Ombre nei corridoi

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Isabella si svegliò con la sensazione di non essere sola. I suoi occhi si aprirono lentamente, ancora velati dal sonno. Per un attimo, rimase immobile, cercando di orientarsi nella penombra della stanza. I ricordi del suo arrivo riaffiorarono nella mente, mescolandosi con le emozioni contrastanti che aveva provato. Si chiese se il senso di disagio che l'aveva colta fosse solo frutto della stanchezza o se ci fosse davvero qualcosa di inquietante in quella casa.
Dopo un profondo respiro, si alzò dal letto e si diresse verso la finestra. Era notte fonda, e il giardino esterno era immerso in un silenzio irreale, illuminato solo dalla luce pallida della luna. Le ombre degli alberi danzavano sul prato, creando figure indistinte che sembravano vivere di vita propria. Isabella rabbrividì leggermente, chiudendo le tende per allontanare quella visione disturbante.
Decise di esplorare la villa, sperando che una passeggiata l'avrebbe aiutata a chiarire i pensieri e a liberarsi di quella strana sensazione che non voleva andarsene. Indossò una vestaglia e uscì dalla sua stanza, cercando di non fare rumore.
I corridoi della casa erano illuminati solo da qualche debole luce notturna, che proiettava lunghe ombre sui muri. Isabella camminava lentamente, cercando di memorizzare il percorso per non perdersi. Ogni passo sembrava amplificato dal silenzio, e il suo cuore batteva forte, come se anticipasse qualcosa di sconosciuto.
Mentre girava un angolo, notò una porta leggermente socchiusa. Dalla fessura filtrava una luce fioca. Incuriosita, si avvicinò in punta di piedi, cercando di non fare rumore. Si fermò proprio davanti alla porta, ascoltando attentamente. Dall'interno non proveniva alcun suono, ma c’era qualcosa di strano che la attirava, una sorta di magnetismo che non riusciva a spiegarsi.
Spinse delicatamente la porta con una mano, svelando un piccolo studio, arredato in modo elegante ma sobrio. Una scrivania di legno massiccio dominava la stanza, coperta da carte e documenti. Una lampada da tavolo era l'unica fonte di luce, e il suo bagliore creava un'atmosfera intima e allo stesso tempo inquietante.
Isabella entrò cautamente, osservando ogni dettaglio. Qualcosa sul tavolo attirò la sua attenzione: una fotografia incorniciata, poggiata con cura vicino alla lampada. Si avvicinò e prese la cornice tra le mani. Ritraeva una famiglia felice, probabilmente i proprietari della villa. Margaret sorrideva dolcemente, tenendo in braccio una piccola Emily. Accanto a loro, c'erano due ragazzi, entrambi con lo sguardo fiero e sicuro. Ma ciò che la colpì fu l’espressione di uno di loro: mentre uno sorrideva serenamente, l' altro aveva un sorriso ambiguo, quasi malizioso, che la fece rabbrividire.
“Non dovresti essere qui.”
La voce profonda e fredda la fece sussultare. Si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con uno dei proprietari. Era appoggiato alla porta, le braccia incrociate sul petto, lo sguardo intenso fisso su di lei. La sua presenza riempiva la stanza, facendola sentire ancora più piccola e vulnerabile.
“Mi dispiace,” balbettò Isabella, cercando di nascondere il suo imbarazzo. “Non volevo disturbare. Ero solo... curiosa.”
Lui non rispose subito. Si limitò a fissarla, con un’espressione indecifrabile. Poi si staccò dalla porta e si avvicinò lentamente, costringendo Isabella a fare un passo indietro.
“Questa casa è piena di segreti, Isabella. Non tutti sono pronti ad affrontarli,” disse con un tono calmo, ma carico di un sottile avvertimento. “Devi stare attenta a dove metti i piedi.”
Isabella annuì, sentendo un’ondata di paura mista a una strana attrazione. Era più alto di quanto avesse immaginato, e la sua presenza era quasi opprimente. Ma c’era qualcosa nei suoi occhi, un'ombra di tormento che la incuriosiva e la spaventava allo stesso tempo.
“Dovresti tornare in camera tua,” continuò, abbassando leggermente la voce. “La notte è pericolosa, specialmente in questa casa.”
Isabella non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Sentiva il cuore battere all'impazzata e la mente riempirsi di domande, ma sapeva che non era il momento di chiedere. Fece un cenno con la testa e si affrettò a lasciare la stanza, sentendo su di sé lo sguardo di lui che la seguiva fino a quando non uscì nel corridoio.
Tornò velocemente nella sua camera, chiudendo la porta dietro di sé e appoggiandosi a essa per cercare di calmarsi. Le mani le tremavano, e il respiro era affannoso. L’incontro con Gabriel l’aveva scossa più di quanto volesse ammettere.
Si lasciò scivolare lungo la porta, sedendosi sul pavimento con le ginocchia strette al petto. La mente era un turbinio di emozioni e pensieri. Quell’uomo era pericoloso, ne era certa. Eppure, non poteva fare a meno di sentirsi attratta da lui, come una falena che vola verso la fiamma, nonostante il rischio di bruciarsi.
Mentre cercava di razionalizzare tutto ciò che era successo, sentì un rumore lieve provenire dall'esterno. Si alzò e si avvicinò alla finestra, scostando leggermente la tenda. Nel giardino, vide una figura muoversi nell’oscurità, quasi un’ombra tra le ombre. Non riusciva a distinguere di chi si trattasse, ma il suo istinto le diceva che non era lì per caso.
Rimase a osservare finché la figura scomparve tra gli alberi, poi si allontanò dalla finestra, il cuore ancora più agitato. Aveva la sensazione che qualcosa di oscuro stesse per emergere, qualcosa che avrebbe cambiato tutto ciò che pensava di sapere su quella casa e sulle persone che vi abitavano.
Isabella si infilò nel letto, tirando le coperte fin sopra le spalle, cercando di scacciare via i pensieri che l'assalivano. Doveva concentrarsi sul suo lavoro, sulla piccola Emily, e non lasciarsi coinvolgere dalle strane dinamiche di quella famiglia. Ma una parte di lei sapeva che non sarebbe stato così semplice.
Chiuse gli occhi, ma il sonno non venne facilmente. E quando finalmente si addormentò, sognò occhi scuri che la scrutavano, e una voce che le sussurrava all’orecchio, facendola sussultare nel cuore della notte.
Penso vagamente prima di sprofondare in un sonno inquieto, aveva davvero ragione quell' uomo: quella casa era pericolosa. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.

L' inganno della casa dorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora