La vita ti dà e la vita la toglie.
Un ciclo costante che ti può dare tutto e ti può togliere tutto.È capace di darti tutto quello che la vita ha di bello da offrirti, facendo di te la persona più felice dell'interno pianeta. Eppure è capace di toglierti tutto anche in un batter d'occhio, lasciandoti disarmato dinanzi alla grandezza che la vita stessa è.
La vita non era stata buona con Simone e Manuel. Entrambi con famiglie sfasciate e famiglie incasinate. Padri assenti, per un motivo o per l'altro. Madri che hanno rischiato tutto per poter crescere un figlio con tutti i valori giusti.
La vita aveva tolto a Simone l'amore di un fratello, la sua metà mancante, quella che custodiva per sempre il suo cuore.
La vita aveva tolto a Manuel per diciotto anni l'amore di sua sorella Viola, tanto testarda ma capace di strapparsi il cuore a mani nude per il fratello.La vita aveva tolto ad entrambi l'innocenza dell'infanzia. E quando la vita ti toglie l'innocenza dell'infanzia lascia dentro di te una voragine nel petto, che difficilmente riesci a rimarginare. Ti toglie la spensieratezza, la gioia che trovi nelle piccole cose che solo un bambino può trovare.
Che infondo una bella infanzia non è altro che un terreno fertile per coltivare la tua identità.Per Manuel l'innocenza l'ha dovuto abbandonare per crescere in fretta, diventando l'uomo di casa, quello che non c'era mai stato in casa sua. Aveva maturato in modo prematuro l'idea di dover aiutare sua madre per le bollette, l'affitto o un piatto caldo da portare a tavola e a soli quattordici anni, Manuel già vagava per la città per trovare qualsiasi lavoretto gli permettesse di aiutare l'unica persona che non l'aveva mai abbandonato.
Per Simone l'innocenza l'ha lasciato nel momento in cui Dante lasciò quella casa, con le sue valigie sotto mano, il capo rivolto verso lo zerbino fuori alla porta d'ingresso e abbandonò il figlio, piangente e triste per l'imminente partenza del padre, nelle braccia di una donna distrutta, qual era Floriana, dopo la morte prematura di Jacopo. La vita aveva portato via la sua metà perfetta, il suo migliore amico, il suo compagno di vita, che l'avrebbe protetto per sempre, lasciando la prima crepa sul cuore di Simone.
Eppure ad entrambi la vita aveva dato tanto, semplicemente dando la possibilità di incontrarsi e conoscersi. Si erano conosciuti nel momento giusto, entrambi con cuori spezzati che sanguinavano lasciando una scia dietro i loro passi e dando loro la possibilità di camminare insieme, passo dopo passo, mano nella mano. Poco a poco impararono a lasciarsi indietro quelle relazioni sbagliate, ad andare avanti insieme, ad amarsi.
Era una notte come le altre quelle, serena al di fuori della loro casa immersa in quella stesa di verde che Simone curava attentamente sotto tutti i consigli di nonna Virginia.
La pace fu interrotta dal pianto del piccolo Jacopo che come ogni notte svegliava papà Simone e papà Manuel con le sue doti canore, svegliando anche il povero Spugna che dormiva sul suo cuscino preferito ai piedi del letto matrimoniale."Vado io, dormi tu". Sussurrò Simone posando le labbra sulla fronte di Manuel, alzandosi per afferrare il walkie-talkie spegnendolo e lasciandolo di nuovo sul comodino, avviandosi poi nella camera tappezzata di stelle fluorescenti di Jacopo, il loro bambino.
Era il loro ultimo traguardo, traguardo che spesso ai loro occhi sembrava impossibile da raggiungere. Eppure questo era quello che la vita aveva dato ad entrambi.
Un amore nato tra i banchi di scuola, nato con un «Nun esagerà Simò o te rimeno», ma finendo con un «sì, lo voglio» con tanto di fede nuziale al dito. Un matrimonio, una casa, prima un gatto, Spugna, e poi un figlio, Jacopo.Jacopo di appena sei mesi, con tanti piccoli ricci marroni che Simone amava toccare, come amava toccare quelli del marito, ma con due occhi verdi che faceva invidia a quella stesa di erba intorno alla villa. Jacopo che la notte continuava a strillare e a dimenarsi nella sua culla, tenendo svegli i due neo papà da tre settimane.
STAI LEGGENDO
PROIBITO
Fanfictiongli altri universi di Simone e Manuel raccontati attraverso i brani di Marco Mengoni.