Prefazione

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L'ombra dell'amore


Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

(Dante, Inferno, V, 99-10)


❝ È reale ciò che agisce ❞ - Carl Gustave Jung

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È reale ciò che agisce - Carl Gustave Jung


Sarò impopolare. In un momento storico in cui aumentano ogni giorno le consapevolezze sulla violenza di genere contro le donne, definire "storia d'amore" un dark romance è per me un eufemismo.

Per questo, ho sempre fatto fatica associare "Prom" all'amore nel senso classico del termine e se tutt'ora mi si chiedesse "Cosa hai scritto?" non risponderei mai "Una storia d'amore", nonostante "romance" si riferisca proprio a questo.

Ma non sono nemmeno così ingenua da pensare che basterebbe scrivere solo romance "giusti", atti ad accompagnare l'emulazione di buone pratiche, ad estirpare un fenomeno di tale portata.

Credo esistano già tanti romance, poi, in cui l'amore trionfa sul male.

Ma questi riguardano sempre UN solo tipo di amore. Mentre nella vita reale esiste anche l'amore non ricevuto, mal ricevuto, mai conquistato, rinfacciato, inaffidabile, insufficiente, ammalato, mimato, balordo, perduto, tortuoso, compulsivo, anelato, marcito, tradito, eccessivo, violento, ricattatorio, opprimente, fusionale, che controlla e che alla fine condanna.

Che per essere davvero compreso ha bisogno di una rappresentazione fatta nella maniera corretta e che, necessariamente, non può concludersi in un "e vissero felici e contenti".

Perché l'amore dipende dallo svolgimento della propria storia: da chi si è incontrato, da chi si è stati voluti bene bene e soprattutto, da cosa ne è stato dell'amore che si è offerto.

La sua presenza e assenza, la qualità e la quantità, la forma e l'essenza, i suoi effetti nutritivi e tossici, la sua amarezza e dolcezza determinano come l'amore possa essere fondamentalmente liberante ma anche facilmente inquinato.

E per questo, stavolta, ho scelto di scrivere un romance di genere dark.

Noi viviamo in una società che nasconde bene le proprie ombre, o almeno cerca di farlo.

Diventati ormai esseri edonici, non siamo più allenati a leggere il "male". Ci spaventa, ci angoscia, cerchiamo di scacciarlo, tenerlo a distanza come se facendo così allora non ci toccherà mai.

Ma vorrei far riflettere: non avviene esattamente quando vediamo rappresentato il lato mostruoso delle pulsioni umane, la comprensione dei processi interiori più oscuri dell'essere umano?

Perché è proprio quando non ne siamo consci, che la nostra Ombra saprà perfettamente come governarci.

Così raccontare il male per come agisce, senza edulcorarlo, diventa uno specchio di quel bisogno atavico dell'uomo di sublimare l'orrore, viverlo per procura attraverso narrazioni di fantasia e dominarlo dentro di sé.

La stessa catarsi che sperimentavano gli antichi greci durante le rappresentazioni teatrali delle tragedie.


Posso innanzitutto definire "Prom" una fiaba nera per adulti

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Posso innanzitutto definire "Prom" una fiaba nera per adulti.

Lana è una moderna Cappuccetto rosso attirata nel bosco dal profumo dei Pini, col compito di attraversare quel confine che le insegni la distinzione - non ancora ben definita - tra lupo cattivo e cacciatore, sotto un cielo pieno di Nuvole che promette solo pioggia.

"Prom", dunque, è molte cose: alcune le scoprirete già leggendo, molte altre dopo averci riflettuto.

Il quadro completo è ancora ignaro alla stessa scrittrice che, attraverso l'arcana guida dell'autrice, ricompone di capitolo in capitolo, nuovi pezzi del puzzle che sarà momento di analizzare solo alla fine dell'opera.

"Prom" però è UNA storia, non ha la minima pretesa di essere universale.

E non è nemmeno un'opera alla portata di tutti, in quanto affronta il tema della violenza attraverso la rappresentazione più carnale, quella che comporta più vergogna, i maggiori squilibri di potere nei rapporti fra uomini e donne e quella sulla quale - probabilmente più che su qualunque altra - esistono i più grandi tabù della nostra società: il sesso.

Nella sua forma più sporca e in quanto tale, a livello psichico, più intima.


Si può dire che non ci sia nessun individuo sano che non aggiunga al normale scopo sessuale qualche elemento che si possa chiamare perverso; e la universalità di questo fatto basta per sé sola a farci comprendere quanto sia inappropriato l'uso della parola perversione come termine riprovativo. ❞ - Sigmund Freud

Prom (gone wrong) ☯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora