Capitolo 8 - Vedere il cielo

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Le tenebre che riusciva a scorgere da dietro le palpebre abbassate vennero rischiarate all'improvviso in un'intensa luce verde, mentre uno stridio agghiacciante le faceva fischiare le orecchie. Colta di sorpresa Lania riaprì subito gli occhi.

Come si era immaginata i Wispy li avevano circondati su ambo i lati della galleria, ma anziché saltargli addosso come era logico che accadesse, se ne restavano ad oltre due metri di distanza, manco una sorta di barriera invisibile gli impedisse di avvicinarsi ulteriormente.

La ragione si trovava proprio tra le mani di Samin. Una pietra simile ad una sorta di sfaccettato cristallo grande pressappoco quanto un pugno, che emettendo una potente bagliore smeraldino riusciva ad illuminare il tunnel più di tutte le loro lanterne messe assieme.

Lania non dovette fare domande per sapere cosa fosse. D'altronde, niente al mondo poteva eguagliare la potenza di quella luce, se non un frammento di Pietra Sacra. Lo stesso che adesso Samin teneva sollevato ad altezza viso, ora verso un lato del tunnel, ora verso l'altro, l'orda che arretrava di fronte ad esso come al calore di un rovente incendio.

''Indietro! State indietro voi!'' tuonò furiosa rivolta ai Wispy, gli occhi accessi da una luce mistica.

Le creature emisero i propri raccapriccianti versi striduli e indietreggiarono impaurite, ma quando un esemplare dalla parte opposta provò a muovere un timido passo verso Lania, la sacerdotessa si lanciò subito in direzione del Wispy per poi puntargli addosso il frammento di pietra.

''In nome dei Tre Immensi vi ordino di stare indietro!''

Reagendo manco fosse appena stata ustionata, la bestia retrocedette immediatamente di quasi un metro, stridendo di dolore e paura. Dopo quell'ultimo intervento nessun'altro nell'orda provò ad avanzare ulteriormente. Impossibilitati ad avvicinarsi troppo a causa del potere della Pietra, i Wispy si limitavano a fissarli attraverso le loro spaventose pupille nere, le tenaglie che scattavano a vuoto in attesa del minimo passo falso.

Che lo volessero oppure no, entrambe le fazioni si trovavano nel bel mezzo di uno stallo apparentemente irrisolvibile. Tuttavia, pensò Lania, erano vivi, e questo semplice fatto rappresentava di per sé la più incredibile delle vittorie. Perlomeno ai suoi occhi, la stima che provava per Samin, crebbe all'istante di almeno mille volte.

''Dove hai preso quel pezzo di Pietra Sacra?'' domandò Beltasar a bruciapelo, senza smettere di tenere la lancia puntata verso gli aggressori in attesa.

''Me l'ha affidata il Gran Sacerdote il giorno della partenza'' spiegò Samin con semplicità. ''Ha detto che ne concedono un vero frammento solo ai sacerdoti novizi più promettenti''.

La voce le si incrinò, mentre un leggero rossore le infiammava le guance rischiarate dalla luce smeraldina.

''È stato un immenso onore riceverla'' disse commossa.

''Molto bene'' commentò Glocky annuendo agitato, la clava stretta in pugno sempre in posizione d'attacco. ''Davvero tanti complimenti, ma adesso? Che si fa?''

''Ce ne andiamo'' rispose Samin senza battere ciglio.

Lania sgranò gli occhi e non fu la sola. A giudicare dall'espressione di Beltasar e Glocky, pareva che i due la credessero impazzita. Dorwin era il solo a non mostrarsi stupefatto o comunque preoccupato, perlomeno non eccessivamente. Lania era pronta a scommettere, che non fosse la prima volta che vedeva la sorella tirar fuori la Pietra. Di sicuro avrebbe spiegato il modo miracoloso quanto inspiegabile in cui era sfuggito dal Rwuan a Zaios.

''Ce ne andiamo?'' ripeté Lania, non riuscendo a nascondere l'ansia nella propria voce.

''Esatto'' confermò Samin rivolgendole un sorriso. ''Prima usciamo da questi cunicoli e poi ritroveremo la strada per Yulm''.

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