«E... anche se lo avesse fatto di proposito, una volta concordata una... possibile relazione, pensi che mi accetterebbe per quello che effettivamente sono?»
Wei WuXian chiuse gli occhi, annuendo senza esitare un istante. L'atmosfera calma e il rumore della cascata, offrivano un sottofondo di pace.
«Direi che sono la prova vivente del fatto che se i sentimenti di qualcuno sono sinceri, non importa chi tu sia, quale sia il tuo stato sociale, o quanto tu sia lontano. Niente è impossibile o insuperabile.» guardò Jiang WanYin in faccia per un momento, sorprendendolo a tenere gli occhi chiusi. «Quello che intendo è che niente è impossibile. Se i sentimenti sono sinceri, allora non devi temere nulla.»
«Wei WuXian, la tua questione è leggermente diversa.» gracchiò appena, forse per via dell'emotività suscitata dall'argomento. «Tu eri-»
«Leggermente morto, si può dire.»
Il cazzotto che ricevette fu più che giustificato.«Non è la stessa cosa. Non può esserlo.»
«Per quale motivo?»
«Tanto per cominciare, io non sono mai morto, anche se ci sono andato molto vicino.»
«Va bene, accantoniamo questo argomento prima che la situazione degeneri.»
«Poi, a te... Lan WangJi piaceva già da prima, no?»Wei WuXian stava per dire qualcosa, ma si interruppe.
«Che cosa-»
«Sì, da quando facevamo lezione a Gusu, almeno.»
Non gli avrebbe mai confessato di non saperlo. Stava facendo il grande guru dell'amore, la situazione non poteva ribaltarsi a quel modo!
«Non puoi negarlo, notavo il modo in cui lo guardavi. E per la cronaca, anche allora mi faceva venire i brividi.»
Wei WuXian rise, ricordando ironicamente le parole che Lan XiChen gli aveva rivolto nel tempio di GuanYin. Era davvero il solo a non essersi accorto di nulla, allora.
«Cosa ridi? Facevi davvero paura quando ti mettevi a sculettare!»
«Non l'ho mai fatto.»
«Oh, ma fammi il favore! Mia madre sarebbe morta almeno una trentina di volte se ti avesse visto comportarti in quel modo davanti al tanto ambito secondogentito Lan.»
«Beh, nemmeno tu mi sembri essere tanto esente da questo tipo di comportamenti. Ricordo benissimo che in più di un occasione pendevi dalle labbra del Giovane Capo Clan Lan.»Jiang WanYin si sentì avvampare.
Se prima gli era venuta voglia di piangere per un motivo, adesso la voglia di piangere l'aveva per un altro. Rammentava benissimo di cosa parlasse Wei WuXian, e non aveva torto. Ma non erano sentimenti romantici quelli che provava verso Lan XiChen, bensì un profondo rispetto e senso di amicizia. Doveva... metterlo in chiaro.
«Non avevo intenzioni romantiche.» disse in tono fermo, «Come avrei potuto in quel contesto? Mi aveva offerto una mano enorme, ed era stato il solo a farlo senza secondi fini. Mi sembra ovvio che mi trovassi a mio agio attorno a lui.»
Wei WuXian prese in mano la genziana che teneva tra i capelli, iniziando a giocherellarci distrattamente.
«Insomma, A'Cheng... l'hanno visto zittirti e calmarti con una facilità impressionante. Nie HuaiSang quando me l'ha raccontato tremava come una foglia.»
Ricordava anche quel particolare.
Quel giorno in particolare, nessuno gli avrebbe teso orecchio se non fosse stato per ZeWu-Jun. A peggiorare ulteriormente le cose, un tale dalla grandezza di una pulce, aveva deciso di fargliele girare. Se non fosse stato per Lan XiChen, probabilmente lo avrebbe reso carne da macello. Oppure, nessuno lo avrebbe ascoltato, così come stava accadendo. Il punto era, che non ricordava di essere tanto preso dal Capo Clan Lan.
Jiang WanYin sospirò nel sentire il braccio di suo fratello avvolgergli le spalle.
«Wei WuXian, ascoltami molto attentamente.» prese un respiro, sentendosi il cuore pesante. «Lan Xichen è un uomo. Un uomo con delle responsabilità e un enorme peso che gli grava addosso. Se anche un giorno io lo ricambiassi, non potrebbe mai succedere nulla tra di noi.»
«A'Cheng, non hai niente che non va, dico sul serio. Sai che sono sincero con te. Sei solo un po' particolare, ma non significa che tu sia destinato a stare da solo per sempre.»Si guardarono negli occhi, Jiang WanYin sbuffò un sorriso beffardo, alzando un angolo della bocca.
«Wei WuXian, non conosco nessuno che avrebbe piacere a restare con me, dopo avermi... conosciuto.»
«Jiang Cheng, basta con le paranoie! Ti sembro essere morto per lo shock la prima volta che ti visto?»
«Non è la stessa cosa, tu non hai mai pensato a me come potenziale partner, e nemmeno io.»
Wei WuXian mise il broncio, facendo roteare gli occhi al fratellastro. «Così mi ferisci, didi.»
«Comunque, devo accettarlo. Non succederà mai, ma mi va bene.»
«Se non la smetti di buttarti la zappa sui piedi-»
«Wei Ying.»
Forse avevano alzato troppo la voce, o forse quel posto non era poi così segreto.
Lan WangJi li stava fissando.
Era pallido come al solito, forse aveva le orecchie e il naso rossi per la corsa.
«Jiang WanYin...» sbiascicò.
Non si mosse di un passo. Non era chiaro che cosa volesse fare. Wei WuXian saltò in piedi, dopo un momento di confusione.
«Lan Zhan!»
Jiang Cheng sentiva le orecchie produrgli un rumore sordo, fisso, e che gli batteva sul timpano. Quanto aveva effettivamente sentito e compreso Lan WanJi di quella conversazione? Osservando meglio il soggetto che gli si parava davanti in un secondo momento, dopo il terzo o quarto monotono "Wei Ying", capì che molto probabilmene, i livelli di panico nel suo intero organismo, avevano raggiunto e superato il limite da un pezzo. Non ottenendo quindi risposte dal diretto interessato, l'unica cosa che rimaneva da fare, era... farlo ritornare lucido, in qualche modo, e scoprire cosa lo avesse ridotto in quello stato.
«Lan Zhan, sono io, va tutto bene. Non mi riconosci?» aveva provato per l'ennesima volta Wei WuXian, senza successo.
Lan WangJi li guardava quasi con gli occhi del terrore.
«HanGuang-Jun.» scandì bene Jiang WanYin, «Che cosa è successo? Io non posso aiutarti, se non mi dici che cosa è sucesso.»
«Jiang Cheng, così lo spaventi!»
Il viso di Lan WangJi prese un appunto di colore appena il respiro gli si regolarizzò.
«Deve riuscire a calmarsi, e dirmi cosa succede.»
«XiongZhan...» balbettò la seconda giada.
* * *Il cuore gli stava esplodendo praticamente in gola. Dopo un quarto d'ora sotto torchio, WanGay era riuscito a dire che suo fratello aveva bevuto. E in pochi riuscivano a contenere la forza devastante che era Lan XiChen da ubriaco. Lo trovò seduto davanti all'HanShi dove (i cieli non volessero che nessuno lo scoprisse), quella mattina stessa, si era dato piacere. Si sarebbe volentieri polverizzato all'istante, ma nel vedere Lan XiChen giocare con un mucchio di formiche, capì di avere altre priorità. Si avvicinò senza fare troppo rumore, rivelando sempre e comunque la sua presenza.
«Jiang WanYin!!!» esclamò esaltato il capo clan Lan, «Pensavo foste tornato indietro dopo la mia scena di stamani, e invece!!! HAHAHA, che meraviglia!!! Non è meraviglioso?!»
Se lo ritrovò attaccato al braccio, sorridente, a strofinare una guancia alla stoffa pesante delle sue vesti esterne.
«Capo Clan Lan-»
«Chiamami XiChen, anzi no, Huan-ge!!!»
«Lan XiChen,» decise di accontentarlo «siete vestito leggero, in pieno inverno. Vi beccherete un malanno se non vi vestite o entrerete in casa.»
«Sì!!! Entriamo!!!»
Jiang Cheng non riuscì a capire cosa stesse esattamente succedendo. Si sentì tirare con una forza sovrumana, poi vide il pavimento dell'HanShi, e sentì la porta chiudersi. Era stato spinto? Era caduto? Non lo sapeva nemmeno lui.
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Lullaby
FanficSe l'era sempre cavata da solo, non aveva mai commesso errori nemmeno in quello. Aveva stabilito più di vent'anni di supremazia (e terrore, quindi, perché non dittatura?) e nulla in quel lasso di tempo, o meglio, quasi nulla, era andato storto. Sand...