3. febbre

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Duccio pov's

Duccio:"che stronzo" pensai tra me e me.
Decisi così di mettere uno stop ai miei pensieri e provai a dormirci un po' sopra.
Non prima, però, di aver sbirciato qualcosa sul suo profilo instagram. Non aveva molte foto e quelle poche lo ritraevano con i suoi amici o con una sigaretta in mano o con un cane, che presumo sia il suo.
Alla fine abbandonai il telefono sul comodino e mi addormentai dopo una manciata di minuti.

~due settimane dopo~

Da quella volta al bunker passarono quasi due settimane e in tutto quell'arco di tempo ho iniziato ad avvicinarmi di più ai ragazzi e allo studio.
Non è che mi abbiano chiesto esplicitamente di entrare nel gruppo, ma mi hanno proposto di cantare qualche altra canzone che stavano incidendo.
Mentre da una parte stavo rafforzando sempre di più il rapporto con gli altri componenti e stavo iniziando a prendere parte a un progetto che sognavo da tempo, dall'altra parte però c'era sempre il problema Andrea.
Dopo quella storia della canzone, infatti, ci siamo sempre ingorati per tutto il tempo, anche se lui a volte si diverte a stuzzicarmi con battutine e stupidi soprannomi solo per il gusto di infastidirmi.
Al di là di questo non mi sono lasciato tanto intimorire da lui e so che potrò fare anche a meno della sua "simpatia".

In particolare quel venerdì mattina ero solo a casa, perchè i miei genitori erano fuori per lavoro e Marco era andato al bunker per lavorare su alcuni nuovi pezzi. La sera precedente ero praticamente crollato sul letto per la stanchezza e quella mattina mi sentivo peggio della sera prima, senza nemmeno un po' di forza nel corpo e con i brividi del freddo. Mi toccai la fronte ed effettivamente ero piuttosto caldo, infatti avevo quasi 39° di febbre.

Con fatica mi alzai al letto e provai a cercare tra gli scaffali del bagno dei medicinali, per trovare qualcosa da prendere, ma sfortunatamente non c'era niente che facesse al caso mio.
Così decisi di chiamare Marco, perchè nostra madre era fuori e non poteva assolutamente lasciare il lavoro.

D:<<Pronto Marco, mi sono svegliato con la febbre alta>>

M:<<Hai perso qualcosa?>>

D:<<No, qui a casa non c'è niente e poi preferisco andare dal medico prima. Potresti venire a prendermi con la macchina? Non me la sento di camminare a piedi con la febbre>>

M:<<Du non posso proprio venire, stiamo al bunker a organizzare tutto per l'evento di settimana prossima. Hai provato a chiamare mamma?>>

D:<<Mamma sta a lavoro e non può lasciare>>

M:<<Adesso non posso venire, però se vuoi ti mando uno dei ragazzi a prenderti>>

Così chiusi la chiamata con mio fratello e in fretta iniziai a prepararmi per andare dal medico. Indossai dei semplici jeans baggy neri e una maglietta crop rossa.
Spero che venga Dario o Pietro, perchè sono quelli con cui ho legato di più in questi giorni.
Dopo una ventina di minuti, sentii finalmente suonare alla porta di casa. Mi precipitati al piano di sotto e spalancai la porta con un sorriso stampato in volto, che però sparì non appena vidi il soggetto che mi si presentò davanti agli occhi.

Duccio:"Che ci fai qua?" domandai un po' sorpreso della sua presenza.

Andrea:"Il ladro di canzoni ha bisogno dell'autista personale" rise lui sarcastico.

Duccio:"Perchè sei venuto tu?" dissi alzando gli occhi al cielo per l'esasperazione.

Andrea:"Tutta colpa di Marco, stai tranquillo che se fosse stato per me non sarei venuto" rispose lui alzando un sopracciglio.

Duccio:"Ok grazie per essere passato, ma puoi anche andartene adesso" dissi cercando di chiedergli la porta in faccia, che però venne fermata per metà dal suo piede.

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