"Questa va bene?" vidi con la dell'occhio mio fratello indicarmi una vaschetta di gelato a quattro gusti. "No, avevamo detto una nocciola e una pistacchio. Non voglio condividere il mio gelato con te" mi chinai e rovistai tra gli scaffali in basso di uno dei freezer che contenevano i gelati confezionati.
"Te l'hanno mai detto che sei proprio gentile?" si rivolse ironicamente a me Tommaso, guadagnandosi un'occhiata pericolosa. "Continua a cercare" scossi la testa esasperata.
"Viene anche Luca?" passai al secondo freezer, intenzionata a trovare il mio amato gelato. "No" potei sentire lo sguardo confuso di mio fratello su di me.
"Perché?" chiese, alternando lo sguardo tra me e le confezioni di gelati ipercalorici. "Non lo so, è strano in questo periodo. E' meglio lasciarlo sbollire" sospirai, sentendo un peso sul cuore farsi insistente.
"Vuoi che provi a parlarci io?" propose. Mi morsi una guancia, per niente entusiasta per la situazione.
"No, lo sai com'è fatto. Non ce ne parlerà finché non sarà lui a volere che lo sappiamo" dirlo ad alta voce era come ripetere sempre la stessa cantilena. In risposta ricevetti solo un cenno d'assenso del capo e un sospiro frustrato.
Mentre ero per metà infilata dentro l'anta del freezer, il telefono di Tommaso suonò, avvisandoci dell'arrivo di un nuovo messaggio. "E' Lucia?" gli chiesi sorridendo e ravanando tra le scatole tuttigusti. "No" il suo tono di voce mi spinse a guardarlo, nonostante avesse ancora lo sguardo incollato al telefono.
"E' papà" all'improvviso la nostra solita bolla spensierata sembrò congelarsi per un secondo. "Ah, che vuole?" tornai in posizione eretta, con le orecchie rizzate.
"Niente, dice che stanno per partire per un viaggio di lavoro improvviso e tornano tra qualche giorno" lo disse come se fosse la cosa più normale del mondo, perché per noi lo era.
"Meglio, più gelato per noi" tentai di spezzare quella tensione che ci pesava sulle spalle, consapevoli entrambi che comunque i nostri genitori il gelato non lo avrebbero neanche notato. Vidi Tommaso digitare insistentemente sullo schermo del cellulare.
"Che gli rispondi?" chiesi curiosa, tentando di sbirciare.
"Che lascerò la porta di casa sempre aperta così che i ladri sappiano che sono i benvenuti" ripose il telefono in tasca e continuò la sua ricerca per il gelato perfetto. Sorrisi divertita, fino a quando anche il mio telefono non iniziò a vibrarmi nella tasca dei pantaloni.
Lo tirai fuori, ritrovandomi una chiamata in arrivo da un numero sconosciuto.
"Chi è?" mi chiese mio fratello, notando che non ancora non avevo risposto. Non gli risposi e rifiutai la chiamata senza pensarci due volte. Dopo cinque secondi esatti il telefono riprese a vibrare.
"Perché non rispondi?" domandò mio fratello curioso, lanciandomi uno sguardo confuso.
Sbuffai e finalmente accettai la chiamata dal numero non salvato in rubrica. "Pronto?" alzai le sopracciglia, consapevole che era sicuramente una delle tante telefonate registrare della Vodafone, che mi pregava di tornare da loro.
"Ciao" una voce graffiata provenne dal telefono.
"Ciao.." risposi incerta, beccandomi un'occhiata interessata da mio fratello. "Chi sei?" distolsi lo sguardo e lo feci vagare per il supermercato.
"Ah si, dimenticavo che sei Dory quando si parla di memoria, ma non pensavo fosse così grave la cosa" non ci misi molto a riconoscere il tono di voce sarcastico di Leonardo.
"Come hai avuto il mio numero?" chiesi, anche se non ero per niente sorpresa che ce lo avesse. Avrà insistito così tanto con Valerio da farsi sbattere fuori di casa.
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C'è magia nell'aria
De TodoElena inizia il suo secondo anno di liceo in una nuova scuola, la stessa che suo cugino Luca, a cui è molto legata, frequenta da quattro anni. Inaspettatamente fa subito amicizia, in particolare con un suo compagno di classe, Valerio Moore. Tutto va...