorbidita?), gli occhi si erano curvati, rideva. Rideva di gusto. 
«Perdonate,» disse tra una risata e l'altra  «è che la vostra espressione è... esilarante
«Incantevole.» 
Lan XiChen se lo era lasciato sfuggire, sperando che Jiang WanYin non sentisse.



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