pt. 3

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maddison

Un altra giornata di lavoro stava iniziando e avrei dovuto chiedere a James delle spiegazioni. Entrai a passo svelto in carcere e mi diressi verso la sala numero 6. Eccolo lì in piedi in mezzo alla stanza. Indossava una canottiera bianca che lasciava intravedere tutti i tagli e sotto aveva semplicemente una tuta nera
"Vedo che ci hai preso gusto a fare le sedute con me tigre" si l'avevo chiesta io quella seduta, doveva pur sempre darmi delle spiegazioni
"James é semplicemente il mio lavoro, e poi devo parlarti di una cosa" il suo sguardo si fece subito dubbioso
"Ieri sera quando sono tornata a casa ho trovato sei rose bianche, avevano un bigliettino con incisa la tua iniziale e il numero 6" scoppiò a ridere in un modo sadico, che cosa aveva da ridere? Ammetto che la sua risata mi contagiò e mostrai un piccolo sorriso cercando di trattenermi
"Davvero pensi che ti spedisca delle rose?" quell'affermazione mi mandò in soggezione, quasi arrossì. Non mi era mai successo che un detenuto mi mettesse in soggezione. James si avvicinò a me a passo lento, raccolse tra le dita due ciocche che mi ricadevano davanti alla faccia. Rimasi paralizzata a fissare quelle labbra dannatamente perfette che incarnavano una specie di diavolo.
"James sei stato tu lo so" dissi quasi tremando. Gli si formò la sua solita fossetta sulla guancia sinistra.
"Potrebbe essere tigre" inizia ad innervosirsi
"Smettila di chiamarmi così"
"Sennò che fai tigre?" fece aderire i nostri corpi e mi ci ritrovai addosso, sgranai gli occhi quando James mi circondò i fianchi con le sue mani, fui obbligata ad aggrapparmi con le mani intorno al suo colo. Eravamo talmente vicini da sentire il suo respiro sulle mie labbra. Ci stavamo mangiando con gli occhi, lui era predatore e io la preda. Lasciai che i nostri nasi si sfiorassero ma a un tratto James si allontanò bruscamente. Allora mi resi conto di quello che era appena successo.
Mi guadò con un sorrisino
"Scommetto che io uscirò da questo carcere senza colpe Maddison" che diavolo si stava mettendo in testa?
"Cosa intendi con questo?"
"Dirai che mi avrai analizzato e che non ho la mente da criminale, che sono un pentito e che ho smesso anni fa con le rapine e che ora sono un bravo ragazzo" rimasi immobile, non sapevo cosa dire
"Ci vediamo tigre" aveva sempre quell'aria da sadico, mi fece l'occhiolino prima di lasciarmi da sola in quella famosa stanza numero 6 a pensare a quello che mi ero lasciata fare, mi sentivo in colpa ma ormai non potevo tornare indietro. Era scritto nel mio destino, James Collen era la mia condanna a morte

The alibi of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora