Due settimane dopo
Oggi è il mio primo giorno di scuola qui a Londra.
Sia io che Luna siamo molto ansiose per questo.
Non frequenteremo la stessa scuola alla fine, lei andrà in quella accanto. Sono entrambe scuole molto buone e pubbliche. Solo che hanno un massimo di posti disponibili e io sono stata l'ultima ad essere selezionata. Stessa cosa per Luna nell'altra scuola. Abbiamo gli stessi orari, tranne il mercoledì.
Prendo il mio zaino e mi guardo allo specchio. Oggi fa parecchio freddo. Tipico di Londra. Piove pure. Perfetto. Sono meteoropatica e non amo la pioggia. Per consolazione ho messo la mia felpa e i miei pantaloni larghi cargo preferiti. Ho le cuffie e il telefono carichi e con me ho portato un libri da leggere in caso di noia o di solitudine durante gli intervalli.
I nostri genitori ci lasciano davanti le entrate delle nostre scuole. Li salutiamo e loro vanno a lavoro. Mia madre lavora in una scuola privata che si trova non troppo lontano dalle nostre. Io e Luna ci salutiamo e ci auguriamo buona fortuna e dopodiché entriamo a scuola.
Appena entro, noto subito un'atrio molto grande. Di lato, a sinistra, c'è una specie di reception dove chiedere informazioni, affianco c'è l'ufficio della preside, la bidelleria e i bagni dei professori. Al centro, ci sono delle scale enormi e a destra alcune aule: Storia, geografia e filosofia. Ci sono alcuni distributori di merendine nel corridoio delle aule e in fondo c'è l'infermeria. Direi che viste le aule, manca solo quella di matematica, la posizione dell'infermeria è perfetta e indispensabile. Mi danno subito il mio armadietto e la chiave e così sistemo lì le mie cose. Tutti gli armadietti si trovano al primo piano. Qui, oltre agli armadietti, si trovano i bagni sia delle femmine che dei maschi e altre aule: Italiano, matematica, inglese, chimica, biologia, scienze, latino e greco. Al secondo piano si trovano altre aule ancora e qualche armadietto: Musica, astronomia, francese, spagnolo e letteratura inglese.
Vedo attaccato al muro un cartello e leggendolo capisco che è la mappa della scuola. Vedo che c'è un'altra stanza, dietro le scale, che è la palestra con gli spogliatoi. Vado a dare un'occhiata e poi raggiungo la classe di inglese. La professoressa Miller, appena la saluto, capisce subito che sono quella nuova e dopi aver posato le mie cose su un banchetto in fondo all'aula, mi fa raggiungere la cattedra. Mi fa presentare alla classe <Ciao a tutti, mi chiamo Sole Manson, vengo dall'Italia, amo leggere e pratico l'equitazione.>
Proprio mentre parlo, Entrano in calasse Brian e Nate. Raggiungono i loro banchi che sono uno a destra e uno a sinistra del mio banco.Finita questa tortura chiamata "presentazione" e torno al mio posto.
La professoressa comincia a spiegare la lezione ma io mi perdo a pensare agli sguardi annoiati e alle risatine dei miei nuovi compagni durante la mia presentazione.
Mi sembrava di essere di nuovo la me delle medie presa in giro da tutta la classe dopo aver cambiato scuola perché in quella vecchia non avevo amici.Il mio sguardo si perde guardando la pioggia fuori dalla finestra. Sono immersa nei miei soliti pensieri e non presto attenzione a quello che la professoressa sta spiegando alla classe.
<Sole? Ci sei?> mi richiama Brian, facendomi tornare alla realtà con i pensieri.
<Cosa? Sì ci sono>, dico.
<Sembravi distratta>, mi fa notare lui.
<Si, beh, stavo solo guardando la pioggia e pensavo...> dico cercando di non mostrare i miei pensieri. Tutti mi dicono che i miei occhi parlano prima di me. Infatti non sono mai stata brava a mentire.
<Capito>, dice Brian. Mi perdona guardarlo, è molto bello, ma poi la mia mente torna a quando ci siamo visti per la prima volta in Sicilia. Lui è un anno più grande di me. Che ci fa nel mio stesso corso?
<Brian?> lo chiamo.
<Si?>
<Perché sei in questo corso? Ce, nel senso, tu sei un anno più grande di me, giusto? Non dovresti essere già al college con i tuoi compagni?> chiedo.
<Beh, sono stato bocciato. Al primo anno... non studiavo molto e mi hanno bocciato. Stessa cosa Nate>. Mi spiega lui. Di come l'ha detto non so bene se crederci ma non voglio passare per una ficcanaso quindi mi faccio gli affari miei.
<Oh, ok. Può capitare. Anche io al primo anno ho rischiato di essere bocciata. Per fortuna sono fiuscita a recuperare. Quindi, diciamo che ti capisco>. Dico.
<Grazie>. Mi rimgrazia Brian.

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Darkest Ride
Romansasport soft-dark romance sull'equitazione. hate to lovers. Sole e Nate, i due protagonisti, si conosco grazie alla loro passione in comune: l'equitazione. Inizialmente i due si odieranno ma poi, capiranno che sono innamorati e inizierà la loro stor...