Dopo il falò sulla spiaggia, qualcosa dentro Katsuki si era placato, ma allo stesso tempo un nuovo desiderio era emerso. I giorni successivi passarono in una strana quiete, quasi come se il mare avesse calmato il tumulto interiore che lo aveva agitato per settimane. Ma c'era ancora una questione irrisolta, una domanda che continuava a martellargli nella testa: cosa significava quell'incontro, e, soprattutto, cosa rappresentava davvero quella creatura per lui?
Probabilmente Kirishima aveva ragione: forse sarebbe stato meglio lasciar perdere, prima di pentirsene, prima di starci troppo male.
Due giorni dopo, tuttavia, con il pensiero ancora rivolto a quella visione notturna, Katsuki decise di tornare in spiaggia. Ma stavolta non prese la tavola da surf.
Il mare non era per niente calmo, ma quello non era il motivo per cui sentiva l'urgenza di andare lì. Si diresse verso gli scogli, una parte più isolata della costa, che poche persone frequentavano. Sapeva che lì avrebbe trovato la solitudine di cui aveva bisogno.
Quel tardo pomeriggio, arrivato agli scogli, iniziò a scalarli con calma, le rocce fredde e umide sotto le sue mani. Le suole delle sue sneakers scivolavano talvolta dove la roccia era più bagnata. La brezza che soffiava dal mare era pungente e la pelle d'oca si formava sulle sue braccia scoperte, ma Katsuki non ci fece caso. C'era qualcosa di rilassante in quel freddo, in quella sensazione di essere solo con il mare, lontano dalle preoccupazioni e dai pensieri della vita quotidiana.
Trovò un punto abbastanza alto e sicuro, dove si sedette con le ginocchia raccolte al petto, gli occhi fissi sull'orizzonte. Il mare si increspava sotto di lui, le onde che si infrangevano contro gli scogli in un ritmo antico e costante. Katsuki si lasciò andare a quella vista, inspirando profondamente l'aria salmastra. Aveva deciso di aspettare. Non sapeva esattamente cosa, ma una parte di lui sperava che il mare, ancora una volta, avrebbe risposto.
Passarono i minuti, e mentre il sole si avvicinava sempre più all'orizzonte. Katsuki non si muoveva da quella posizione quasi rannicchiata e confortante, la mente completamente libera e gli occhi pieni della meraviglia di quel tramonto. Stava quasi per arrendersi, per credere che quel giorno sarebbe stato solo un altro in cui il mare rimaneva silente, quando notò un movimento nell'acqua sotto di lui.
Il tritone emerse lentamente, quasi come se stesse valutando la situazione prima di avvicinarsi.
Katsuki trattenne il respiro, il cuore che gli martellava nel petto mentre osservava quella figura che tanto aveva sperato di rivedere.
Il tritone si avvicinò agli scogli, nuotando con grazia, e si posizionò su uno scoglio basso, proprio accanto a dove si era seduto lui.
Per un attimo, i due rimasero in silenzio, lo sciabordio forte delle onde che riempiva l'aria tra loro.
Katsuki lo guardò, cercando di catturare ogni dettaglio di quella creatura che sembrava così diversa eppure così simile a lui. Gli occhi verdi del tritone lo fissavano con intensità, e sentì che c'era qualcosa di diverso questa volta. Un legame che si era approfondito, un'intesa silenziosa che andava oltre le parole non dette.
Si mosse, scendendo con cautela per andargli più vicino, mentre la creatura lo osservava con insistenza e curiosità.
«Non smetto di pensarti.», confessò Katsuki infine, quando gli si sedette praticamente di fronte, la voce che si perse tra il suono delle onde. «Da quando ci siamo incontrati... non esci dai miei pensieri...»
Il tritone lo ascoltò, e per un attimo Katsuki temette che non avrebbe capito. Ma poi, la creatura fece un cenno con la testa e un gesto ad indicare prima il biondo, poi se stesso, un movimento lento e deliberato, come se volesse dire che per lui la sensazione era la stessa.
Quel semplice gesto colpì Katsuki più di quanto avrebbe mai immaginato.
Non era solo una creatura marina, non era solo una visione fugace.
Il tritone lo aveva pensato, nello stesso modo in cui Katsuki aveva fatto. Era come se, nonostante le differenze tra i loro mondi, ci fosse qualcosa che li legava, qualcosa che li spingeva l'uno verso l'altro.
«Sai...», continuò Katsuki, la voce un po' più sicura, «Non sono mai stato uno che crede davvero a certe cose... merdate romantiche, sai no? Ma con te è stato... diverso. Non so perché, ma sento che c'è qualcosa di speciale. Qualcosa che non posso ignorare.», e si indicó il petto. «Qui.».
Il tritone rimase immobile, gli occhi fissi su Katsuki. Non c'erano parole tra loro, ma il silenzio non era scomodo. Era pieno di comprensione, di un'intesa che andava oltre il linguaggio.
Il mare, il vento, tutto sembrava contribuire a quel momento, rendendolo unico e perfetto.
Katsuki non era uno che si lasciava andare facilmente ai sentimenti, ma in quel momento sentì che non poteva più nascondersi dietro la solita facciata burbera che usava con tutti. C'era qualcosa di straordinario in quell'incontro, qualcosa che lo spingeva a essere onesto, a lasciar cadere ogni difesa. E sapeva che la creatura, in qualche modo, sentiva lo stesso.
E lo capì quando il tritone copiò il suo gesto, aprendo la mano pallida e palmata contro il petto.
«Anche tu?», e la creatura annuì, con debole sorriso, le guance che diventavano più scure, gli occhi più luminosi.
Restarono lì per un po', in silenzio, semplicemente godendo della compagnia reciproca e del tramonto sull'acqua mossa: il mare continuava a mormorare intorno a loro, come un sottofondo costante, mentre il sole cominciava a tingere il cielo di arancione e rosa. Katsuki si sentì stranamente in pace, come se tutto il mondo fosse giusto in quel momento.
Alla fine, il tritone lanció contro all'umano un po' di acqua per attirare l'attenzione, e poi si mosse, perché era tempo per lui di tornare al suo mondo sotto le onde. Ma prima di andarsene, si avvicinò un po' di più, le sue mani palmate che sfiorarono delicatamente la superficie dell'acqua. Katsuki lo osservò, il cuore stretto in una morsa dolce e amara, sapendo che avrebbe dovuto lasciarlo andare di nuovo.
La creatura lo guardò un'ultima volta, i suoi occhi che riflettevano la luce del sole al tramonto, prima di immergersi lentamente. Katsuki rimase lì, fissando il punto in cui era scomparso, il cuore ancora pieno di emozione per quel breve incontro.
STAI LEGGENDO
Into deep | {Bakudeku - Mermaid AU}
FanfictionA volte il fallimento ha i suoi lati positivi. • • • {Bakugo x Deku} Colpo di fulmine Mermaid AU ⚠️ thalassofobia • • • Tutti i diritti riservati ©️ veciadespade | 2024 I personaggi originali di My Hero Academia sono di proprietà di Kōhei Horikosh...