Capitolo 6 - Il magazzino

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Le tenebre si strinsero attorno a loro con forza crescente man mano che si allontanavano dall'ingresso della caverna, finché i contorni di corpi e oggetti non finirono per perdersi nell'ombra.

Il fioco bagliore emesso dalle loro lanterne sembrava quasi voler lottare contro il buio imperante dentro cui stavano procedendo ad incredibile velocità, ma per quanto si ostinasse a condurre la propria valorosa battaglia, era chiaro che quello scontro non fosse destinato ad altro esito se non il fallimento. Dentro quel nero abisso dalle profondità insondabili il massimo trionfo che la luce potesse sperare di ottenere era di continuare ad esistere.

Uno schizzo d'acqua bagnò il viso di Lania con tale irruenza che la ragazza si ritrovò a tossire nel tentativo di liberare le vie aeree, mentre quello successivo l'accecò centrandola negli occhi. Quando riuscì a mettere nuovamente a fuoco il mondo circostante la situazione però non era cambiata affatto.

Da quel che riusciva a scorgere nell'oscurità soffocante che li attanagliava, il resto dei suoi compagni non si trovavano in condizioni molto migliori delle sue. In ginocchio sopra la zattera, si reggevano come potevano alle assi di legno, cercando di non finire sbalzati in acqua dalla violenza degli scossoni, a cui veniva sottoposta l'imbarcazione di fortuna ad ogni svolta o salto compiuto dal fiume sotterraneo.

Era chiaro che continuando in quel modo non sarebbero riusciti a resistere ancora a lungo. Soli, senza aiuto e impossibilitati ad utilizzare remi o qualsivoglia forma di strumento per gestire la navigazione, si sentivano gettati allo sbaraglio incontro all'ignoto. Fragili statuette di resina in balia degli elementi, pronte ad infrangersi in un migliaio di pezzi al minimo capriccio del caso.

Lania lo sentiva. In quel preciso momento la morte stessa stava solcando le rapide insieme a loro, affilando la scure che si apprestava a calare.

''Come diavolo si governa quest'affare?!'' sbottò Dorwin dopo una discesa particolarmente difficile.

''Non è fatto per essere governato!'' spiegò Glocky mentre cercava di mantenersi in equilibrio. ''Quando l'ho costruito mica pensavo che l'avrei usato sul serio!''

L'ennesimo brusca virata, durante la quale la zattera rimbalzò bruscamente contro le sponde rocciose del fiume, strappò a Samin un gridolino di spavento.

Terrorizzata e coi nervi a fior di pelle, Lania provò a guardare in avanti nella speranza di riuscire e scorgere un qualche indizio che potesse suggerire la fine delle rapide, ma purtroppo per lei non vide assolutamente niente. Il pozzo di tenebra che scorgeva di fronte a sé risultava impenetrabile almeno quanto i più misteriosi abissi marini. Una muraglia di oscurità tanto fitta che pareva solida, minacciosa quasi fosse un'entità dotata di vita propria.

Crash!

Una curva particolarmente stretta li fece sbattere di nuovo contro la parete di roccia che costeggiava il corso d'acqua. Lania avvertì l'asse sotto la sua mano scricchiolare in maniera allarmante. Ancora qualche altro colpo come quello e la zattera sarebbe certamente andata in pezzi.

''Se continua così moriremo alla prossima botta!'' esclamò Dorwin allarmato.

''Ma dirlo ad alta voce non ci aiuterà!'' sbottò Beltasar in risposta.

A quelle parole Dorwin si chiuse in un silenzio carico di tensione, ma nonostante non fossero certamente ansiosi di comunicarlo apertamente come aveva fatto lui, era evidente che quella preoccupazione risultasse condivisa da tutti.

Sebbene stesse cercando di mostrarsi tranquillo, perlomeno per quanto lo permettessero le circostanze, Beltasar era chiaramente a disagio, e a Lania parve di sentire Samin recitare una preghiera mentre alti spruzzi provvedevano ad inzuppargli i vestiti e il vento li frustava in volto.

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