12. Colluttazione furibonda

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Noah

"Amico, lei non c'entra niente, non è colpa sua" continuo a battere pugni e calci diretti al sacco da boxe, ascoltando passivamente ciò che il biondo sta cercando di dirmi.

"Dovresti chiederle scusa, Noah, questa volta hai esagerato davvero" mi arresto di colpo, voltando la testa verso il diretto interessato.

"Dico sul serio. Va bene voler proteggere ciò che è tuo e voler preservare l'incolumità di chi ti sta attorno, ma così è esagerato. L'hai presa e l'hai sbattuta contro al muro di un bagno, facendola addirittura piangere. Così è troppo" sbuffo, portando lo sguardo sui miei guantoni, cominciando a sfilarmeli piano piano.

"Era l'unico modo per far si che stesse lontana da Maya"

"E pensi che sia un bene, questo?

"Assolutamente sì. Meno persone entrano in contatto con lei, meglio è per tutti"

"Non puoi distruggere la vita sociale di tua sorella come se fosse la prima bestia da macello trovata per strada. Ha dei sentimenti, è un essere umano, e sai meglio di me in che condizione mentale è in questo momento" sospiro, sempre più innervosito dalla situazione.

Al diavolo Alex! Ero riuscito a lavarmene le mani il più velocemente possibile, ma a causa di questo ammasso di muscoli, in una parte microscopica della mia anima, chiusa con un lucchetto, è custodita una scatolina con al suo interno del senso di colpa. E lui sta facendo di tutto per aprire quella dannata serratura.

"So di aver sbagliato, di aver utilizzato delle parole troppo forti e dei gesti troppo cruenti per lei, ma l'ho fatto per il bene di tutti"

"Per il bene di tutti, o per il tuo di bene?"
Alzo gli occhi al cielo.

"Alex, la conosciamo da pochissimo e sappiamo benissimo entrambi quanto lei sia in grado di aprire il nostro vaso di Pandora" lui sembra rimuginarci su.

"Non tutto il male viene per nuocere, ricordatelo"

"Mi stai dicendo che le devo lasciar fare tutto quello che vuole?" Alzo un sopracciglio, mentre sfogo le mie frustrazioni su una bottiglia d'acqua, scolandone metà.

"Sto dicendo che potrebbe finalmente portare pace tra di noi, tu non trovi?" È irremovibile sulla sua idea.

"No Alex, non permetterò che accada nuovamente" scuote la testa, indispettito.

Sono fermamente convinto delle mie ragioni, ed è meglio così. Preferisco essere odiato, almeno è più semplice portare a termine ciò per cui lavoro da mesi. Non ho intenzione di diventare suo amico, e nemmeno di farla entrare nelle mie grazie, lei non può buttare tutto all'aria. Perché Chloe, Alex e Cameron ci si sono dovuti avvicinare così tanto? E soprattutto, perché ha dovuto fare amicizia con Maya?

Essere odiato da Evelyn aiuterà tutti a dimenticare la questione, facendole prendere una strada completamente diversa dalle nostre.

"Dovrebbe ringraziarmi per averle fatto questo favore"

"Dovrebbe ringraziarti perché sei uno stronzo?" in un gesto fulmineo, gli lancio un'asciugamano, facendolo scoppiare a ridere.

"Beh, i pregi sono soggettivi effettivamente" la sua presa in giro è evidente.

"Hai finito?" Chiedo in tono scocciato.

Si fa nuovamente serio, avvicinandosi a me. La sua mano si poggia in modo delicato sulla mia spalla.

"Pensaci su Noah" scuoto la testa.

"Lei potrebbe portare la pace tra di noi, a tutti manca quell'aria di serenità, e sai benissimo che Evelyn potrebbe essere la chiave a tutti i nostri problemi" alzo gli occhi al cielo in risposta.

Aflame - L'onda Più Fragile Del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora