pt.6

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james

Ormai con Maddison mi vedevo ogni giorno, era diventata il mio punto di riferimento qua dentro. Entrai nella stanza numero 6 e lei era seduta sulla sua solita poltroncina in pelle nera, era bellissima come sempre.
"Buongiorno tigre" ormai ero solito dirlo, ma lei mi rispose solo con un sorriso, uno di quelli che vale più di mille parole.
Non sapevo bene cosa provavo per Maddison ma sapevo solo che la pensavo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, la cercavo tra le persone, quando ricadevo nei miei pensieri bui ripensavo a lei, ai suoi occhi in qui mi ci perderei all'infinito. Lei era un puntino di luce in questo posto, ma doveva rimanere esclusivamente il mio. Mi scrutò come una felina
"James devi raccontarmi cosa é successo alla tua famiglia" no. "So che é dura ma ti prego, forse riuscirei a scarcerarti" quindi voleva farmi passare per innocente davvero? Non mi ero mai aperto con nessuno su i miei argomenti famigliari. Mi sedetti sulla sedia davanti a lei mentre con la mano mi sorreggevo la testa che iniziava a pesare per i troppi pensieri. Maddison si piegò un pò in avanti fino a mettermi la mano sopra il ginocchio. Mi mise i brividi quel contatto inaspettato
"Per favore James, non ti giudicherò promesso "
"Non aspettarti che entri nei dettagli tigre" aspetta lo stavo veramente facendo? Lei annuì e mi sorrise come per darmi la forza di farlo, anche se in realtà quel sorriso mi fece sconcentrare da tutto
"Mia madre tradiva più volte mio padre, così un giorno quando tornai da scuola li vidi in cucina a litigare per l'ennesima volta, era la normalità. Salì in stanza e mi misi le cuffie per non sentire tutto l'odio che provavano a vicenda" mi faceva male rivivere quei momenti ma Maddison mi tranquillizzo iniziandomi ad accarezzare il braccio. Mi diede la forza di andare avanti "Dopo un pò di ore tornai in cucina perché c'era troppo silenzio, era tutto troppo strano, vidi mia madre a terra con un buco sullo sterno, mio padre si era sparato in testa subito dopo" risparmiai la parte in qui pulì il sangue di mia madre dalla cucina. Iniziai a tremare, e lei se ne accorse perché si porse sempre più vicino per farmi tranquilla "Dalle indagini si dice una lite domestica finita male, mio padre ha sparato a mia madre e subito dopo quel bastardo si é tolto la vita. Capiscimi Maddison avevo solo 15 anni. Volevano portarmi in casa famiglia ma non ci pensai affatto, così iniziai a vivere la vita di strada e rubavo per vivere. Ecco adesso sei felice?" non lo avevo mai detto a nessuno. Maddison aveva quel tipo di occhi che ti faceva affondare solo a guardarli, ma adesso quelli che per me erano della ancore di salvezza erano stra colmi di lacrime. Mi si gettò addosso e mi abbracciò, non feci altro che stringerla a me più forte che potevo. Nelle sue braccia ero a casa, forse per la prima volta. Mi guardò intensamente prima di pronunciare un "mi dispiace James".
Non mi interessava che era la psicologa del carcere , io volevo lei, forse per la prima volta nella vita sapevo cosa voleva dire amore. Gli presi il viso tra le mani e la baciai. L'unica volta nella mia vita in cui mi sentì in paradiso. Maddison si aggrappò alla mia maglietta poiché perse l'equilibrio sbattendo contro il muro. Era la droga migliore che avevo mai provato, l'unica droga a darmi dipendenza. Maddison si staccò per qualche secondo per riprendere il fiato che gli avevo strappato
prima che potesse pronunciare una parola che nessuna mi aveva mai detto, non mi sarei mai aspettato di sentirlo in un contesto del genere.
"Io penso di amarti James" non ero un tipo da tante parole, andavo dritto al punto quindi mi addentai nuovamente sulle sue labbra per fargli capire quanto la ammassi anche io. La spinsi contro il tavolo e lei si sedette sopra allargando le gambe per darmi spazio.
Questo si che era un amore da manicomio. Il timer della sveglia suonò, questo indicava che la seduta era finita, ma prima dovevo fargli vedere una cosa.
"Tigre ieri ho fatto una cazzata" mi guardò con preoccupazione, possibile che era sempre dannatamente bella?
"Cosa hai fatto?" alzai la maglietta lateralmente fino a far intravedere il mio costato. Lei aprì la bocca in segno di stupore, non poteva crederci
"Tu sei completamente pazzo James Collen!" indicò il numero 6 tatuato da poco proprio sopra le costole. Mi saltò letteralmente addosso dalla felicità.
"Tigre devo andare, é suonata l'ora" la strinsi tra le braccia più forte che potevo.
Se solo avessi saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista l'avrei stretta un pò più forte

The alibi of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora