3: Il dottor Blaster

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Ieri alla fine abbiamo mangiato la pizza in terrazzo tutti insieme, i ragazzi se ne sono andati per le undici e siamo andati a letto. Stamattina mi sono svegliata accanto a Sebastian, i nostri corpi vicini, lui tra l'altro senza maglietta,( non so perché) e ora gli sto preparando la colazione. Sento delle mani calde e delicate che mi toccano i fianchi, fino ad arrivarmi alla pancia, il busto nudo di Sebastian che scalda la mia schiena, e le sue mani che massaggiano la mia pancia. Mi blocco, mi giro cercando il suo sguardo, e lo bacio. Questo è un silenzio che non ha bisogno di spegnersi, un silenzio in cui ci si capisce anche senza dover parlare. Io e Sebastian abbiamo avuto una storia difficile, questi momenti sono necessari. Alla fine il primo a parlare è proprio lui.
" Hai fatto un po' di pancetta,Charlie."
Io arrossisco, lui non sa perché mi è cresciuta la pancia, sapere che se n'è accorto mi fa un po' vergognare.
"Ti amo con e senza pancetta, Sebastian."
"Lo stesso vale per me."
Ora capite perché dico che sono fortunata? Ho un ragazzo che mi ama, una famiglia che mi vuole bene, una bella casa, un lavoro stabile, amici che mi stimano, e ora ho anche scoperto di essere in attesa. Cosa si può chiedere di meglio? Non scambierei questi due anni per un milione di euro, e lo dico seriamente.
" Ti va di mangiare di là in camera? Voglio provare quel tavolino per la colazione a letto che ho preso su Amazon, e ho preparato le crepes."
" Per me va bene" dice, e mi dà un bacio sulla fronte
Quando mi abbraccia da dietro, mi sento in paradiso, inoltre i suoi massaggi sono una garanzia, gliel'ho detto mille volte. Mi tasta il seno con le sue mani affusolate, ( cosa che mi fa entrare in estasi) e mi tortura il collo di baci. Purtroppo ricordo solo in questo momento che Jerry ha una copia delle mie chiavi, e notandosi come terzo incomodo toglie scarpe e giacca in totale silenzio. Quando Sebastian se ne accorge mi dà un bacio, (mi sta ancora abbracciando da dietro) e mi fa cenno verso Jerry, a cui faccio un sorriso a trentadue denti, che lei ricambia.
" Buongiorno piccioncini, dormito bene?" chiede,appena varca la soglia della cucina con uno sbadiglio.
"Alla grande" dice Sebastian, che nel frattempo ha preso a massaggiarmi i capelli.
"Stavo per andare a misurargli la febbre, ma ha deciso che era meglio stare qui, e sinceramente non mi dispiace." aggiungo, mentre alzo la testa, e lui prende a darmi tanti bacini anche sulla fronte.
"Tu comunque che ci fai qui?" Dice Sebastian, mentre mette la felpa.
"Volevo vedere come stavi, non credevo di trovarvi in *mh mh* atteggiamenti intimi" dice lei, con una nota di colpevolezza sulle labbra, mischiata al compiacimento.
" Ti và un caffè? Cappuccino? Latte macchiato?"
" No, grazie, ho già fatto colazione"
Nel frattempo Sebastian si mette vicino a me, e mi squadra dall' alto al basso. Notando la mia faccia stranita, dice
" Quella che indossi è la mia felpa, e non fare quella faccia nemmeno dovessi andare in galera, la puoi tenere, mi fa piacere"
" Scusa" dico, più compiaciuta che preoccupata. Comunque hai di nuovo la fronte bollente,se hai la febbre alta chiamo il dottor Blaster, lui saprà cosa fare" non so perché ma nel preciso istante in cui replico la parola dottore, lui si stringe più forte a me, con un espressione preoccupata , quasi delusa, mentre Jerry ridacchia. Aspetta, non dirmi che...
" Sebastian Bloom, non starai mica facendo sul serio, hai trent'anni!"
" Sebastian ha sempre avuto paura dei dottori sin da quando ha fatto il primo vaccino, dovevi vederlo!" Dice Jerry, che sembra sul punto di esplodere dalle risate. Anche a me viene da ridere, nel frattempo Sebastian è diventato rosso come un peperone.
"Ehi, te l' avevo detto in C-O-N-F-I-D-E-N-Z-A, sai come funziona?"
Nel frattempo io gli misuro la febbre, che come previsto è scesa a 38, ma è comunque alta, per cui chiamo il dottor Blaster.
"Arriverà tra poco, ha detto che per il momento devi solo riposare e prendere una Tachipirina." Dico porgendogli una pasticca bianca, che lui ingoia con il suo bicchiere d'acqua.

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