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Il primo giorno allo stand era andato bene, si erano presentate un sacco di persone ed erano rimasti un po' di tempo in più per chiacchierare e rimettere a posto le ultime cose. Simone inizialmente non si sentiva a proprio agio, tuttavia erano stati tutti gentili quindi si era sciolto un po'.
Erano, per sua fortuna, per lo più baci sulla guancia e pochi altri a stampo.
Aveva sempre creduto che per baciare qualcuno bisognava esserne innamorati.
<che romanticone> gli faceva verso il gemello.
Simone pensava che essere innamorati fosse una delle cose più belle del mondo.
E lui l'aveva vissuto sulla sua pelle ed era ancora inciso nel suo cuore.

Non si erano parlati in quei giorni, in classe si guardavano a vicenda appena l'altro spostava lo sguardo ma nessuno dei due faceva il primo passo.

Simone percorse il lungo corridoio e uscì dal portone principale fino a un gruppetto di persone che stavano montando lo stand per quel giorno. Affiancò Luna e diede una mano a sistemare le ultime cose.

<Perfetto> Luna sorrise e diede il via allo scorrere della fila.
Salutò e sorrise a ognuno.

<ciao>
Simone alzò lo sguardo ritrovandosi di fronte un ragazzo biondo che gli sembrò familiare.
<Sono Luca>
Dopo qualche secondo si ricordò quel volto che aveva già visto il giorno prima.
<Ah si scusami> sorrise imbarazzato per la figuraccia che aveva appena fatto.
<Sei tornato>
Luca ricambiò il sorriso avvicinandosi.
<Un colpo di fulmine>
Simone spalancò gli occhi sopreso.
<Oh ok beh dimmi allora>
<Me lo concedi un bacio?>
Lasciò le banconote sul tavolino riducendo sempre piu la distanza.
<lo...>

<Tempo scaduto> una voce familiare li interruppe.
Manuel gli restituì i soldi, lo prese per le spalle e lo allontanò.
<Scusa?>
Gli disse qualcosa all'orecchio che Simone non riuscì a sentire e Luca si allontanò di corsa.

Manuel si girò verso di lui e per la prima volta dopo giorni i loro occhi si incrociarono nuovamente.
<Che... che stai facendo?>
<Ce stava a mette troppo tempo>
Simone volse il capo.
<Non c'è piu molta gente>

Calò il silenzio per qualche secondo accompagnato solamente dal vociferare in sottofondo.
<che ci fai qua?> riuscì a pronunciare simone.
<Stavo in fila... nun se po'?>
<Ah...ok... chi cercavi? arianna o giulia?>
Deglutì il groppo che gli si era formato in gola, tenendo lo sguardo basso.
<Tieni>
Nella sua visuale comparvero un paio di banconote.

Rialzò velocemente lo sguardo aggrottando le sopracciglia.
Manuel si morse il labbro nervoso e sollevò una mano indicando con l'indice la sua guancia destra.

Simone arrossì completamente e sentì una stretta allo stomaco. Non riusciva a crederci.
Stesse zitto trattenendo le parole in gola.

Simone gli si avvicinò lentamente per dargli il tempo di cambiare idea e tirarsi indietro ma non lo fece.
Infatti stette immobile mentre le labbra di simone si fermavano sulla sua guancia e il suo respiro colpiva il suo viso.

Manuel sentiva una mano di simone ferma sulla sua nuca alla base dei suoi capelli che stava accarezzando leggermente con le dita.
Si lasciò scappare un sospiro.

Rimasero fermi in quel modo un paio di secondi che a manuel parvero troppo brevi, poi simone si allontanò.
<Devo... me ne devo anda'... mi madre me aspetta e vabbe... ciao> gesticolò e poi scappò via.

 ciao> gesticolò e poi scappò via

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Kissing Booth | SOCMED SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora