Prologo

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A coloro che hanno alzato delle mura intorno al proprio cuore, che trovino una persona in grado di scavalcarlo e guarire la loro anima dai più grandi mali

Dieci anni fa

<<Mamma, sono tornata>> saltello felice chiudendomi la porta alle spalle. Non sentendo nessuna risposta, entro in cucina a cercarla, ma me ne pento subito. Davanti a me c'è la mamma che punta un coltello da cucina verso mio padre, mentre lui ha tirato fuori l'arco e una freccia verde salvia <<Come hai potuto farmi questo, Megan>> sussurra papà <<Me lo chiedi pure!?! Mi hai rinchiusa in questa casa insieme a quella dannata bambina>> le lacrime minacciano di scendere mentre mi stava indicando<<Io volevo la libertà, volevo viaggiare; non diventare madre di un'insolente e fastidiosa ragazzina. Ho smesso di amarti molto tempo fa>> inizia a urlare quella strega di mia madre <<Hai iniziato a fare la puttana! Non solo mi hai tradito, ma ti sei fatta tutti gli uomini di Joun Alley! E chi lo sa, forse anche il re>> non ho mai visto papà così arrabbiato <<Si vede che hai aggiunto anche i ragazzini al tuo merdoso gruppo di banditi>> commenta lui e mia madre con uno schiocco delle dita chiama a sè un gruppo di uomini <<Bloccatelo e disarmatelo>> un omone si scaraventa su papà ma lui, con la dote di Blaster, usa la sua forza sovrumana per allontanarlo metterlo k.o, ma qualcosa lo blocca. O meglio, qualcuno: il ragazzino è in realtà un Trupneo, in grado di indebolire il potere del proprio avversario. Mentre mio padre si stava lamentando per il dolore, con la mia capacità da Uklar, sento in lontananza un coltello dirigersi verso di me ma io mi abbasso e lo scanso <<Maledetta Uklar>> borbotta il mittente; a quanto pare è un Hajara, perchè sbuffa divertito mentre io lo stavo insultando in tutte le lingue esistenti. Precisamente, lo stavo insultando nella mia mente. Mi volto per vedere come sta papà, ma rimango di sasso. Mia madre stava puntando il coltello dritto al cuore di papà <<Le tue ultime parole?>> chiese lei sogghignando <<Tua figlia ti ucciderà>> dice lui ma mia madre non gli da neanche il tempo di inalare l'ultimo respiro, che gli infligge il coltello nel petto scoperto. Il sangue bagna il marmo bianco del pavimento. Il suo sangue, il sangue di mio padre, il famosissimo arciere di tutta Joun Alley.

Mi nascondo dentro un armadietto mentre la mamma tirava fuori con estrema lentezza il coltello dal corpo inerme di papà; trattengo l'impulso di tirare un grido di sofferenza e dolore per non farmi scoprire <<Trovate la ragazzina e portatemela viva o morta>> la voce di mia madre risuona minacciosa mentre si dirige verso la porta di casa.

Dopo un po', per essere sicura che non c'è più nessuno in casa, esco fuori e mi inginocchio vicino al gigantesco corpo del mio amato papà.

Ho solo 9 anni, perchè deve succedere tutto a me! 

Stringo la mano di papà e inizio a piangere; ora non ho più nessuno che mi ami, nessuno che sia in carne e ossa. Le mie lacrime si mischiano al suo sangue, ormai sparso ovunque <<Roxanne, piccola mia>> la sua voce aleggia nell'aria <<Papà?>> mi guardo intorno ma non vedo nessuno <<Sono qui, davanti a te>> tiro un urlo appena vedo il "fantasma" di papà <<Prendi il mio arco e la mia faretra e portatela con te per sempre. Dentro la faretra c'è una tasca e all'interno di essa è depositata la chiave del mio studio. Aperto il mio studio, lascia che sia la tua innaturale curiosità a trasportarti. Tu non sei mai stata una Uklar, mia piccola dolce Roxanne; è ora che tu conosca la tua vera identità>> e dicendo questo di dissolve nell'aria come se fosse polvere. Sfilo la faretra dalla sua spalla e prendo l'arco; papà aveva ragione, dentro la sacca c'è una piccola tasca. Corro al piano di sopra e apro la porta del suo ufficio. Tutto odorava di lui.

Mi soffermo su qualche foto che lo ritrae con medaglie e coppe varie, ma la mia attenzione viene attirata da due occhietti viola mirtillo che cercano di nascondersi dietro ad una pila di libri. Mi giro e sorrido <<Chi sei tu? Non avere paura, non ti farò del male>> mormoro avvicinandomi di qualche passo alla scrivania <<Lo so che non mi farai del male. Volevo essere certo che fossi tu>> mi risponde la creaturina con una voce profonda, ma rimango colpita dalle sue ultime parole: mi stava aspettando?

I miei pensieri si dissolvono quando da dietro la pila di libri esce fuori un piccolo draghetto nero pece con i suoi sfavillanti occhietti viola scuro <<Ah, sì scusami! Non mi sono presentato. Piacere, Roxanne Morrow, ultima Elvarion della terra di Adystel, io sono il tuo destriero, Syrax>>

I will kill you, darlingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora