7. mare

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Il viaggio in macchina con Andrea durò relativamente poco, ma per la stanchezza del momento sembrò passare un'eternità. Appoggiai per un attimo la testa al sedile e mi addormentai con facilità.

Non ho idea di quanto tempo fosse passato, so solo che venni svegliato di soprassalto dal moro.

Andrea:"Duccio svegliati, c'è un problema" disse scuotendomi per farmi risvegliare.

Duccio:"che problema?" chiesi sbadigliando e con gli occhi ancora mezzi chiusi.

Andrea:"si è rotta la macchina" disse lui e immediatamente io mi alzai di scatto e sbarrai gli occhi.

Duccio:"come si è rotta la macchina?!" chiesi quasi urlando.

Andrea:"si è rotta, non vedi che non parte più" disse provando a mettere in moto, ed effettivamente al di là di qualche piccolo rumore l'auto non si accendeva nemmeno.

Duccio:"Non avevi detto di averla aggiustata" sbottai io mettendomi le mani tra i capelli.

Andrea:"appunto l'avevo aggiustata, adesso non lo è più" disse lui con un tono quasi ironico, di certo non rassicurante in quella situazione.

Duccio:"Ti sembra il momento di scherzare, che facciamo?"

Andrea:"Il mio telefono è morto" disse uscendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e provando ad accenderlo.

Duccio:"provo a chiamare qualcuno con il mio" proposi ricordandomi di avere il telefono con cui potevo chiamare qualcuno.

Provai a cercarlo nelle tasche del mio jeans e in quelle dello zaino, ma dell'apprecchio nessuna traccia.
Poi improvvisamente mi venne in mente che dovevo averlo lasciato ancora in carica al bunker.

Duccio:"cazzo!" urlai sbattendo i piedi.

Andrea:"cosa?" domandò Andrea confuso.

Duccio:"Non riesco a trovare il telefono, lo avrò sicuramente lasciato al bunker" gli spiegai facendo un lunghissimo sospiro per calmare i nervi.

Duccio:"che si fa adesso?" chiesi scendendo dalla macchina per prendere un po' di aria.

Andrea:"aspettiamo che si accorgano della nostra assenza" disse lui guardandosi attorno.

Duccio:"ma sai quanto tempo ci vorrà" risposi coprendomi la faccia con le mani.
Ormai il mondo intero sembrava avercela proprio con me quel giorno.

Andrea:"dai seguimi" disse poi Andrea, rompendo quel limbo di pensieri che mi stavano divorando il cervello.

Mi afferrò per il polso e cominciò a incamminansi verso la spiaggia, che si trovava proprio lì affianco alla strada. Non avevo idea di cosa volesse fare, ma nel dubbio non opposi resistenza, anche perchè in quella situazione non avevamo molte alternative.

Ci impiegammo pochissimo ad arrivare alla parte sabbiosa e appena ci fermammo, Andrea lasciò la presa su di me e vidi che cominciò a togliersi tutti i vestiti, rimanendo solo in mutande.

Io girai subito lo testa dall'altra parte per non guardarlo e non fargli notare che fossi diventato più rosso dei miei stessi capelli.

Duccio:"che fai?" chiesi piuttosto imbarazzato da quello che stavo vedendo.

Andrea:"mi faccio un bagno" disse lui con tranquillità, facendo un piccolo tuffo dalla riva per entrare nell' acqua.

Duccio:"Tu non stai bene. Siamo bloccati in mezzo alla strada, con la macchina che non funziona, in piena notte, senza possibilità di chiamare qualcuno e tu ti fai un bagno" urlai io esasperato, con la mani tra i capelli.

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