TWENTY-FIVE

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OLIVIA

Deglutisco pesantemente e a disagio, continuo a dargli le spalle e non oso girarmi nemmeno per mezzo secondo. Non voglio guardarlo in faccia, e leggerci di nuovo la domanda che sono si sta facendo, e mi vorrà fare.

E anche se è il fratello maggiore del mio migliore amico, questo non significa che deve sapere tutto della mia vita. Non abbiamo nessun tipo di legame io e lui, non più ormai, quindi non gli devo nulla. Tantomeno delle spiegazioni a riguardo sul perché io sia qua e non a casa mia.

Faccio un profondo respiro e mi schiarisco la gola, dopo di che giro solamente la testa verso di lui, quanto basta per poterlo guardare in faccia.

I suoi occhi, non mollano la mia figura neanche per mezzo secondo e la cosa, se possibile, mi mette sotto pressione più del dovuto.

-buona notte- gli ripeto di nuovo, nella speranza che capisca che non mi va affatto di parlarne e di andare a dormire anche lui.

Giro dall'altra parte, e faccio per salire di nuovo le scale, ma Michael non sembra intenzionato a lasciarmi andare stasera. Anzi sembra voler sapere a tutti i costi il motivo per il quale io stia più qui che a casa mia. Se così si può chiamare ancora.

Dopo quello che è successo, dubito che quella possa considerarla ancora casa mia. Non mi sentirei più a mio agio e nemmeno protetta.

Mi prende per un polso, stringendo più del dovuto e mi strattona verso di sé facendomi leggermente male.

-non credo che la cosa ti riguardi sai. E mi stai anche facendo male, oltre che dando fastidio- dico a denti stretti, e con lo sguardo serio che non ammette repliche.

Michael, mi lancia un'altra occhiata curiosa squadrando la mia figura tutta intera, non convincendosi molto delle mie parole, e io faccio lo stesso con lui fissandolo dritto negli occhi, in modo intensamente non abbassando mai lo sguardo per terra, capirebbe che nascondo qualcosa.

Ad un certo punto molla la presa su di me, come se si fosse scottato fa una smorfia poco carina andandosene via senza guardarmi più.

Confusa aggrottò le sopracciglia, e lo fisso andarsene via mentre mi massaggio piano il polso dove poco fa la sua mano stringeva forte.

Fa ancora un po' male, ma nulla di troppo grave per fortuna.

Tra l'altro, mi sta vendendo un gran mal di testa, farò meglio ad andarmene anche io a dormire.

***
-È solo colpa tua, se loro moriranno sai?, invece di unirti a noi ai preferito schierarti dalla parte sbagliata iniziando una guerra che nessuno di noi vorrà combattere- la donna dai tratti dolci, e i capelli corti a caschetto di colore biondo scuro, mi fissa come se da un momento all'altro potessi mai cambiare idea. Ma questo non potrà succedere. Ormai ho preso la mia decisione, ed è questa che porterò avanti.

-non venire a farmi la predica Jody, perché non n'è hai assolutamente diritto sai? E sono sicura che tu avresti fatto lo stesso- ribatto arrabbiata più che mai, dalle sue stupide e inutili accuse contro di me, solo perché sto cercando di fare la cosa più giusta.

Jody scuote la testa indignata, come se quello che ho appena detto non fosse assolutamente vero. Sempre stata così, fin da quando siamo bambine, quando non vuole sentire la verità dei fatti si nasconde dietro a delle bugie che più di peggiorare e farle avere solamente paura altro non fanno.

Ma la vita e le cose non vanno così, bisogna affrontarli i problemi e non nasconderli e nascondersi da essi. Ma purtroppo questo, lei non sembra volerlo capire, e forse mai lo capirà.

Stanca di litigare, e stanca di tutto il resto, mi siedo sulla poltrona di fronte al divano, dove quella che credevo la mia migliore amica da una vita, ora si sta rivedendo una rivale.

Ed è l'ultima cosa, che credevo potesse succedere visto che alla fine stiamo lottando per lo stesso motivo, e invece di essere dalla stessa parte ci stiamo dividendo su due fonti differenti e la cosa non giova alla situazione attuale.

Mi porto le mani sulle guance, nella speranza di nascondere le lacrime che stanno cominciando a scendere senza che me ne rendessi conto.

-è lei che vogliono capisci? Non me, o uno di noi ma lei, e non posso permettere che la prendano, sai bene cosa le farebbero- le ricordo continuando a piangere, e a pensare a quello che potrebbero farle se solo la prendessero. Non oso nemmeno immaginarlo.

Ho già perso mio padre, in questa stupida lotta per chi debba avere la meglio su quello che è il territorio. Noi vogliamo solo vivere in tranquillità e senza problemi, loro invece ci odiano e vogliono ucciderci considerandoci dei mostri e degli assassini.

Ma loro non sono da meno, hanno ucciso e torturato molti noi solo per mera credenza che noi fossimo colpevoli di aver ucciso alcuni di loro. Ma solo per autodifesa, e non perché ci andava di farlo, come credo che sia successo nel loro caso.

Jody si avvicina a me, inginocchiandosi alla mia altezza e mi poggia una mano sulla coscia cercando di tranquillizzarmi.

-mi dispiace di questa situazione, e posso solo capire come ti senti, ma dobbiamo pensare anche agli altri e trovare un modo per salvaguardarci tutti-

Annuisco anche se non penso, che gli altri possano capire e trovarsi d'accordo con questa idea. Li conosco, e non cambieranno idea per quanto siano fedeli al branco, non so se si sacrificherebbero per un singolo di noi, che tra l'altro non è tutto d'un pezzo come noi.

Di nuovo, uno di quei sogni strani, sono sempre più frequenti e invece di diminuire, aumentano ogni giorno che va avanti. Chi è Jody e come faccio a conoscerla?.

Troppe domande, alle quali vorrei associare una risposta concreta e che abbia senso.

Mi sveglio per colpa di un forte sobbalzo al materasso, e per poco non cado dal letto.

Apro piano gli occhi, non caccio un urlo solo perché riconosco la faccia stupida del mio migliore amico, che mi sta fissando in modo abbastanza inquietante.

-Perchè mi fissi così? Sei inquietante sai?- gli faccio notare, sbadignando davanti alla sua faccia.

-ma guarda tu che cattiveria. Io che volevo farti gli auguri e tu che mi dici che la mia faccia è inquietante- fa la faccia da finto offeso e incrocia le braccia al petto.

-e ti apposti vicino al mio letto, con quella faccia?- ridacchio divertita dalla situazione.

Peter alza un sopracciglio, e si siede sul materasso accanto a me.

-scema, non era questa la mia intenzione ovviamente- si schiarisce la gola, e da dietro la sua schiena tira fuori un pacchetto regalo con tanto di fiocco.

-a parte gli scherzi, questo è per te- mi sorride mentre me lo porge.

Accenno un piccolo sorriso che è una via di mezzo, tra il tenero e la gratitudine.

-grazie ma non dovevi sai fai già tanto per me?- fa un gesto con la mano, come a minimizzare la cosa, e si mette comodo incrociando le gambe sul materasso.

-figurati, sei la mia migliore amica, ormai casa mia è anche casa tua sai, e poi ovvio che il minimo che possa fare e farti un bel regalo. E poi appena l’ho visto, ho pensato subito a te, e stasera potresti metterlo no?- mi fa l'occhiolino, che la dice lunga a riguardo.

Smetto di esaminare il pacchetto, e gli lancio un'occhiata curiosa cercando di capire a che cosa si riferisce esattamente.

Che cosa vuole dire con, questa sera potrò metterlo?

-in che senso?- gli domando sempre più curiosa.

-eh no, per ora non saprai altro da parte mia. E sbrigati ad aprire il pacchetto, non vedo l'ora di vedere la tua faccia- scuote la testa, per farmi capire che non mi dirà altro, e mi invoglia parecchio impaziente di me nell'aprire il pacco.

Lo guardo con gli occhi, ridotti a due fessure e finalmente per la sua gioia apro il pacco. E nel vedere il contenuto, ne rimango parecchio scioccata.

Hola!😘
Le cose si fanno sempre più interessanti, e il fatidico giorno è arrivato.
Chissà che cosa succederà adesso. Beh nei prossimi capitoli si scopriranno, sempre più cose.
👑 QUEENCOLD20👑

MOONLIGHT- CHIARO DI LUNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora