Dopo essersi arrampicato sulla parete di pietra alle spalle dell'amaca, il Puffgrim spiccò un piccolo balzo in direzione del giaciglio sospeso, finendo così per atterrare dritto in braccio a Kael. Quando se lo ritrovò addosso il bambino si mise subito ad accarezzare la grossa lucertola, che evidentemente soddisfatta, emise un debole sibilo facendo guizzare la lingua forcuta.
Di fronte a quella scenetta le labbra di Lania si piegarono in un sorriso.
''Mi raccomando, non far arrabbiare la zia, ok?'' disse inginocchiandosi davanti a lui.
Kael non incrociò lo sguardo della sorella, anche se continuò ad accarezzare il Puffgrim con aria assorta. Il suo volto, seminascosto nella penombra, era a malapena rischiarato dalla luce della lampada a resina poggiata sul baule nell'angolo.
''Quand'è che torni?'' chiese mogio.
''Non appena riesco a trovare papà'' rispose Lania in tono pratico.
Calò un breve silenzio, durante il quale Kael si limitò a fissare il dorso della lucertola, poi tirò su col naso.
''E se non lo trovi?'' domandò preoccupato, una chiara nota di panico nella voce.
''Lo troverò, sta tranquillo'' lo rassicurò Lania.
A quel punto Kael smise di accarezzare il Puffgrim e sporgendosi in avanti gettò le braccia al collo della sorella. Lania lo strinse a sé mentre passava una mano tra i suoi folti capelli castani.
''Ci vediamo presto'' gli sussurrò all'orecchio.
Una volta che ebbe sciolto l'abbraccio Lania diede un bacio sulla fronte di Kael, e dopo essere tornata in piedi abbandonò la stanza. Appena un attimo prima di chiudersi la porta alle spalle, fece in tempo a gettare un ultimo sguardo in direzione dell'amaca, scoprendo che il fratellino aveva ricominciato ad accarezzare il Puffgrim.
Come si aspettava, una volta in soggiorno trovò entrambi gli zii ad attenderla davanti al focolare al centro della casa. Pur disponendo solo delle braci morenti come antidoto contro l'oscurità che regnava pressoché incontrastata all'interno dell'abitazione, per distinguerli Lania non dovette compiere un grosso sforzo.
Erano così diversi che parevano quasi agli antipodi. Zio Morgrus, alto e dalle spalle larghe, e zia Calista, bassa ed esile. Nonostante non avesse ancora superato l'età dello sviluppo, Lania era già più alta di lei di almeno mezza spanna. Quando vide la nipote chiudere la porta sollevò da terra un grosso zaino, preparandosi a porgerglielo.
''Hai preso tutto?'' chiese zia Calista, mentre Lania se lo infilava addosso.
''Credo di sì''.
Dopo che l'ebbe vista saggiare la resistenza degli spallacci con qualche deciso strattone, Zia Calista le accarezzò la guancia.
''Sta attenta'' disse dolcemente. ''Preferisco perdere mio fratello, piuttosto che perdere mio fratello e mia nipote''.
Gli occhi di Lania si ridussero a fessure.
''Papà non è morto'' ribatté lei asciutta.
''Lo so'' confermò zia Calista in un tono fin troppo gentile e accondiscendente. ''Ma tu non perderti comunque, d'accordo?''
Questa volta fu Lania a non riuscire a trattenersi, e cedendo all'emozione abbracciò la zia.
''Fa buon viaggio, bambina mia'' disse Calista sfiorandole la tempia con la propria.
''Sì, zia'' promise Lania.
Dopo essersi staccata, accanto a lei trovò ad attenderla suo zio Morgrus, che adesso stringeva tra le mani un lungo e robusto bastone da passeggio con il puntale di metallo. Nel vederlo gli occhi di Lania si riempirono di lacrime. Per farle un simile regalo dovevano aver sicuramente speso una piccola fortuna.
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Il Centro del Mondo
Fantasy''Innumerevoli estati fa, molto prima che venisse fondata Jarva, vi era il nulla'' annunciò con voce tonante il Gran Sacerdote. ''La Terra, il sole, la luna, le stelle, tutto quanto conosciamo e possiamo apprezzare oggi, semplicemente non esisteva...