ᴛᴏɴɪɢʜᴛ

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tw: smut

«I'm so glad that you're in my life
You fill my heart, you fill my sky
I'm so glad 'cause you make it all alright».

E mi sento vivo.
Mi sento vivo mentre le tue mani sono sul mio corpo, mentre le tue mani viaggiano sulla mia pelle nivea con quel tocco che mi fa vibrare anche l'anima, lasciando che la mia pelle rabbrividisca al tocco tuo.
Mi sento vivo mentre le tue labbra, leggermente coperte da quell'accenno di barba che stamattina non hai tolto, mi solleticano la pelle del collo per marchiarmi, come se quei gesti potessero cancellare qualsiasi traccia che ha lasciato un altro uomo che non sei tu.

Mi sento vivo quando raggiungi ogni neo che riesci a captare sul mio corpo e lo baci, perché se i nei sono i segni dei baci di una vita precedente, vuoi riconoscermi nella prossima, per stare insieme anche in quella. Perché non esiste un universo, una vita, in cui noi due non siamo destinati.
Perché io sono Simone solo se ho te, Manuel, te al mio fianco, te che mi fai sentire vivo, come se tu fossi la mia linfa vitale e io mi nutrissi di te per sopravvivere.

«And you love me tonight».

Mi sento vivo quando i nostri sudori si mischiano fino a diventarne uno. Come i nostri sapori mentre le nostre salive si mescolano tramite quei baci bagnati, lascivi, che sanno di te, che sanno di me e che finalmente sanno di noi.

Mi sento vivo quando afferro la pelle della tua schiena tra le dita, affondo le mie unghie e ti lascio quei graffi, di cui domani fingerai sicuramente di lamentarti, ma che ti faranno sentire mio e faresti di tutto pur di averli addosso per sempre.
E le mie mani tremano, come se fosse la prima volta, come se non t'avessi mai avuto.
Perché c'era un altro e c'era un'altra, c'erano altri odori, altri sapori e noi avevamo scordato il nostro. Avevamo scordato di come i nostri corpi s'incastrassero perfettamente tra di loro. Come le nostre anime si collegassero. Avevamo scordato come il corpo dell'altro riempisse quella metà mancante di cui tanto aveva parlato mio padre in quella lezione fuori scuola.

«When we met, well, the sun begun to shine».

E mi sento vivo, di sentire di nuovo tutte quelle sensazioni, di tutte quelle emozioni che solo una volta avevo sentito in vita mia, sotto quel cantiere con quelle luci rosse che facevano da sfondo a qualcosa di proibito.
Proibito erano i gemiti strozzati sulle labbra dell'altro. Proibito erano le mani che vagavano sui nostri corpi affamati d'amore e di desiderio.
Proibita era soprattutto la voglia e il desiderio che dopo quella notte era stato accantonato e non soddisfatto.

Ed ora mi sento vivo, mentre
finalmente sento quel desiderio, quella voglia di sentirmi tuo e di sentirti mio finalmente appagata.
E mi sento vivo mentre con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra lascio che le mie mani vaghino sul tuo corpo, stringendoti le natiche tra di esse e ti lascio cadere sul materasso accanto a me, per insinuarmi tra le gambe tue e cercare il tuo sguardo col mio.

"Dimmelo di nuovo, Manu" sussurro contro le tue labbra, con le mie che vanno a sfiorarle.
Perché non sono sazio, non sono per niente sazio di te. Mi nutrirei di te ogni ora, ogni secondo, ogni attimo della giornata. Pregherei chiunque pur di far durare una giornata di più solo per avere più momenti con te.
Perché mi sento insaziabile quando si tratta di te e ora che riconosco di nuovo il tuo sapore, non posso farne a meno.

"Ti amo, Simò, amo solo te" mi rispondi mentre con le mani vai ad accarezzarmi le guance, afferrandole e avvicinando velocemente il mio viso alle tue, per far incontrare di nuovo le nostre labbra.
Perché anche tu di me, non sei mai sazio e me lo fai notare, ora con i tuoi baci, prima con gli sguardi.

E inizia un nuovo bacio, mentre le lingue si cercano, mentre le mani toccano anche i posti più sconosciuti a noi due, mentre i nostri respiri si fanno sempre più corti e i cuori sempre più accelerati.
E mi sento vivo mentre sposto le mie labbra per iniziare a baciarti il collo, iniziando quella lenta tortura con la lingua, con le labbra e con i denti.
Perché sei mio, Manuel e tutti devono sapere che sei mio, mio soltanto.

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