ELIZABETH

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POV'S ELIZABETH

Sto camminando, o meglio dire zoppicando, con la mia valigia verso la segretaria all'entrata dell'orfanotrofio.

"Meredith" la chiamo sforzando la mia voce per farla uscire.

Lei si gira verso di me e quando vede la mia valigia capisce.

« Pourquoi veux-tu partir ? » mi chiede triste
(perché vuoi partire?)

"Meredith, Tu le sais. Cet endroit est l'enfer"
(Meredirh, lo sai. Questo posto è l'inferno).

"Où allez-vous aller ?" chiede lei.
(e dove hai intenzione di andare?)

"Je veux changer d'état. Je vais à New York" dico io.
(voglio cambiare stato. Vado a New York)

Annuisce comprensiva e inizia a digitare qualcosa sul computer.

Oggi ho compiuto 18 anni, e posso decidere se rimanere o andarmene dall'orfanotrofio.

"signez ici"
(firma qui)

Mi porge un foglio e firmo.

Mi guarda.

"Maintenant, tu es libre, ma chère" dice.
(ora, sei libera, mia cara)

Io annuisco e le lascio un ultimo sorriso per poi voltare le spalle definitivamente a quella che è stata la mia prigione per 13 anni.

Esco e vedo il taxi che ho chiamato pochi minuti fa.

Salgo.

« Où voulez-vous aller, mademoiselle ? » chiede il taxista.
(dove desidera andare, signorina? "

Guardo il biglietto che ho in mano e rispondo sorridendo, finalmente posso essere felice.

" à l'aéroport » dico e il signore parte.
(all'aereoporto)

(...)

Sono appena atterrata e prendo una bella boccata d'aria.

"Finalmente, nessuno potrà raggiungermi qui" dico tra me e me.

C'è una macchina che mi aspetta.

"Sei tu Elizabeth?" Mi chiede e io annuisco.

"Prego" Dice e mi apre la portiera.

Il signore prende la mia valigia e la mette nel portabagagli.

Dopodiché sale e partiamo.

Ho affittato un appartamento in uno dei grattacieli più alti di New York.

Presto arriviamo all'appartamento, lascio la mancia al signore e scendo.

Entro nella Hall e mi avvicino alla segretaria all'ingresso.

"Buongiorno" dico.
Lei alza lo sguardo e mi sorride.

"Salve, come posso aiutarla?".

"Salve, ho affittato un appartamento al 167 piano" dico.

"Si aspetti un attimo, nome?" chiede.

"Elizabeth" dico e lei digita sul computer.

"Si, stanza 1152" dice passandomi la chiave. La ringrazio e mi avvio agli ascensori.

Vado al 167esimo piano e trovo subito il mio appartamento.

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