VICTORIA/ SERENITY

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POV'S VICTORIA

Ci troviamo di fronte a quella che è stata casa mia da ben 13 anni.

"Rimani qui e non scendere Victoria. Hai capito?" Mi chiede mio "zio" e annuisco.

"Victoria, mi raccomando" dice ancora come se pensasse che sarei scesa lo stesso.

-se pensa che io metta piede in quella casa, rischiando che quei tre uomini se la prendano con me, è pazzo - penso e annuisco.

Lui e l'altro uomo affianco a lui scendono e mi chiudono dentro, grazie per la fiducia.

POV'S DANTE

Vedo rosso. Qualcuno ha osato mettere le mani su mia nipote nel mio territorio. Per di più non è la prima volta. Scendo dall'auto e chiudo Victoria in auto, non si sa mai.
Mi incammino verso l'entrata della casa, seguito dai miei figli e dai miei uomini.

Busso, dopo tutto sono un uomo perbene.
Nessuno apre, ribusso con molta pazienza. Ma ancora nulla.
Al diavolo l'uomo perbene. Sfondo la porta e i miei uomini cercano per casa. Io mi siedo comodo sul divano, pronto a punire il peccatore per i suoi peccati. Dopo un po' i miei uomini scendono.

"Li abbiamo trovati" hanni con se due uomini che fanno subito inginocchiare davanti a me.

"Chi diavolo siete voi?" chiede uno dei due in italiano.

"Siamo qui per liberarvi di tutti i vostri peccati" dico con un ghigno.

"I nostri peccati?" chiede uno dei due.

"Toccare un Russo è un peccato, uno di quelli gravi." dico prendendo due coltelli e giocandoci con le mani.

"Un Russo? Ma di chi-" al piccolino gli è venuto in mente qualcosa.

"Siete qui per quella puttanella?" continua e io gli conficco il coltello nella gamba.

"Attento a come parli" dico minaccioso.

"Sentite, potete prendervela. Ve la regaliamo! Lasciateci in pace però" Dice l'altro uomo impaurito alla vista del suo compagno.

"Non credo che sia possibile. Voi verrete con noi, e vi assicuro che ad un certo punto desidererete morire, ma non vi accontenteremo" dice mio figlio Oliver. I nostri uomini li portano via e noi usciamo di casa.
Io e Giovanni, il più grande dei miei figli, ritorniamo dalla nostra principessa.

POV'S VICTORIA

Passa penso un quarto d'ora e vedo uscire due dei tre uomini che hanno reso la mia vita un inferno.

Dopo un po' vedo uscire mio "zio" con lo stesso uomo che prima mi ha presa in braccio.

"Eccoci qui, abbiamo risolto tutto. Abbiamo trovato tutti e due" mi rassicura quest'ultimo mentre "zio" metto in moto la macchina.

-due? Ma ne sono tre- penso e colpisco la spalla dell'uomo di cui non so il nome. Lui si gira e mi guarda confuso.

Io alzo tre dita.

"3?"Mi chiede confuso e annuisco alzando le sopracciglia.

" Cosa tre? " mio" zio" confuso anche lui girandosi verso di me.

Indico la casa e faccio il numero 3.

L'uomo misterioso sembra ragionarci e spalanca gli occhi.

"Gli uomini sono 3?"Chiede e io annuisco. Proprio in quel momento vedo l'uomo che prima non ho visto insieme agli altri due. Si posiziona davanti alla macchina con una pistola puntata verso di me. Mio" zio" e l'uomo affianco non possono vederlo perché sono girati verso di me.

Lo indico subito con occhi spalancati dopo di che sento uno sparo.

POV'S SERENITY

Ci troviamo in un aereo diretto suppongo in America.

"Non c'è un modo per convincervi a riportarmi in Spagna?" Chiedo disperata.

"Secondo te?" mio "zio" alza il sopracciglio come se la risposta fosse ovvia. Poi riporta il suo sguardo al computer davanti a lui. Quelli che suppongo siano miei cugini sono sparsi in tutto il jet privato. Chi parla, chi dorme, chi sta al telefono, chi vede la tv. Non curandosi di me. Come se sapessero che non ho scampo. Tranquilli. Non conoscete ancora la vera Serenity. Faccio un ghigno.

"Cos'è quella faccia?" Mi chiede Evan. Io faccio la faccia innocente.

"Nulla" faccio un sorrisino. Lui mi guarda socchiudendo gli occhi, non fidandosi.
Dopo un po' lascia stare perché è convinto che non possa fare nulla in questo jet, solo io, con tutti questi uomini. Beh questo è esatto. Non farò nulla qui, non posso scappare. L'azione arriverà quando saremo atterrati. Alla prima occasione correrò via.

"Signori vi chiedo di prepararvi per l'atterraggio" sentiamo dire. I ragazzi spengono la tv, posano i cellulari e mio "zio" posa il computer.

Dopo un po' sentiamo le ruote de l'aereo poggiarsi a terra e fermarsi. Siamo arrivati.

Uno ad uno usciamo. Mo fermo sulle scale alla vista di 6 Suv. Come cazzo faccio a scappare? Ci troviamo nel bel mezzo di una pista, con 6 Suv. Non riuscirò a fare nemmeno un passo.

"Principessa,vuoi camminare?" Mi dice dolcemente qualcuno all'orecchio. Giusto ho bloccato l'uscita. Scendo le scale.

"Vieni" Sempre quello di me, mi prende delicatamente per il polso e mi porta verso un Suv.

come cazzo faccio a scappare.

Mi si accende la lampadina.

"Ehi, non so come ti chiami, ma dovrei andare in bagno" dico con un sorriso imbarazzato.
L'uomo si gira verso di me.

"Mi chiamo Andrew e puoi andare in bagno direttamente a casa tua. È a un quarto d'ora di distanza" dice.

"Ma è urgente" dico implorando con lo sguardo.

"Va bene" dice sospirando. E io sorrido vittoriosa.

"Vai in quello nell'aereo"

CHE?!

Io guardo l'aereo dietro di me e mi giro verso Andrew con una faccia per dire :"Veramente stai a fa?"

"Non è un aereo pubblico. Qui il bagno è pulito tranquilla" dice. Ma vaffanculo.

Mi aspettavo che mi avrebbe portata in un altro bagno, che ne so. Non posso fuggire in questo bagno. Salgo le scale contro voglia.

Mi dirigo in bagno. Beh devo dire che è abbastanza grande per un aereo. Per di più luccica, beh lo lavano dai.

Mi guardo allo specchio cercando di ragionare su un altro piano. Potrei farmi portare appunto in questa casa, e quando meno se l'aspettano scappo.

Non ci riuscirò mai.

Ci ragiono e mi viene in mente un idea. Rischiosa. Ma è comunque un'idea. Potrò farmi male, ma... sono già ferita quindi una ferita in più non fa male. Esco dall'aereo e raggiungo Andrew.

"Possiamo andare?" Mi chiede e annuisco.

Ci dirigiamo verso un Suv.

Alla guida c'è mio "zio" alla sua destra c'è Andrew. Dietro siamo solo io e suppongo un altro dei miei cugini.

Mi spingo verso il finestrino e guardo fuori. In attesa di vedere un luogo abbastanza affollato. Ma parliamo di New York. Vedo subito un gruppo di persone che camminano. Un gruppo bello numeroso. Mentre la macchina cammina, decido di farlo.

-Dio ti prego aiutami- penso e apro di scatto la portiera e mi butto.

"Serenity!" Urla qualcuno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30 ⏰

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