La cena

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Isabella si preparò per la cena con un nodo allo stomaco, consapevole che quella sera sarebbe stata diversa. La casa era avvolta da un'atmosfera insolita, più pesante del solito, come se le mura stesse trattenessero un respiro in attesa di qualcosa di terribile. Aveva notato il via vai degli ospiti, uomini in abiti scuri che non sembravano appartenere al tipico ambiente di affari, e il modo in cui la famiglia li accoglieva con formalità ma senza calore.

Durante la giornata, aveva cercato di non dare troppo peso alle sue inquietudini, ma più il sole calava, più il suo disagio aumentava. Sentiva che qualcosa di oscuro si stava muovendo sotto la superficie, una minaccia invisibile che rendeva tutto più opprimente. Non poteva ignorare i segnali: gli sguardi furtivi tra Margaret e Richard, il tono teso di Ryan, e soprattutto la presenza di Gabriel, che sembrava più inquieto e distante del solito.

Quando scese in sala da pranzo, trovò la stanza illuminata. Il lungo tavolo era già apparecchiato, con posate d’argento e bicchieri di cristallo disposti con precisione maniacale. Gli ospiti, uomini dall'aria severa e dal portamento imponente, erano seduti in silenzio.

Isabella si sentì fuori posto in quella scena, come se fosse stata catapultata in una realtà che non le apparteneva. Gabriel, seduto alla destra del capotavola, sollevò lo sguardo quando entrò nella stanza, i suoi occhi scuri la scrutavano con una curiosità che la fece sentire ancora più vulnerabile. C'era qualcosa di diverso in lui quella sera, un'intensità che non aveva mai notato prima. Eppure, anche in mezzo a tutta quella tensione, Isabella riuscì a percepire una scintilla di qualcosa di indefinibile, una sorta di interesse che andava oltre la semplice curiosità.

Margaret la accolse con un sorriso freddo e la invitò a sedersi. Isabella prese posto accanto a Emily, cercando di non far trasparire la sua ansia. La bambina era insolitamente tranquilla, il suo sguardo fisso sul piatto come se volesse evitare di incrociare quello degli altri. Isabella le prese la mano sotto il tavolo, cercando di infonderle un po’ di coraggio.

La cena si svolse in un silenzio quasi assoluto, interrotto solo dal tintinnio delle posate e dai mormorii di conversazioni troppo basse perché Isabella potesse comprenderle. Richard, seduto al capo del tavolo, parlava sottovoce con uno degli uomini, il suo volto inespressivo, ma con un’ombra di preoccupazione che traspariva nei suoi occhi.

Isabella si sentiva come se fosse in un sogno, uno di quelli in cui sapeva che qualcosa di orribile stava per accadere, ma non riusciva a svegliarsi. I piatti venivano serviti e portati via con una precisione meccanica, e il vino scorreva copiosamente, ma nessuno sembrava davvero godersi il pasto.

A un certo punto, Gabriel si sporse leggermente in avanti, rompendo il silenzio con la sua voce bassa e controllata. “Signor Miiller , ho sentito che i vostri affari stanno procedendo bene. Ma ci sono state anche delle complicazioni...”

L’uomo a cui si rivolgeva, un tipo corpulento con uno sguardo duro, annuì lentamente. “Nulla che non possiamo gestire. Tuttavia, ci sono stati dei… problemi imprevisti. Dobbiamo discutere i dettagli in privato.”

Isabella abbassò lo sguardo, cercando di concentrarsi sul cibo, ma il suo stomaco si contorceva al pensiero di quello che quegli uomini potevano intendere per “problemi imprevisti”. Nonostante la conversazione criptica, le era chiaro che quegli ospiti non erano lì solo per parlare di affari legali. C'era qualcosa di molto più sinistro in gioco.

Poco dopo, la cena si concluse, e Richard invitò gli uomini nel suo studio per proseguire la discussione. Isabella cercò di allontanarsi con discrezione, ma Gabriel la fermò con un gesto leggero della mano. “Isabella, potresti fare compagnia a Emily ancora per un po’? Sembra che stasera sia più agitata del solito.”

Il tono di Gabriel era gentile, ma Isabella percepì una nota di preoccupazione che non si aspettava da lui. Annuì e prese Emily per mano, portandola via dalla sala da pranzo. Mentre si allontanavano, non poté fare a meno di sentire su di sé lo sguardo di Gabriel, come se stesse cercando di dirle qualcosa che non poteva esprimere a parole.

Una volta che furono al sicuro nella stanza di Emily, Isabella si sedette accanto al letto della bambina, accarezzandole i capelli. “Vuoi parlarmi di cosa ti turba, piccola?” chiese con dolcezza.

Emily, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, si voltò lentamente verso di lei. “Papà e i suoi amici… stanno facendo qualcosa di brutto, vero?”

Isabella si sentì gelare. Come poteva spiegare a una bambina così piccola qualcosa che nemmeno lei riusciva a comprendere appieno? “Non lo so, Emily. Ma qualunque cosa stia succedendo, io sono qui per te. Ti proteggerò, te lo prometto.”

Emily annuì, ma i suoi occhi rimasero velati da un’ombra di paura. “Ho sentito i sussurri di nuovo,” mormorò, stringendosi al peluche che teneva tra le braccia. “Questa casa è piena di segreti, e a volte, penso che i segreti vogliano uscire.”

Isabella si sentì soffocare dall’ansia, ma cercò di mantenere la calma per il bene di Emily. “Non devi preoccuparti, amore. Io e te staremo sempre insieme, va bene?”

Emily la guardò con fiducia, e Isabella sperò con tutto il cuore di poter mantenere quella promessa. Non sapeva cosa stava succedendo in quella casa, ma era certa che non avrebbe lasciato che nulla facesse del male a Emily.

Mentre la bambina si addormentava lentamente, Isabella rimase seduta accanto a lei, vegliando su di lei come una sentinella. La casa era immersa nel silenzio, ma Isabella sapeva che c’era molto di più sotto la superficie. E Gabriel, con il suo sguardo enigmatico e i suoi avvertimenti velati, ne era al centro.

La notte avanzava, e Isabella capì che il suo ruolo in quella famiglia stava cambiando. Non era più solo un’au pair. Era una guardiana, una testimone di qualcosa di oscuro, e forse, un pezzo cruciale di un gioco che non riusciva ancora a comprendere. Ma qualunque fosse il destino che la aspettava, Isabella sapeva che non si sarebbe tirata indietro.

Il suo cuore, che batteva forte, le ricordava che, nonostante il terrore che la circondava, doveva restare forte. Per Emily. Per se stessa. E, in qualche modo, sentiva che anche Gabriel, con la sua natura complicata, avrebbe avuto un ruolo in tutto ciò.

L' inganno della casa dorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora